Bruxelles ha paura di Ankara, che la ricatta sui migranti ma a cui Berlino vende sei sommergibili, e fa marcia indietro sulle sanzioni a Erdogan per le ricerche illegali di gas a Cipro e in Grecia. Il vertice Ue sulla crisi del Mediterraneo orientale si è trasformato in un risiko diplomatico: dopo 9 ore di negoziati e dopo tre diverse bozze, è stato raggiunto un primo accordo sulle questioni relative alle azioni scomposte della Turchia, che rivendica il gas in quelle acque ma senza l’appoggio di alcun trattato internazionale.
Grecia e Cipro hanno accolto il testo finale, in cui però non si menziona la parola “sanzioni”, ma c’è un generico riferimento ai Trattati Ue che prevedono la procedura sanzionatoria nel caso in cui proseguano le azioni provocatorie e unilaterali della Turchia. Come dire che se Erdogan continuerà a sforare lo spazio aereo greco con i suoi F-16 o se continuerà a rivendicare per sé l’isola greca di Kastellorizo cercando gas in acque non turche, solo allora forse verrà sanzionato. Ma fino ad oggi ha già violato sia il Trattato di Montego Bay del 1982 sulla delimitazione marittima, sia quello di Losanna del 1923 sulla demarcazione delle isole nell’Egeo.
Il dato politico è che l’Ue, di fatto, teme la clava migranti che Erdogan può brandire: il presidente turco chiede anche altri soldi dopo i 6 miliardi ottenuti in passato per tenere sul proprio suolo 5 milioni di siriani. La Germania fino a questo momento ha scelto la strada della diplomazia ovattata, sia perché ospita in casa propria 8 milioni di cittadini turchi, sia perché ha in piedi solide relazioni commerciali con il Sultano, a cui ha venduto 6 sommergibili.
“L’Ue ha deciso di presentare alla Turchia due strade – dice al fattoquotidiano.it il ministro greco per le Politiche Ue, Miltiadis Varvitsiotis -, un percorso di cooperazione e il rafforzamento del rapporto con la modernizzazione tramite l’accordo doganale dell’Ue e la liberalizzazione dei visti. Affinché la Turchia possa marciare in questo modo, dovrebbe astenersi da ogni provocazione unilaterale nell’est e, naturalmente, fermare le trivellazioni illegali nella zona economica esclusiva a Cipro. Se la Turchia continuerà ad agire come una potenza revisionista, violando i diritti sovrani degli Stati membri, l’Unione Europea sarà obbligata a sanzionarla. Questo è un momento importante per la leadership della Turchia e per decidere quale sarà la futura relazione del Paese con l’Ue. La Grecia è pronta a impegnarsi in un dialogo in buona fede al fine di trovare una soluzione ai sensi delle disposizioni del diritto internazionale”.
Da Atene arriva un pollice alzato solo di facciata: “Siamo assolutamente soddisfatti delle conclusioni del vertice – ha commentato ieri il premier Kyriakos Mitsotakis –, ma è chiaro, come riportato dal paragrafo 20, che se la Turchia continuerà ad agire unilateralmente in modo aggressivo ci saranno conseguenze. La Grecia è pronta a deferire la questione alla Corte internazionale di giustizia dell’Aia. Qualsiasi decisione verrà presa entro la fine di dicembre”.
La replica di Ankara è sempre nel solco della provocazione: “L’Ue non osi punirci – ha precisato il ministro degli Esteri Mevlut Cavusoglu –, nel Mediterraneo abbiamo diritti legittimi”. E il suo collega responsabile dell’Energia, Fatih Dönmez, annuncia di essere pronto a dispiegare una terza nave da perforazione: “La Kanuni salperà dal porto di Taşucu il 10 ottobre per il Mar Nero, dove inizierà la perforazione nel giacimento di gas Sakarya recentemente scoperto”.
