“Non vedevo l’ora di andarmene!”. Fulvio Abbate commenta così la sua eliminazione dal Grande Fratello Vip e, in un’intervista a Radio Radio, spara a zero su tutti gli ormai ex compagni del reality di Canale 5. “Se tu hai un minimo di cultura, sentire questi che hanno un immaginario che va da Sanremo a Paperissima, molti di questi non hanno mai visto un film di Fellini, per dirne una, è devastante“, ha detto lo scrittore, che è rimasto nella casa più spiata d’Italia solo pochi giorni. E ancora: “Non possiedono neanche un briciolo di ironia. Non vedevo l’ora di scappare, perché non resisti quando vedi quattro squinzie che stanno lì tutto il giorno con il phon e la spazzola. Alcuni passavano intere giornate a fare battute del cavolo tipo: Dov’è Bugo? Oppure: La luna nera”.
Nella “blacklist” di Abbate sono finiti in particolare l’influencer Tommaso Zorzi (“prepotente, supponente ed emblema della mediocrità glamour“) e Francesco Oppini, Elisabetta Gregoraci, Maria Teresa Ruta e Guenda Goria. “Reputo il figlio della Parietti l’elemento più tracotante lì dentro. Ritiene di dover muovere i fili di questa specie di ‘setta’ pietosa, si è dato i gradi di capoclasse – incalza -. Della Gregoraci non ne contemplo neppure l’esistenza. Lei è convinta di essere Mata Hari, ha intorno dei boys che le danno questa sensazione. Lei è convinta che questo Grande Fratello sarà il suo Magnificat. La Ruta che è insostenibile. Lei si sveglia e inizia a ballare per mostrarsi. Gli altri pensavano che fosse scombiccherata, invece è una strategia precisa per farsi poi votare dai semplici, che la trovano carina. Ho fatto notare che trovo raggelante che madre e figlia abbiano delle ciglia finte di dieci centimetri, passi tre centimetri, ma dieci diventa abominio”.
Infine, un’ultima stoccata sul coming out di Gabriel Garko: “Ho trovato assolutamente discutibile che davanti al coming out di Gabriel Garko, questi non abbiano fatto una sola riflessione rispetto ai diritti sulle persone Lgbt. Ne hanno fatto solo una questione di privacy, non c’è la persona e cose così. Quindi degli analfabeti – conclude Abbate -. Poteva essere un’occasione per dire una parola di liberazione nei confronti delle libertà sessuali, invece niente, puro analfabetismo”.