Tra energia e cambiamento climatico vi è uno stretto e preoccupante legame, perché l’utilizzo massivo di fonti fossili sta aggravando sempre di più l’inquinamento e il riscaldamento del Pianeta: un duplice attacco sia all’equilibrio della biosfera che al benessere sociale. La crisi economica del Covid-19 può essere, e deve essere, l’occasione giusta per prendere in mano la situazione e pianificare una nuova gestione che metta al centro la produzione di energia pulita, che non depauperi la Terra, rilanciando anche l’occupazione a basso impatto ambientale.
È quindi evidente una necessaria riprogrammazione incentrata sulla valorizzazione di fonti energetiche ricavate da risorse rinnovabili non soggette a esaurimento come la luce solare, il vento, le onde, la pioggia, il calore della terra. Le energie non rinnovabili derivano invece da fonti fossili esauribili quali petrolio, carbone, gas naturale o da riserve limitate come l’isotopo 235 dell’uranio, impiegato per produrre energia nucleare.
Tra le rinnovabili più sostenibili vi sono l’energia idroelettrica, la più antica, usata fin dai tempi degli antichi Greci per lavorare i cereali, l’energia geotermica, l’energia oceanica che deriva da correnti marine, osmotica a gradiente salino, talassotermica, delle maree e del moto ondoso, le agroenergie, l’energia eolica e l’energia solare.
Le occasioni dell’Ecobonus – La capacità energetica necessaria al consumo è supplita solo per un terzo dalle rinnovabili (Agenzia internazionale per le energie rinnovabili), anche se la loro implementazione si rende indispensabile sia per il clima, sia per il portafoglio dei cittadini. Ma non tutti hanno budget necessari.
Per ovviare a questo, è arrivato il super Ecobonus grazie all’entrata in vigore del Decreto Rilancio che prevede il 110% per gli interventi di risparmio energetico nelle ristrutturazioni domestiche e di riqualifica energetica. Una detrazione fiscale nei cinque anni successivi di tasse, valida per un periodo di 18 mesi, dal primo luglio 2020 fino al 31 dicembre 2021, con un 10% in più di rientro rispetto ai costi sostenuti per realizzare i lavori.
Lo stesso decreto riguarda le detrazioni fiscali per la riduzione del rischio sismico (Sisma Bonus). Per non commettere errori è fondamentale affidarsi a un tecnico qualificato che aiuterà il proprietario di casa a trovare la scelta migliore in relazione alle esigenze domestiche. È sempre meglio, inoltre, non affidarsi agli accordi detti a voce, ma visionare un progetto scritto che contenga sia i costi fissi che quelli variabili, che potrebbero emergere durante la fase esecutiva dei lavori. Il pagamento deve necessariamente essere tracciabile e mai in contanti. L’Ecobonus rappresenta una buona opportunità anche per gli operatori del settore. Si pensa che i lavori aggiuntivi potrebbero valere circa 6 miliardi di euro e generare un effetto d’insieme sull’economia da 21 miliardi (Ance).
Una grande opportunità – L’economia deve quindi rinascere con le rinnovabili. Ma come? Semplificare, sburocratizzare e far ripartire il sistema produttivo in chiave green è in sintesi quanto auspica il collettivo di EcoFuturo, il gruppo di esperti su tematiche energetiche, che partendo dalle sperimentazioni intraprese decine di anni fa nel centro ecologico Alcatraz fondato da Jacopo Fo, porta avanti in Italia il dibattito sul tema.
“Stiamo assistendo al passaggio da una società piramidale come quella impostata sulle energie fossili, a una basata sulla rete e sullo scambio delle cose (Sharing Economy). Questo sta accadendo anche nel campo delle energie, con il passaggio alla rete attraverso la comunità energetica che immette orizzontalmente l’energia senza prelevare da un distributore centrale, abbattendo sprechi e costi. Si tratta di uno scatto epocale, così com’è successo in passato: i grandi salti storici sono stati infatti sempre legati a cambi di produzione e fruizione di energia. Serve però un cambiamento dal basso, nelle persone, correlato a un appoggio delle istituzioni per la semplificazione burocratica per non sprecare questa occasione” dichiara Michele Dotti, direttore dell’EcoFuturo Magazine e autore di Sbagliando non s’impara (Emi, pp. 64, € 5,00).
La normativa nazionale ha inviato recentemente dei segnali importanti, con il Milleproroghe 2020 che apre le porte agli impianti condivisi, su stimolo anche della legge sulle Comunità energetiche, che il gruppo facilitato da Fabio Roggiolani di Ecofuturo ha proposto con la raccolta di 35mila firme sulla piattaforma Change.org. Di che si tratta? La nuova legge individua la figura del “Prosumer”. “Un consumatore di energia potrà non solo autoprodurre per il proprio consumo, ma anche vendere l’energia elettrica che non utilizza ad altri, sia famiglie che aziende, che risiedono negli immediati dintorni. Dal momento che si possono realizzare impianti fino a 200 kwe (kilowatt elettrici di potenza che producono circa 250mila kwh) è pensabile rifornire di energia e consociare fino a 70 famiglie. Le comunità energetiche possono essere ovviamente anche molto più piccole e quindi ognuno oggi può investire i propri risparmi e partecipare attivamente alla rivoluzione dolce e rinnovabile”, spiega Roggiolani. Famiglie, condomini e imprese potranno quindi autoprodurre e autoconsumare collettivamente energia.
