I carabinieri, dopo aver constatato il degrado in cui versava il cimitero di Santa Maria dei Rotoli, al cui interno le salme prima della sepoltura rimanevano in giacenza per diversi mesi, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari nei confronti di Cosimo De Roberto, accusato di corruzione e concussione
Non posti in paradiso ma molto più banalmente un posto migliore al cimitero. È quelli che si vendevano al cimitero di Santa Maria dei Rotoli a Palermo. A smerciare le nicchie funebri in cambio di mazzette era l’ex direttore del cimitero, Cosimo De Roberto.
Almeno secondo le accuse della procura: in cambio di somme fino a 800 euro (ovviamente non dovute) De Roberto si sarebbe adoperato per trovare sepolture, senza osservare l’ordine cronologico imposto dai regolamenti cimiteriali. Il risultato? Il grave degrado in cui versava il cimitero di Santa Maria dei Rotoli, al cui interno le salme in attesa di sepoltura rimanevano in giacenza per diversi mesi, causando problemi sotto il profilo igienico-sanitario. Tanto che ad oggi le bare da seppellire sono oltre 500.
A constatare la situazione i carabinieri che, dopo la scoperta di pratiche anomale negli uffici del cimitero, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari firmata dal gip di Palermo nei confronti dell’ex direttore De Roberto, accusato di corruzione e concussione. Le indagini sono state coordinate dalla procura, dopo che nel mese di febbraio erano stati notificati 10 avvisi di garanzia ed erano state eseguite diverse perquisizioni, sia al Cimitero di Santa Maria dei Rotoli che in alcune abitazioni dei soggetti indagati. La vicenda dei loculi da seppellire ai Rotoli era emersa già due anni fa quando alcune giornate di maltempo avevano allagato il cimitero.