Le accuse ipotizzate a carico degli indagati sono, a vario titolo, peculato, falso in bilancio, turbativa d’asta. Il processo si aprirà 17 maggio 2021
Piero Fassino sarà processato. L’ex sindaco di Torino è stato rinviato a giudizio nell’ambito dell’inchiesta sulla vecchia gestione del Salone del libro. Il processo si aprirà 17 maggio 2021. Fassino, attualmente deputato del Pd, era tra i 29 imputati.
Le accuse ipotizzate a carico degli indagati sono, a vario titolo, peculato, falso in bilancio, turbativa d’asta. L’inchiesta è nata nel 2015 seguendo l’ipotesi di peculato contestata all’ex presidente della kermesse dell’editoria Rolando Picchioni: secondo il pm Gianfranco Colace nell’arco di cinque anni ha speso circa 850mila euro “per finalità personali e comunque estranee alle finalità” della Fondazione per il libro. Secondo la procura Picchioni, ex deputato Dc con un trascorso di sottosegretario alla Cultura tra il 1978 e il 1981, aveva una gestione abbastanza “allegra” della fondazione pubblica: l’accusa citava come esempio le gare d’appalto bandite per l’organizzazione delle edizioni 2015 e 2016, ma anche i bilanci.
Inoltre, secondo l’accusa, era diventato impossibile per i concorrenti partecipare alle gare pubbliche. L’edizione del 2015, ad esempio, già oggetto di un procedimento – che portò ad alcuni arresti nell’estate 2016 – era stata affidata direttamente alla filiale italiana del colosso Gl Events, che gestisce il Lingotto Fiere. Tutto ciò è stato fatto “con la fittizia motivazione dell’urgenza, così evitando di effettuare le procedure di evidenza pubblica”, ma anche con “collusioni e altri mezzi fraudolenti” e per questo la procura contesta la turbativa d’asta all’ex presidente, a Fassino, ed altre quattro persone.