Quale preferire? – Le energie rinnovabili, essendo legate alla natura, devono essere scelte dopo un’attenta analisi delle proprie esigenze e delle caratteristiche del territorio. Per una comune abitazione privata, l’istallazione di un impianto fotovoltaico a pannelli solari è la scelta più competitiva e conveniente in termine di rientro economico su tempi brevi. Si tratta di impianti di due tipi: “a isola” o “stand-alone”, non connessi ad alcuna rete di distribuzione, e “grid-connected”, collegati al contrario a una rete elettrica di distribuzione commerciale. Vi è anche il solare termico e il termodinamico per produrre altresì acqua calda.
Per essere un investimento sostenibile, la casa deve avere molte ore di esposizione solare. Se si abita in un posto poco assolato, ma collocato in una zona ventilata, con un grado di ventilazione costante durante l’anno, una buona soluzione può essere quella di istallare un impianto eolico. Un sistema che in passato è salito però ai disonori della cronaca a causa di tangenti in alcune regioni del Sud Italia. Un settore, quindi, da rilanciare nella legalità (evitando nel limite del possibile di alterare negativamente il paesaggio), considerando gli effetti positivi sia in termini di impiego per i 15mila addetti del settore, che per la riduzione dell’inquinamento da fonti fossili. Nel 2019 è stato prodotto dal settore il fabbisogno di circa 20 milioni di persone, con un totale di circa 12 milioni di tonnellate di emissioni in meno di CO2 e di 25 milioni di barili di petrolio.
Il mini-eolico (o piccolo eolico) è sistema virtuoso, ma un po’ più costoso del fotovoltaico. Necessita di aerogeneratori che sfruttano l’energia del vento e la convertono in energia elettrica. Per gli impianti a uso domestico, basta un mini-eolico da 1kW. Nel caso di un’azienda meglio servirsi di microturbine da 3 o 5kW. Molto interessante è anche il micro-eolico portatile, capace di supplire per esempio alle esigenze energetiche di strutture temporanee o mobili come ospedali da campo, camper e cucine da eventi.
I vantaggi della geotermia – Può essere applicata ovunque invece la poco nota geotermia, molto diffusa in ambito residenziale nel Nord Europa e negli Stati Uniti. L’energia geotermica è una fonte naturale, pulita e rinnovabile che sfrutta il calore del sottosuolo. Il vantaggio deriva dal fatto che basta un unico impianto geotermico per eliminare caldaie e condizionatori; oltre all’acqua calda per il riscaldamento invernale e per gli usi sanitari, produce infatti anche quella fredda per rinfrescare gli ambienti nei mesi estivi. Per avere informazioni sulle comunità energetiche e sulle tecnologie rinnovabili si può andare sul sito www.ecquologia.com e www.qualenergia.it o rivolgersi al gruppo di EcoFuturo scrivendo a consulenti@ecofuturo.eu. Oppure si può fare riferimento a un consulente del settore energetico, una delle professioni emergenti in Italia.
Le professioni in difesa dell’ambiente – Secondo Tessa Gelisio e Marco Gisotti, autori di 100 green jobs per trovare lavoro. Guida alle professioni sicure, circolari e sostenibili (Edizioni Ambiente, pp. Xx, € xx): “I green jobs hanno superato nel 2018 i 3 milioni di addetti, il 13,4% dell’occupazione, mentre nel 2019 il numero di contratti di lavoro a nuovi green jobs è stato di 521.747”.
Dati rassicuranti che incentivano le nuove professioni “a basso impatto ambientale”
– Tra le figure più richieste dal mercato vi sono i consulenti per il risparmio energetico, gli esperti in bioarchitettura e in bioedilizia per la progettazione di edifici e la riqualificazione energetica. Per i giovani che aspirano a un green job esistono vari corsi universitari. Quella in ingegneria rimane la laurea più ricercata; il Consiglio nazionale degli ingegneri prevede che entro il 2020 il 25% circa dei laureati potrebbe trovare lavoro nell’edilizia verde.
– Un titolo in discipline forestali può essere il trampolino di lancio invece per occupazioni nel campo della geotermia, o legate alle biotecnologie e alla certificazione dell’utilizzo efficiente delle masse legnose.
– Un buon settore in cui ricollocarsi è quello dell’ecoturismo e dei viaggi solidali in cui l’attività turistica è legata a un basso consumo di energie e alla valorizzazione delle peculiarità dei territori italiani meno conosciuti, come nel caso delle nostre montagne. Per approfondire si può contattare l’Associazione italiana turismo responsabile sul sito www.aitr.org.
– Infine, grazie agli incentivi, il 2020 è l’anno giusto per investire anche in un negozio di vendita e riparazione di bici.
Lucia Cuffaro – Presidente Movimento per la decrescita felice
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