Il governo turco aveva annunciato la scoperta fatta un mese fa come eccezionale, ma gli esperti hanno messo in dubbio la fattibilità commerciale del progetto. La Kanuni era inizialmente diretta nel Mediterraneo orientale, dove la Turchia aveva precedentemente schierato altre due navi da perforazione, la Fatih e la Yavuz, mentre cercava di avanzare pretese sul gas naturale a Grecia e a Cipro. Ma le pressioni del Segretario di Stato Usa, Mike Pompeo, che ha visitato la Grecia per la seconda volta in un anno, hanno mutato lo scenario. Per questa ragione Atene e Nicosia guardano a oriente (oltre che a Bruxelles): a breve si terrà il primo vertice trilaterale Cipro, Grecia, Emirati Arabi Uniti.
Twitter: @FDepalo
Mondo
Gas nel Mediterraneo, l’Ue usa la diplomazia e la Turchia risponde con le minacce. Bruxelles teme le ritorsioni sulla questione migranti
Dal Vertice Ue nessun provvedimento contro le ricerche illegali di Ankara. Il ministro greco per gli Affari Ue Varvitsiotis al Fatto: “Affinché la Turchia possa marciare verso l'Ue, dovrebbe astenersi da ogni provocazione unilaterale nell'est e, naturalmente, fermare le trivellazioni illegali nella zona economica esclusiva a Cipro". Ma a Bruxelles la parola "sanzioni" è un tabù
Bruxelles ha paura di Ankara, che la ricatta sui migranti ma a cui Berlino vende sei sommergibili, e fa marcia indietro sulle sanzioni a Erdogan per le ricerche illegali di gas a Cipro e in Grecia. Il vertice Ue sulla crisi del Mediterraneo orientale si è trasformato in un risiko diplomatico: dopo 9 ore di negoziati e dopo tre diverse bozze, è stato raggiunto un primo accordo sulle questioni relative alle azioni scomposte della Turchia, che rivendica il gas in quelle acque ma senza l’appoggio di alcun trattato internazionale.
Grecia e Cipro hanno accolto il testo finale, in cui però non si menziona la parola “sanzioni”, ma c’è un generico riferimento ai Trattati Ue che prevedono la procedura sanzionatoria nel caso in cui proseguano le azioni provocatorie e unilaterali della Turchia. Come dire che se Erdogan continuerà a sforare lo spazio aereo greco con i suoi F-16 o se continuerà a rivendicare per sé l’isola greca di Kastellorizo cercando gas in acque non turche, solo allora forse verrà sanzionato. Ma fino ad oggi ha già violato sia il Trattato di Montego Bay del 1982 sulla delimitazione marittima, sia quello di Losanna del 1923 sulla demarcazione delle isole nell’Egeo.
Il dato politico è che l’Ue, di fatto, teme la clava migranti che Erdogan può brandire: il presidente turco chiede anche altri soldi dopo i 6 miliardi ottenuti in passato per tenere sul proprio suolo 5 milioni di siriani. La Germania fino a questo momento ha scelto la strada della diplomazia ovattata, sia perché ospita in casa propria 8 milioni di cittadini turchi, sia perché ha in piedi solide relazioni commerciali con il Sultano, a cui ha venduto 6 sommergibili.
“L’Ue ha deciso di presentare alla Turchia due strade – dice al fattoquotidiano.it il ministro greco per le Politiche Ue, Miltiadis Varvitsiotis -, un percorso di cooperazione e il rafforzamento del rapporto con la modernizzazione tramite l’accordo doganale dell’Ue e la liberalizzazione dei visti. Affinché la Turchia possa marciare in questo modo, dovrebbe astenersi da ogni provocazione unilaterale nell’est e, naturalmente, fermare le trivellazioni illegali nella zona economica esclusiva a Cipro. Se la Turchia continuerà ad agire come una potenza revisionista, violando i diritti sovrani degli Stati membri, l’Unione Europea sarà obbligata a sanzionarla. Questo è un momento importante per la leadership della Turchia e per decidere quale sarà la futura relazione del Paese con l’Ue. La Grecia è pronta a impegnarsi in un dialogo in buona fede al fine di trovare una soluzione ai sensi delle disposizioni del diritto internazionale”.
