Con l’inizio dell’anno accademico ricominciano anche le feste universitarie che però, in tempo di coronavirus, possono trasformarsi in focolai di contagio se si creano assembramenti e non vengono rispettate le misure di sicurezza, tra cui il distanziamento e la mascherina. È quello che è successo a Bologna: alcuni studenti hanno partecipato a una festa in zona Università, il 21 settembre, organizzata per accogliere gli stranieri del progetto Erasmus. Ma proprio da lì è partito il contagio tra i ragazzi: sono oltre 60 i positivi che si sono contagiati a quell’evento. Alcuni di loro, poi, il 26 hanno partecipato a un’altra festa universitaria nel locale Chalet dei Giardini Margherita, un grande parco pubblico cittadino. Dopo la mappatura dei contagi, Il Dipartimento di Sanità dell’Azienda Usl e il Comune hanno invitato tutti coloro che erano nel locale a eseguire il tampone.
“Non appena siamo venuti a conoscenza dei casi di contagio, abbiamo richiamato i nostri studenti, non solo quelli Erasmus, a seguire le misure di sicurezza – ha detto Francesco Ubertini, il rettore dell’Università di Bologna, durante una conferenza stampa online – Le regole valgono nei nostri spazi, ma anche all’esterno: bisogna portare la mascherina ed evitare assembramenti“. Il rettore ha spiegato che l’Azienda Usl sta circoscrivendo la situazione, anche se “con qualche fatica“. L’Università sta promuovendo comportamenti responsabili affinché non si ripresenti in futuro una situazione del genere. Il rettore Ubertini ha dato anche i numeri delle presenze degli studenti Erasmus “che, in questo semestre, sono tra i 1.400 e i 1.500. Arriviamo a tremila all’anno, quindi sono in linea con quelli dello scorso ciclo accademico. In questo momento sono tra i 300 e i 350“, ha concluso.
Da oggi a Bologna è in vigore da oggi l’ordinanza del sindaco Virginio Merola che introduce l’obbligo di indossare la mascherina anche all’aperto, dalle 18 del venerdì fino alle 24 della domenica nell’area del centro storico, cioè delimitata dai viali di circonvallazione. Il provvedimento – ricorda il comune di Bologna in una nota – contiene anche un invito ai gestori di bar e ristoranti ad annotare in un registro l’elenco dei clienti, in modo da poterlo mettere a disposizione per il tracciamento dei contatti.