WhatsApp ha reso disponibile ieri su sistema operativo Android il nuovo aggiornamento 2.20.201.9 della sua popolare app di instant messaging in versione beta. Oltre però ad apportare le solite correzioni di bug e miglioramenti generali, quest’ultima versione di WhatsApp sta anche iniziando a distribuire una nuova funzionalità per diversi utenti: un’interfaccia completamente rivista per le gestione dello spazio di archiviazione, una funzione attesa da lungo tempo, visto che WhatsApp è una delle prime applicazioni per occupazione della memoria locale su smartphone. La sezione Uso dello spazio di archiviazione è stata completamente ridisegnata, fornendo ora ulteriori dettagli e soprattutto strumenti utili.
La schermata è suddivisa in sezioni, ciascuna contente importanti informazioni o strumenti. Partendo dall’alto troviamo anzitutto una barra che rende immediatamente comprensibile lo spazio occupato dai file. Segue la parte centrale, che è anche la più estesa e sicuramente la più utile, essendo interamente dedicata al controllo e alla gestione dei file che occupano solitamente più spazio, vale a dire immagini, foto, video e messaggi audio.
La parte centrale è a sua volta suddivisa in due sezioni, nella prima sono evidenziati i contenuti inoltrati diverse volte, mentre nella seconda sono raggruppati tutti i file che superano i 5 MB e possono quindi essere molto ingombranti. In ciascuna delle due l’utente ha la possibilità ovviamente di gestire i file, eliminandoli anche singolarmente.
Nella parte inferiore, infine, è presente la sezione dedicata alle singole chat, con relativa indicazione del peso di ciascuna. Oltre ad eliminarle, l’utente può anche cliccarci sopra, per visualizzare l’elenco dei file che vi sono stati condivisi. Il controllo offerto da WhatsApp insomma è decisamente ampio e molto granulare e consentirà finalmente di contenere in modo funzionale le dimensioni occupate dall’app. La funzione, lo ricordiamo, è comunque ancora in beta ed ha iniziato a raggiungere i beta tester appena ieri. Per vederla dunque sui nostri smartphone ci vorrà ancora diverso tempo.