Cultura

Pop Up Festival 2020, Osimo pulsa di arte contemporanea: fino a metà ottobre la “mostra” che riscrive lo spazio urbano della città

Un cartellone ricchissimo di opere d’arte per riscrivere lo spazio urbano. Con opere permanenti e installazioni temporanee e con i murales che sono diventati pezzi di vissuto sociale, di riscatto e di speranza

di Pierfrancesco Curzi

Henry Matisse, nei suoi ultimi anni di vita e di lavoro, dipingeva seduto sulla sua sedia a rotelle, il pennello attaccato ad un’asta. I suoi capolavori hanno ispirato tanti maestri del ‘900. Allegra Corbo, artista contemporanea, con la sua opera La prima molecola ha replicato i collage di carta realizzati dal pittore francese, adattandoli, per modificare la vita sociale degli ospiti della casa di riposo Fondazione Padre Bambozzi, ad Osimo.

Un’opera murale permanente site-specific, parte del cartellone del PopUp Festival 2020 (V edizione) in corso nella cittadina dell’anconetano, da sempre molto attiva sotto il profilo culturale. Un cartellone ricchissimo di opere d’arte contemporanea per riscrivere lo spazio urbano. Non chiamatela più street art, i murales sono diventati pezzi di vissuto sociale, di riscatto e di speranza. L’obiettivo del festival è proprio questo, modificare la percezione dei lavori inseriti in contesti particolari.

La casa di riposo Bambozzi è uno di questi luoghi inusuali, così come le facciate di un capannone industriale lungo la statale Adriatica trasformate nell’anima con forme e colori di forte attrazione. L’opera di Giorgio Bartocci Self protection. Architettura liquida nr. 10 è, come quella della Corbo, una delle installazioni definitive che fanno parte del cartellone del festival 2020. Impressionante anche il lavoro di Broken Fingaz Gigantografia, installazione temporanea, una cascata di colori applicata per mitigare l’effetto dell’impalcatura di un cantiere, quello di un ex cinema storico nel cuore della città dei ‘senza testa’.

La natura e l’idea di rinnovamento sono alla base del gigantesco dipinto New dawn/New day/New life realizzato – con la direzione artistica di PopUp Studio – nel 2019 da Twoone / Hiroyasu Tsuri sulle pareti e sul soffitto del Mercato delle Erbe, tra i vicoli del centro. L’artista giapponese, attivo in passato da Goa a New York, Hong Kong, Toronto e così via, si è ispirato alla flora e alla fauna del Conero e al suo paesaggio dopo un lungo soggiorno a Osimo. Fino a qui i capolavori destinati a restare nella cittadina dove, a Palazzo Campana, resterà aperta fino al 10 gennaio 2021 la mostra di Keith Haring Made in New York.

L’altra parte del PopUp Festival 2020, Pop Up Street Gallery, vedrà l’allestimento di installazioni temporanee, in visione fino al 15 ottobre prossimo nel centralissimo corso Mazzini e sotto il loggiato del Comune, con 40 opere portate da 30 artisti di fama nazionale ed internazionale. Gli autori di questa sezione temporanea presenteranno dei lavori che indagano e raccontano le emozioni vissute durante la quarantena, opere cercate e volute per riappropriarsi dello spazio civile, sociale, vitale, perduto durante la pandemia.

Pandemia che rischiava di far saltare l’opera di Allegra Corbo: “Nell’autunno del 2019 ho avviato un laboratorio con gli ospiti della casa di riposo Fondazione Bambozzi, dopo un’idea condivisa con Monica Caputo, direttrice artistica del PopUp Festival – spiega l’artista anconetana -. L’obiettivo era realizzare un lavoro particolare coinvolgendoli, il Covid sembrava aver fatto saltare il tutto, poi ad agosto ci siamo ritrovati. Le lezioni del laboratorio vertevano sulla natura, sulle loro memorie di vita legate alla botanica, dai giardini d’infanzia alle piante più amate fino alle erbe usate per cucinare. Stimolare i loro ricordi attraverso l’arte del disegno e qui mi sono legata al grande Matisse. Un’attività didattica e al tempo stesso un ponte verso l’esterno e il loro vissuto. Il risultato è stato il murale realizzato in quella che prima dell’emergenza pandemica era una sala ricreativa, diventata poi anche il refettorio”.

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