Da Atene arriva un pollice alzato solo di facciata: “Siamo assolutamente soddisfatti delle conclusioni del vertice – ha commentato ieri il premier Kyriakos Mitsotakis –, ma è chiaro, come riportato dal paragrafo 20, che se la Turchia continuerà ad agire unilateralmente in modo aggressivo ci saranno conseguenze. La Grecia è pronta a deferire la questione alla Corte internazionale di giustizia dell’Aia. Qualsiasi decisione verrà presa entro la fine di dicembre”.
La replica di Ankara è sempre nel solco della provocazione: “L’Ue non osi punirci – ha precisato il ministro degli Esteri Mevlut Cavusoglu –, nel Mediterraneo abbiamo diritti legittimi”. E il suo collega responsabile dell’Energia, Fatih Dönmez, annuncia di essere pronto a dispiegare una terza nave da perforazione: “La Kanuni salperà dal porto di Taşucu il 10 ottobre per il Mar Nero, dove inizierà la perforazione nel giacimento di gas Sakarya recentemente scoperto”.
Il governo turco aveva annunciato la scoperta fatta un mese fa come eccezionale, ma gli esperti hanno messo in dubbio la fattibilità commerciale del progetto. La Kanuni era inizialmente diretta nel Mediterraneo orientale, dove la Turchia aveva precedentemente schierato altre due navi da perforazione, la Fatih e la Yavuz, mentre cercava di avanzare pretese sul gas naturale a Grecia e a Cipro. Ma le pressioni del Segretario di Stato Usa, Mike Pompeo, che ha visitato la Grecia per la seconda volta in un anno, hanno mutato lo scenario. Per questa ragione Atene e Nicosia guardano a oriente (oltre che a Bruxelles): a breve si terrà il primo vertice trilaterale Cipro, Grecia, Emirati Arabi Uniti.
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Roma, 7 gen. (Adnkronos) - C’è la data del debutto stagionale indoor di Marcell Jacobs: l’oro di Tokyo esordirà nei 60 metri il 2 febbraio a Boston in occasione del New Balance Indoor Grand Prix. Sarà subito un big match: l’azzurro delle Fiamme Oro incontrerà il campione olimpico dei 100 metri di Parigi Noah Lyles.
L’annuncio è arrivato nella serata italiana: per Jacobs si tratterà di un ritorno sui 60 metri a distanza di quasi due anni dalla medaglia d’argento conquistata agli Europei indoor di Istanbul 2023 alle spalle dell’altro azzurro Samuele Ceccarelli. In questa specialità, Jacobs è stato campione del mondo a Belgrado nel 2022 con il record europeo di 6.41 dopo aver vinto l’oro nella stagione precedente agli Euroindoor di Torun 2021. Per l’atleta allenato da Rana Reider in Florida è il primo confronto diretto con Lyles sui 60 dopo tre sfide sui 100 metri, tutte terminate in favore dello statunitense: Parigi in Diamond League nel 2023, semifinale dei Mondiali di Budapest 2023, finale delle Olimpiadi di Parigi 2024. Il primato personale di Lyles sulla distanza risale alla scorsa stagione: 6.43 ad Albuquerque.
Roma, 7 gen. (Adnkronos) - "Fra una tanto propagandata ed inutile 'zona rossa' e l’altra, ora il governo Meloni e il ministro Piantedosi permettono un altro tipo di zona: la 'zona nera' fatta di neofascisti con la loro squallida ed inaccettabile simbologia, certi di essere impuniti. Una vergogna per il nostro Paese, un’onta per questo governo". Lo afferma Nicola Fratoianni di Avs sulla manifestazione ad Acca Larentia.
Roma, 7 gen. (Adnkronos) - Riunione del gruppo Pd Camera con la segretaria Elly Schlein. All'ordine del giorno dell'assemblea un punto sulla ripresa dei lavori parlamentari e sulla riforma della giustizia, con la separazione delle carriere, che sarà all'esame dell'aula.
