Cos’è accaduto il 3 ottobre 2013? Se dovessi fare questa domanda a un giovane studente delle scuole superiori, magari a un 18enne che ai tempi era in prima media, son certo che non saprebbe darmi una risposta.
La tragedia di Lampedusa, che provocò 368 morti accertati e 20 dispersi presunti, è già stata dimenticata. Venne etichettata come una delle più gravi catastrofi marittime del Mediterraneo: ma quanti altre persone hanno perso la vita in quel mare in questi anni?
A non dimenticare questa sciagura è il ministero dell’Istruzione e il “Comitato 3 ottobre”, che anche quest’anno hanno lavorato a un progetto finalizzato a rafforzare la consapevolezza e la conoscenza dei giovani in età formativa sui temi del fenomeno migratorio, dell’interdipendenza globale e dei diritti umani, dell’integrazione culturale e dell’accoglienza dei migranti, dei rifugiati e dei richiedenti asilo.
Da oggi al 3 ottobre, gli studenti provenienti da venti scuole italiane e diversi istituti provenienti da tutta Europa insieme ai superstiti e ai familiari delle vittime dei naufragi del Mediterraneo si ritroveranno proprio a Lampedusa. Con loro ci saranno gli abitanti dell’isola, giornalisti, esperti di immigrazione e Giovanna Boda, capo dipartimento del ministero di viale Trastevere in rappresentanza della ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina che parteciperà in videoconferenza.
L’obiettivo è quello di promuovere nelle giovani generazioni europee occasioni di apprendimento per favorire una cultura dell’accoglienza e della solidarietà al fine di contrastare intolleranza, razzismo e discriminazione e favorire processi di inclusione e inserimento sociale dei migranti.
Quest’anno, a causa dell’emergenza sanitaria, si è deciso di adottare misure prudenziali e restrittive per quanto riguarda la partecipazione degli studenti.
Ecco la vera educazione civica. Il ministero dell’Istruzione e il comitato 3 ottobre la fanno dal 2014, da quando hanno deciso e scelto di non lasciare che quella data fosse solo una sterile commemorazione davanti ad una corona d’alloro. Quella tragedia si è fatta vita, è entrata a far parte della storia di giovani ragazzi che parleranno di quel 3 ottobre agli amici, alla fidanzata, alla loro futura moglie, ai loro figli.
Ecco, il 3 ottobre è sabato, le scuole son chiuse ma venerdì 2 ogni scuola dovrebbe come ci insegna il ministero, fermarsi, fare una pausa, chiudere i quaderni e riflettere. Imparare dalle tragedie.