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Chi era Kenzo Takada lo stilista giapponese morto di Covid che conquistò Parigi: dalle riviste rubate alla sorella alle passerelle con gli elefanti

Lo stilista è morto a 81 anni. Nelle sue vetrine tutto è audace le proporzioni, i colori, le stampe che evocano mondi esotici e lontani. Per non dimenticare il profumo Flower by Kenzo: subito un best seller

di Beatrice Manca

La leggenda vuole che il suo amore per la moda sia nato da bambino, a Himeiji, quando rubava le riviste delle sorelle per leggerle di nascosto. Una passione che lo avrebbe portato a Parigi per fondare il marchio che porta il suo nome, capace di coniugare l’eleganza orientale e lo streetwear occidentale. Lo stilista giapponese Kenzo Takada è morto a 81 anni, ultima vittima illustre del coronavirus.

Nonostante i genitori lo mandino all’università per studiare letteratura, lui tra i libri si annoia troppo: arriva a Tokyo per studiare moda, e diventa uno dei primi studenti maschi ad essere ammesso al Buka Fashion College. Inizia a disegnare abiti femminili per i grandi magazzini, poi il grande salto: l’Europa, la patria dell’alta moda.

Arriva a Parigi nel 1964: sono gli anni dello stile futurista di Courreges e di Balmain, delle sperimentazioni di Paco Rabanne, delle collezioni più audaci uscite dalla matita di Yves Saint Laurent. Ci mette un po’ Kenzo ad ambientarsi, ma comincia a disegnare: alla fine, nel 1970, riesce ad aprire la sua prima boutique, Jungle Jap.

Nelle sue vetrine tutto è nuovo e audace: le proporzioni, i colori, le stampe che evocano mondi esotici e lontani. Fiori dai colori sgargianti e animalier. Lancia l’oversize, le asimmetrie, i pantaloni di tela grezza. Uno stile ‘urbano’ pratico per essere indossato da tutti, sempre: le sue donne camminano nella giungla sì, ma in una giungla d’asfalto. Basta un anno affinché le riviste di moda si accorgano di lui e Elle metta una delle sue creazioni in copertina.

Kenzo Takada ha il gusto per la teatralità, le sue sfilate sono sempre degli show: evoca il circo sulle sue stampe e nelle scenografie dei defilé – con tanto di elefanti – disegna i costumi per il cinema e per il teatro. Saluta per sempre il mondo della moda nel 1999, per dirottare il suo talento creativo nel design di interni. Ma il brand, che nel frattempo è entrato a far parte del colosso del lusso LMVH, cresce e prospera. Dopo una parentesi con Antonio Marras, alla guida del brand arrivano Humberto Leon e Carol Lim, che riportano lo stile del brand alle origine di Jungle Jap, allo streetwear graffiante e originale che piace a Beyoncé, a Rihanna, a Selena Gomez. E a schiere di clienti in tutto il mondo: dove non arrivano i capi nell’armadio, arriva la boccetta di profumo sulla mensola del bagno.

Il nuovo millennio si apre infatti con il lancio di Flower by Kenzo, il profumo più famoso e riconoscibile della casa, con l’iconico papavero rosso sul flacone. Subito è un best seller. Così come le felpe su cui campeggia la tigre – simbolo del marchio di Takada – e l’immancabile occhio, che diventa anche la boccetta del nuovo profumo, Kenzo World. Più famoso della fragranza diventa lo spot, un corto girato nientemeno che da Spike Jonze e interpretato da Margaret Qualley, la figlia di Andie MacDowell. Tutto è teatrale, esagerato, imprevedibile e raffinato: proprio come amava Kenzo Takada.

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