Due versioni divergenti e, nel mezzo, una donna. L’aggressione notturna dell’avvocato Piero Longo, difensore di Silvio Berlusconi, ex docente universitario e penalista di fama, continua a mantenere elementi di ambiguità. Perché è vero che il gip di Padova Claudio Marassi ha convalidato il fermo di polizia giudiziaria a carico di Luca Zanon di 49 anni, elettricista e maestro di sci in Trentino, e della commercialista Silvia Maran, 47 anni, ma l’episodio accaduto nell’androne di casa dell’avvocato si presta a letture differenti. Longo, che ha subìto ferite guaribili in una ventina di giorni, ha dichiarato di non conoscere i due che lo hanno colpito al volto con pugni e schiaffi, facendolo cadere a terra. Avrebbe estratto una pistola (regolarmente detenuta) solo per difendersi e avrebbe sparato due colpi in aria, a scopo di intimidazione.
I due, che si trovavano ai domiciliari, si sono presentati in tribunale per l’udienza di convalida e hanno fornito una versione in parte differente. Hanno detto di aver suonato il campanello dell’abitazione del legale, nel centro di Padova, solo per parlargli e portargli un’ambasciata di una loro amica, che un tempo aveva stretti legami (personali e di famiglia) con il legale e con cui non riusciva più a mettersi in contatto. Ma sono stati affrontati dal professionista armato di pistola. Per questo si sarebbero difesi, colpendo Longo solo per strappargli l’arma e fuggire.
Il gip ha preso una decisione salomonica. Ha confermato il fermo per violenza privata aggravata e rapina, ma ha disposto per entrambi l’obbligo di dimora nel comune di Padova, il divieto di avvicinamento alla casa di Longo e l’obbligo di rimanere a casa tra le 22 e le 7 del mattino. Da quello che hanno messo a verbale emerge il ruolo centrale di una 31enne, conoscente dell’avvocato, che voleva parlargli per chiarire una situazione personale e che è rimasta all’esterno del palazzo. Adesso è soltanto denunciata a piede libero per concorso nella violenza privata.
La donna si chiama Rosanna Maria Sole Caudullo, è nata nel 1989, e sarebbe stata lei a condurre gli amici fino all’abitazione di Longo. Voleva riuscire a vincere il rifiuto dell’avvocato ad incontrarla. Era la figlia di un’amica dell’avvocato (il quale ha 76 anni) e in passato aveva avuto un rapporto confidenziale con lui, risalente a un’epoca precedente al 2017, l’anno in cui Longo si è sposato con una manager che vive a Milano. Quindi si conoscono da parecchi anni, poi però i rapporti si sono complicati. Per riuscire ad avvicinarlo, la Caudullo (che si è laureata in Giurisprudenza nell’ateneo dove insegnava Longo) si è rivolta agli amici. I due hanno negato che si trattasse di una spedizione punitiva, era soltanto una ricerca di colloquio. Rimane comunque strano che ciò si avvenuto di notte e che il legale, dopo aver saputo di chi si trattava, sia sceso nell’androne di casa con una pistola in tasca. A colpire Longo sarebbe stata soprattutto Silvia Maran, mentre lo Zanon è riuscito a strappargli la pistola di mano. Si tratta di due persone con la fedina penale pulita.