La Commissione europea vuole avviare un’azione legale contro Londra a seguito dell’approvazione alla Camera dei Comuni del progetto di legge nazionale (Internal Market Bill) che rimette in discussione parte degli accordi di divorzio Brexit. Bruxelles chiarisce che l’azione legale sarà avviata se la questione non sarà chiarita entro un mese. Ma Boris Johnson difende il progetto, ora in discussione alla Camera dei Lord, e spiega di avere “chiaramente indicato le nostre ragioni per introdurre le misure relative al protocollo sull’Irlanda del Nord“. Si tratta, ha insistito, di “creare una rete legale di sicurezza per proteggere il mercato interno del Regno Unito” e al contempo “tutelare il processo di pace” irlandese.
L’Internal Market Bill riguarda il mercato interno britannico e modifica in particolare il protocollo nordirlandese che mira ad evitare il ritorno di un confine ‘duro’ tra l’Irlanda del Nord, che fa parte del Regno Unito, e la Repubblica d’Irlanda, che fa parte dell’Unione europea, al termine del periodo transitorio post-Brexit, durante il quale il Regno Unito rimane soggetto alle norme europee.
Parlando alla Camera dei Comuni sul dossier Brexit, il ministro Michael Gove, copresidente della commissione mista Gb-Ue per l’attuazione delle intese sulla Brexit, ha da parte sua evocato ancora una volta “linee rosse” che il governo Johnson non intende e non può valicare. Ma ha glissato sulla lettera della Commissione europea, manifestando invece un certo ottimismo sugli ultimi sviluppi dei negoziati in corso a Bruxelles fra i team guidati da Michel Barnier e da lord David Frost sulle relazioni future commerciali: negoziati che, malgrado lo stallo di quest mesi, potrebbero ancora produrre un trattato di libero scambio in extremis, durante il mese di ottobre, ossia un accordo che nella prospettiva di Londra consentirebbe a Johnson di accantonare l’Internal Market Bill o almeno i suoi punti più controversi improntati a una potenziale violazione del diritto internazionale.
I progressi fatti negli ultimi colloqui sulle relazioni commerciali – ha detto Gove in risposta alla sollecitazione dell’opposizione laburista a scongiurare un no deal ad alto rischio per l’economia, nel pieno dell’emergenza coronavirus – hanno riguardato “un’enorme quantità di dossier“. “Vi sono ancora uno o due punti di attrito, dagli aiuti di Stato, al level playing field (in sostanza parità di condizioni in materia di ambiente, lavoro, tasse e aiuti di Stato) e alla pesca, ma credo che con buona volontà da entrambe le parti si possa arrivare a risolverli“, ha proseguito, pur non senza ribadire che per il governo Tory rimangono chiare “le linee rosse da non superare”: poiché “è di vitale importanza conservare la fiducia del popolo britannico e assicurare che dal primo gennaio 2021 (giorno in cuin fnirà il periodo di transizione, ndr) possiamo lasciare anche il mercato unico e l’unione doganale dell’Ue per riprendere il controllo” della nostra sovranità.