Militello (Catania), 7 gen. (Adnkronos) - "Conservare i territori nella loro genuina consistenza è una opera preziosa di carattere nazionale, ma non si può fare se vengono impoverite, indebolite o addirittura abbandonate comunità delle aree interne montane". E' la denuncia del Capo dello Stato Sergio Mattarella nel suo intervento a Militello Val di Catania. "Vi sono gli strumenti moderni che consentono ormai di rispondere a questa esigenza - prosegue Mattarella - Il digitale consente di annullare le distanze, l'isolamento di un tempo, delle campagne, delle montagne, ma occorre procedere velocemente in queste direzione. Occorre accogliere, quindi, l'invito che arriva oggi da Militello di tenere conto di quanto sia elemento nazionale rilevante la sorte delle aree interne montane e delle isole minori. Quindi, da Militello parte una esortazione, una condivisione di opinioni che non è solo nell'interesse di questa città ma di tutti i comuni del nostro paese, grandi e piccoli, di pianura, di montagna, di aree interne, che avvertono quanto il vincolo nazionale sia essenziale, importante per ciascuno di loro e quanto sia indispensabile garantire nei territori servizi adeguati, collegamenti adeguati, e per tutti i cittadini e le cittadine".
Militello (Catania), 7 gen. (Adnkronos) - "Nel nostro paese, nel nostro Bel paese tante città, come Militello Val di Catania, tante aree interne o montane sono protagoniste della storia". Lo ha detto il Capo dello Stato Sergio Mattarella intervenendo a Militello Val di Catania. "Le aree interne, montane, delle piccole isole coprono il 60 per cento del nostro territorio, ci vivono 13 milioni di nostri concittadini - dice - Le aree interne, montane,sono per il nostro paese una ricchezza non solo storica, di memoria, conservano una immensa ricchezza di patrimonio artistico e culturale.Che fa parte essenziale, protagonista dell'attrazione che il nostro paese esercita nel mondo per la sua cultura, la sua arte, la sua storia, il suo modello di vita. Sono aree che richiedono, quindi, un intervento costante". "E' vero, come sanno bene i sindaci, vi è un problema che riguarda le comunicazioni, una quantità di servizi che vanno garantiti nell'interesse del'intero paese, non solo delle comunità interne", aggiunge.
Militello (Catania), 7 gen. (Adnkronos) - "Le nostre comunità soffrono il ridimensionamento dei servizi che riguardano la sanità, la scuola, i trasporti. Bisogna fermare questo processo, occorre combattere la dispersione scolastica e il rischio di isolamento. Spesso vedono i propri figli partire per studiare, lavorare, affermarsi in luoghi lontani, ritornare nelle feste comandate e avere un cuore sanguinante perché le radici sono forti e fa male andare via". E' la denuncia del sindaco di Miltello in Val di Catania, Giovanni Burtone, intervenendo al Palazzetto dello sport alla presenza del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. "L'inverno demografico- dice- si sta trasformando in glaciazione e non e' solo con la monetizzazione che si può affrontare. Serve una visione, serve convogliare nuove energie per tornare a dare speranza a questi luoghi. Ecco perché la visita della massima carica della nostra Repubblica, del garante della Costituzione e di quei diritti fondamentali che sono codificati nella prima parte della Carta, assume carattere di evento straordinario. In un mondo globalizzato e sempre connesso in cui purtroppo gli echi delle guerre ci ricordano che la natura umana ha limiti che ci fanno ricadere sempre negli stessi errori e che ci preoccupano per il futuro. La richiesta di pace non e' velleitaria ma la consapevolezza che il più lungo periodo di pace che questo continente ha conosciuto non e' una conquista perenne ma quotidiana".
Roma, 7 gen. (Adnkronos) - “Sono testimone, prima da sindaco e ora da deputato europeo, del lavoro che Elisabetta Belloni ha sempre svolto nella sua vita professionale, forte della sua esperienza in campo diplomatico e internazionale. Le sue dimissioni rappresentano una perdita importante per le Istituzioni democratiche della Repubblica italiana. A lei va il mio grazie più sincero per l'alto servizio che ha reso al nostro Paese, da ultimo nel suo delicato ruolo al vertice del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza. Mi auguro che continuerà a ricoprire ruoli strategici e importanti nell'interesse dell'Italia e dell’Europa”. Lo dichiara l’europarlamentare Pd Dario Nardella.