Il monitoraggio indipendente della Fondazione sulla settimana del 23-29 settembre: ulteriore incremento nel trend dei nuovi casi. Il presidente Cartabellotta: "Il progressivo aumento porterà a un sovraccarico ospedaliero, iniziano ad emergere differenze territoriali". In particolare si registrano tassi di ospedalizzazione per 100mila abitanti superiori alla media in Lazio, Liguria, Campania, Sardegna, Sicilia e Puglia
La curva dei nuovi contagi quotidiani continua a salire e di conseguenza aumentano anche i pazienti ricoverati in ospedali e quelli in terapia intensiva. La situazione è ancora sotto controllo, ma emergono anche i primi segni di un sovraccarico del sistema ospedaliero, in particolare nelle regioni del Centro-Sud. Sono le evidenze che emergono dal monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe sulla settimana del 23-29 settembre. Rispetto ai 7 giorni precedenti, si registra un ulteriore incremento nel trend dei nuovi casi (12.114 contro 10.907, +11,1%) a fronte di un leggero aumento dei tamponi: 9mila in più. Sul fronte ospedaliero, i pazienti ricoverati con sintomi sono il 17,1% in più: +444 rispetto alla settimana precedente. Aumenta anche il numero dei malati che si trova in terapia intensiva: sono 32 in più (+13,4%). Crescono anche i morti: 137 rispetto a 105.
Il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta, evidenza come “da oltre 9 settimane consecutive i numeri confermano la crescita costante della curva epidemica e delle ospedalizzazioni: in assenza di variabili che portino ad una flessione della curva, bisogna prendere atto che il progressivo incremento dei casi attualmente positivi inizia a determinare dapprima segni di sofferenza del sistema di tracciamento da parte dei servizi territoriali e poi di sovraccarico ospedaliero, in particolare nelle regioni del Centro-Sud”. Per questo servono misure urgenti: “Solo il potenziamento territoriale della gestione della pandemia permetterà di rallentare la risalita della curva epidemica”, sostiene Cartabellotta, che sottolinea l’importanza del sistema di testing&tracing e di una estesa copertura della vaccinazione antinfluenzale.
Sul versante delle ospedalizzazioni, il monitoraggio registra un incremento dei pazienti ricoverati con sintomi e in terapia intensiva, che in poco più di due mesi sono aumentati rispettivamente da 732 a 3.048 e da 49 a 271. “Se guardando al dato nazionale – puntualizza Cartabellotta – i numeri appaiono ancora bassi e non fanno registrare al momento particolari sovraccarichi dei servizi ospedalieri, iniziano ad emergere differenze regionali rilevanti”. In particolare al 29 settembre ben 6 Regioni, quasi tutte del Centro-Sud, registrano tassi di ospedalizzazione per 100mila abitanti superiori alla media nazionale di 5,5: Lazio (12,2), Liguria (10,6), Campania (7,8), Sardegna (7,4), Sicilia (6,2) e Puglia (5,6).
Guardando alla curva dei contagi, l’ultima settima ha confermato un trend di crescita ormai in atto da metà luglio. Aumenta anche il rapporto tra positivi e casi testati, che rispetto allo 0,8% di due mesi e mezzo fa è arrivato al 3,1 per cento. “L’aumento del rapporto positivi/casi testati – continua Cartabellotta – se da un lato conferma una circolazione più sostenuta del virus, indipendentemente dal numero di tamponi effettuati, dall’altro lascia intravedere le prime criticità in alcune Regioni, rendendo indifferibile un potenziamento della capacità di testing”. In particolare, nella settimana 23-29 settembre, a fronte di una media nazionale del 3,1%, svettano i valori di Liguria (6,4%) e Campania (5,4%).