Giustizia & Impunità

“È la fine di un incubo”. Archiviata l’indagine su Valentina Pitzalis. Era accusata dalla famiglia del marito di averlo ucciso nel rogo

La donna, diventata simbolo della violenza sulle donne, è rimasta sfigurata nel rogo dell'abitazione di Bacu Abis del 18 aprile 2011 appiccato dal marito (che gli è costato la vita). Era indagata per omicidio volontario e incendio doloso a seguito di un esposto presentato dalla famiglia di lui

“Finalmente l’incubo è finito”. Valentina Pitzalis, la giovane diventata simbolo delle violenza sulle donne, ha annunciato così l’archiviazione dell’inchiesta per omicidio e incendio doloso che la vedeva indagata per la morte dell’ex marito Manuel Piredda, 27 anni, deceduto nell’incendio della casa di Bacu Abis, nel Sulcis, dove lei stessa è rimasta gravemente ferita. “Finisce un incubo che è durato tanti, troppi anni. Sono felicissima, anche se sto piangendo“.

Valentina, rimasta sfigurata nel rogo avvenuto il 18 aprile 2011, era indagata per omicidio volontario e incendio doloso a seguito dell’esposto presentato dalla famiglia del marito. Ma ora la giudice per le indagini preliminari Maria Gabriella Muscas ha accolto la richiesta di archiviazione presentata dal pm Egidio Ganassi, prosciogliendo la donna e ribadendo che è lei la vittima del piano elaborato dal marito.

Viene così confermata per la terza volta la ricostruzione secondo cui è stato proprio il muratore di 27 anni Piredda il responsabile del rogo nel quale poi è rimasto ucciso e da cui Pitzalis è uscita viva per miracolo, nonostante i segni drammatici del fuoco riportati sul suo corpo. Un racconto al quale i genitori del muratore non hanno mai creduto, tanto da presentare un esposto nell’agosto 2017 poi sfociato nell’apertura di un fascicolo per omicidio volontario e incendio doloso a carico della donna.