Quanto tempo ci vuole per diventare vintage? Secondo il filosofo francese Bergson va bene anche un’ora, secondo le menti che hanno partorito questa rubrica molto di più. Se c’è chi deve googlare per controllare chi ha segnato della Juve all’ultima giornata gli autori di della rubrica ricordano perfettamente il 4 a 4 di Marassi nel 1992 tra Genoa e Ancona e chi segnò (come si può dimenticare un gol dopo doppia rovesciata CentofantiAgostini d’altronde?). Per loro quindi un anno non è assolutamente abbastanza per rientrare nella amatissima categoria del vintage, ma attenzione: un anno adesso lo compie questa creatura e il discorso si fa completamente diverso.
Eh sì, perché “Ti Ricordi” compie un anno, e se, scomodando ancora Bergson, “un’ora è un vaso colmo di profumo, suoni, progetti” allora un anno di “Ti ricordi “ è un album (rigorosamente di figurine…o al massimo un almanacco) pieno di gol incredibili, colpacci di mercato, aneddoti curiosi, personaggi che si raccontano, divise nostalgiche e stemmi bellissimi (altro che loghi).

E’ passato un anno da quando i “ti ricordi?” delle belle chiacchiere tra appassionati, con Francescoli, Skhuravy, Katanec che comparivano in stile ologramma nelle loro belle divise, si sono trasformati in rubrica, partendo da Gualco, libero della Cremonese con chioma alla Valderrama che nel 1994 con Gigi Simoni in panchina segnava al Milan di Capello e dei campioni regalando la vittoria ai grigiorossi. La Cremonese e non solo, perché ripescare quelle storie piccole ma belle che restano nel cuore più di qualche coppa alzata e dimenticata o di qualche campione di passaggio è uno degli obiettivi di questa rubrica. Storie come quella di Ciccio Dell’Anno, che non è diventato il campione che prometteva, con l’Inter di Pellegrini, e ha raccontato il perché o come il Bari ammazza grandi di Fascetti e Joao Paulo. Senza disdegnare di valicare i confini, se ne vale la pena. E valeva la pena, ad esempio, ricordare l’Iran di Ali Daei che si qualificava ai mondiali, con le donne a festeggiare in strada sfidando il regime di Teheran o la bellezza maledetta di David Ginola, maledetta per un pallone perso che ha significato mancata qualificazione al mondiale del 1994.

Piccoli trionfi che restano nella storia locale, come il Mantova che fermava la Juve in A nel 1971, come l’Ancona di Detari che regolava l’Inter 3 a 0 nell’esordio al Del Conero, o storie curiose come quella di Igor Shalimov e del suo amore finito male che ne ha condizionato un rendimento prima altissimo. E poi i colpi di mercato: quelli veri con annessa trattativa in stile spy story, come Martin Vasquez al Torino, quelli presunti, come Redondo al Milan e quelli finti, come Figo alla Juve…e pure al Parma.
Un anno trascorso sforzando la memoria per tirar fuori gli aneddoti più originali, le cronache dell’epoca, quei nomi che sono scomparsi dai radar, quelle storie che a tirarle fuori ci racconti non solo il pallone, ma anche il paese con tutte le sue caratteristiche. Ed essendo l’archivio vasto continueremo a raccontare, ricordare, intervistare. Da amanti del vintage l’obiettivo abbastanza chiaro è uno: rendere vintage anche “Ti ricordi” e far arrivare il momento in cui ci si chiederà “Ti ricordi “ti ricordi”?” .

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