Oltre al quotidiano toscano in vendita anche la Gazzetta di Modena, la Gazzetta di Reggio e la Nuova Ferrara. Ad acquistare una cordata di imprenditori con poca esperienza nell'editoria. La mossa probabilmente per procedere a nuove acquisizioni tra cui, forse, Il Sole 24 Ore
I quotidiani locali del gruppo Gedi sono oggi in sciopero, fermi anche gli aggiornamenti dei siti. Ai rispettivi consigli di redazione è stato affidato un pacchetto di cinque giornate di astensione del lavoro. Le iniziative sono state indette dal coordinamento delle assemblee dei quotidiani Gazzetta di Modena, Gazzetta di Reggio, Il Mattino di Padova, Corriere delle Alpi, Il Piccolo, Il Tirreno, La Nuova Ferrara, La Nuova Venezia, La Provincia Pavese, La Sentinella del Canavese, La Tribuna di Treviso, Il Messaggero Veneto. Da tempo trapelano notizie su trattative avviate da Gedi (di proprietà della famiglia Agnelli ed editore anche dei quotidiani la Repubblica, La Stampa e il Secolo XIX) per la vendita di quattro dei suoi giornali locali: il Tirreno, la Gazzetta di Modena, la Gazzetta di Reggio e la Nuova Ferrara. Sabato
Si tratterebbe di trattative in fase ormai molto avanzata, che potrebbero chiudersi nel giro di una decina di giorni. “I giornalisti del Tirreno ritengono incredibile e offensivo il fatto che la trattativa per la cessione di un giornale storico, da sempre leader sul proprio territorio, riferimento per le proprie comunità, stia avvenendo nella più totale segretezza, senza coinvolgere le rappresentanze sindacali, i colleghi, i vertici del giornale e le istituzioni locali” scrive il Cdr de Il Tirreno che aggiunge “Scopriamo in questi giorni della trattativa in essere e nonostante le ripetute richieste ai vertici aziendali ancora non abbiamo ricevuto conferma, notizie o convocazioni. E’ evidente la volontà di disfarsi di un patrimonio editoriale, svendendone la storia, le professionalità, la credibilità e il radicamento nel rapporto con i lettori online e in edicola”.
Ad acquistare sarebbe Il Tirreno e le altre 3 testate sarebbe una cordata di imprenditori di diversi settori (ci sarebbero anche la società di fibra ottica Eco.net e Portobello, gruppo retail quotato a piazza Affari) coordinati da Alberto Leonardis. In passato lo stesso Leonardis aveva già gestito alcune vendite per contro della precedente proprietà di Carlo De Benedetti. L’operazione è stata messa in piedi molto in fretta, come se ci fosse impellenza di vendere. Perché? Non sembra essere una questione di conti. I bilanci delle testate coinvolte non brillano ma non sono neppure in grave sofferenza. Dopo essere stata a lungo una macchina da utili, da cinque anni Il Tirreno chiude i bilanci in pareggio o con piccoli profitti.
La reale ragione sembra essere la necessità di portare rapidamente la quota di mercato del gruppo sotto il limite del 20% delle copie vendute, imposto dalla legge per evitare eccessive concentrazioni editoriali. E una volta sotto, procedere a nuove acquisizioni. Si era parlato dei quotidiani del gruppo Athesis (Arena di Verona, BresciaOggi, Giornale di Vicenza). Ieri sono circolate ricostruzioni secondo cui l’obiettivo sarebbe invece Il Sole 24 Ore. Ipotesi ufficialmente smentita ma non del tutto da scartare. Le trattative avvengono ad alto livello, passando anche sopra la testa di ignari direttori. Fatti due conti, se davvero l’intenzione è quella di mettere le mani sul giornale di Confindustria la vendita delle quattro testate non sembra però sufficiente a portare il numero complessivo di copie riconducibili a Gedi sotto al 20%. Altre vendite potrebbero seguire.
“A questo punto la richiesta che facciamo all’editore, oltre a quella di convocare immediatamente i Cdr coinvolti nella trattativa di vendita rispondendo alla loro richiesta già avanzata martedì e finora disattesa, è quella di venderci tutti, ma venderci in blocco. In questo modo potremo salvaguardare conoscenze, esperienze e, più in generale, un modello di informazione glocal che ha avuto successo – conclude la nota – e che in quasi tutte le realtà rende ancora economicamente, a differenza della stampa nazionale che appare in una crisi disastrosa”.