Le scosse telluriche dentro il Movimento 5 Stelle raggiungono il vertice. Una contro l’altro questa volta non sono opinioni su come far ripartire il M5s, né correnti o cordate. Ma faccia a faccia si ritrovano da una parte Davide Casaleggio, figlio del fondatore Gianroberto, presidente dell’associazione Rousseau che gestisce Blog delle Stelle e piattaforma per le votazioni delle iscritti, e dall’altra il comitato di garanzia di cui fanno parte il viceministro Giancarlo Cancelleri, la consigliera regionale del Lazio ed ex deputata Roberta Lombardi e soprattutto il capo politico reggente, il viceministro dell’Interno Vito Crimi. Siamo a un passo dalla rottura tra i Cinquestelle e Casaleggio e tutto accade nel giorno del compleanno (l’undicesimo) di una forza politica che dal nulla è diventata protagonista della politica italiana, fino alla guida di due governi nazionali.
Uno scontro nel merito e nel metodo, la cui miccia è stata nel pomeriggio un intervento di Casaleggio comparso sul Blog delle Stelle. Se diventerà un partito, toglierò il mio supporto al Movimento – ha scritto, anticipando uno dei temi dei futuri Stati generali -, e ha puntato il dito in particolare contro il “capo politico“, cioè quello che è reggente da 8 mesi, Crimi appunto. Un post rilanciato a tempo di record da Alessandro Di Battista, tra gli altri. In serata, senza entrare nel merito, ecco una nota del comitato di garanzia, breve eppure durissima, pubblicata significativamente non sul Blog delle Stelle, ma su facebook, sulla pagina del M5s. “Il Blog delle Stelle è il canale ufficiale del M5s e Davide Casaleggio non ricopre alcuna carica nel Movimento 5 Stelle. Il post pubblicato in data odierna sul Blog delle Stelle a firma Davide Casaleggio rappresenta una sua iniziativa, personale e arbitraria, diffusa attraverso uno strumento di comunicazione ufficiale del Movimento 5 Stelle”. Nel giro di poche ore, insomma, il M5s è costretto a fare i conti con alcune delle sue contraddizioni: quella più evidente è la contestazione che il comitato di garanzia avanza nei confronti di Casaleggio, il fatto che non ricopre alcun incarico nei Cinquestelle. “Il fatto che il Blog delle Stelle sia gestito dall’associazione Rousseau non autorizza il suo presidente a utilizzarla per veicolare suoi messaggi personali non condivisi con gli organi del M5s. Il M5s siamo noi, tutti, non è appannaggio di qualcuno in particolare”.
In giornata avevano scritto, parlato e dichiarato altri tre leader del Movimento. Uno è Beppe Grillo che il 4 ottobre 2009 era a Milano con Gianroberto Casaleggio proprio per fondare il Movimento 5 Stelle. Grillo sembra voler prendere ostentatamente le distanze dagli scontri interni che pure raggiungono ora proprio il figlio di Casaleggio. Anzi, Gianroberto lo cita, come cita Dario Fo, “padre spirituale” dei 5 Stelle, per definire loro e lui stesso come “pazzi della democrazia“. “Forse molti non ci capiscono proprio per questo e continuano a chiedersi chi c’è dietro” sottolinea Grillo.
Un’altra figura di primo piano che evita accuratamente di scegliere una metà del campo – se non quello dell’impegno nel governo – è il ministro degli Esteri ed ex capo politico Luigi Di Maio. Anche lui fa riferimento al compleanno inevitabilmente e, usando forse qualche strumento del suo lavoro principale, tiene i toni bassi, usa parole di diplomazia, parla da paciere, tenta di spostare l’attenzione: “Il MoVimento sta vivendo una fase di transizione, perché stiamo crescendo e maturando – scrive su facebook – Sono fiero di far parte di questa forza politica che sta cambiando il Paese. In molti continuano ad attaccarci, in molti continuano a ostacolarci, ma questi sono i fatti. Tanto altro dovremo fare. Abbiate fiducia in noi, abbiate fiducia nel cambiamento. Rimaniamo uniti e guardiamo avanti”.
Infine il presidente della Camera Roberto Fico che consapevole della burrasca in cui il M5s è finito è costretto a rompere per un’altra volta, come spesso è accaduto negli ultimi giorni, il silenzio istituzionale a cui aveva abituato dall’inizio della sua presidenza a Montecitorio. Il M5s, dice Fico, “non potrà più essere quello delle origini ma da quelle radici deve comunque trovare nutrimento” se vuole portare avanti le battaglie intraprese nelle istituzioni e al governo, che hanno condotto anche a successi come il reddito di cittadinanza. Per Fico, allora, occorre “compattarsi intorno a una progettualità e a una identità, e sui provvedimenti da portare avanti e sui temi da sostenere”, “e allo stesso modo individuare un’organizzazione che sia adeguata a quello che è diventato e a quello che aspira ancora ad essere”.