È buffo come a volte siano i figli ad insegnarci delle cose. Qualche anno fa Marco cominciò a seguire una serie a cartoni animati, Steven Universe Future (serie che avrà il suo epilogo con la sesta ed ultima stagione, trasmessa in Prima Tv su Cartoon Network – canale 607 di Sky – a partire dal 5 ottobre, dal lunedì al venerdì, alle ore 19.40).
Ammetto che sulle prime avevo categorizzato quello come uno dei tantissimi cartoni che Marco aveva guardato in passato, diventandone prima grande fan e poi, semplicemente, trovandoli qualcosa di non più adatto a sé. Ragazzi, non avevo davvero capito un accidenti. Lo ammetto.
Con il passare dei giorni, dei mesi e, ormai lo posso dire, degli anni, Marco non solo non accennava a far scemare il suo entusiasmo per Steven, ma anzi si spingeva molto oltre rispetto a ciò che fino a quel momento aveva fatto; cominciò a cercare sui canali internazionali gli episodi originali e ascoltarli in inglese, a scaricare le canzoni che accompagnavano la serie, a cercare tutto quello che attorno a Steven Universe si era creato.
Ci fu poi un momento X, di quelli che ti ricordi per tutta la vita. Rebecca Sugar, l’autrice della serie, lo scorso anno venne in Italia, a Lucca Comics, per presentare il film dedicato al suo personaggio. Inutile dirvi che Marco, che quasi mai si comporta in questa maniera, ha cominciato a guardare me e sua madre con occhi da cerbiatto e giurare che avrebbe fatto qualunque cosa pur di avere il permesso di andare a quel Lucca Comics. Un pochino divertiti e altrettanto incuriositi decidemmo di accontentarlo e solo in quella occasione, forse, capimmo davvero.
Marco, che di solito è piuttosto schivo e riservato, aveva addirittura deciso di fare da cosplayer per il suo e personaggio e con una rara determinazione aveva coinvolto genitori, nonni ed amici nella creazione del costume perfetto con cui, il giorno dell’inaugurazione, si presentò orgoglioso a Lucca, persino incurante – lui che di base è freddoloso – di girare per la città in infradito, a novembre.
Tempo zero aveva cominciato a stringere amicizia con altri fan e in men che non si dica ci aveva liquidato, ammettendo nella cerchia degli accoliti solo suo fratello e dandoci appuntamento al pomeriggio, per la prima del film.
Seduti in quel cinema, finalmente, capii per quale motivo Marco si era così appassionato a Steven Universe. No, non era affatto un cartone animato come tutti gli altri, ma qualcosa di notevolmente più avanti; un modo – bellissimo – per trasferire a ragazzi e adulti valori importanti come l’inclusione, il rispetto reciproco, l’amore incondizionato e persino la bellezza della diversità.
Le gemme, ovvero i personaggi della serie, sono tutte bellissime, tutte diverse, nessuna di loro è perfetta, ma sono bellissime proprio perché ciascuna è diversa ed orgogliosa della sua diversità, cosciente di come, grazie a quella diversità, può essere utile a tutti e, in primis a sé.
Le gemme e i personaggi di Steven Universe Future sanno accettare e accettarsi vivendo, per questo, in un mondo molto migliore e sereno, che forgiano giorno dopo giorno come, spero, riusciranno a fare Marco, Giovanni e tutti i nostri ragazzi.
Grazie Marco, mi hai insegnato come una serie animata può essere alle volte più educativa di un’intera biblioteca.