“Le rivelazioni di Adua Del Vesco e la storia della setta? Credo che qualcuno abbia architettato questa cosa contro di me. Ho una sensazione molto forte ma non centrano né gli autori del Grande Fratello né Mediaset“. Dopo settimane di silenzio e di contromosse studiate con gli avvocati, Alberto Tarallo ha scelto di raccontare la sua verità sull’Ares Gate, scoppiato dopo le dichiarazioni della Del Vesco e di Massimiliano Morra al Grande Fratello Vip, e lo ha fatto con una lunga e dolorosa intervista rilasciata a Massimo Giletti nel corso dell’ultima puntata di Non è l’Arena, su La7.
“Non sono qui per difendere me stesso ma la memoria del mio compagno, Teodosio Losito“, ha esordito il produttore di fiction di successo, dal Bello delle donne a L’Onore e il rispetto, che hanno lanciato anche Gabriel Garko, Eva Grimaldi e, tra gli altri, anche Morra e la Del Vesco. E proprio questi ultimi due finiti nel mirino di Tarallo, che ha rotto gli indugi raccontando tutta la verità, anche sulla loro storia d’amore: “Era finta, fu inventata a tavolino da me, Enrico Lucherini e da Sandro Mayer”, li smaschera Tarallo, aggiungendo poi che fu proprio la Del Vesco a chiedere a lui e a Losito di cacciare Morra dal “clan Ares” a causa di un grave motivo sul quale però ha preferito sorvolare. “Ma bisogna capire se lei ha detto o meno la verità: il suo tormento ha radici più profonde e lontane. Ora mi attacca ma prima mi scriveva lettere piene d’amore e riconoscenza”, aggiunge Tarallo, facendo intendere che la Del Vesco era solita dare più versioni di uno stesso episodio. Compresi quelli sul periodo in cui ha sofferto di anoressia, di cui l’attrice ha parlato anche a FQMagazine prima di entrare al Gf Vip. “Dice che Garko l’ha aiutata in quel periodo. Eppure ho letto delle chat che si scambiava con Teodosio Losito in cui si lamentava per l’atteggiamento di Gabriel. Io le avevo consigliato di andare in clinica, che pagavo 900 euro al giorno: Teo, il mio compagno era sensibile e gentile, l’ha aiutata e si voleva caricare anche di questo peso”, svela.
E se Garko resta il convitato di pietra di questa intervista – nessun accenno al suo coming out o al “sistema” che gli impediva che rivelare la sua omosessualità – Giletti va dritto ad una delle accuse più gravi mosse nelle ultime settimane, quella secondo cui il mondo delle fiction Ares fosse una sorta di setta, una gabbia dorata tra manipolazioni e messe nere. “Ma quale setta? Al massimo organizzavamo dei pranzi e ci veniva Ursula Andress. Le fiction duravano diversi mesi e ci sono stati momenti in cui quattro interpreti, i più giovani e deboli nella recitazione, vivevano nelle dependance della mia villa a Zagarolo: c’era un insegnante di recitazione, studiavano inglese, io la sera vedevo quello che avevano fatto. Ma non c’è mai stata alcuna costrizione. Chi parla di sette e messe nere lo sa che c’è persona che deve trovare tutte le mattine un motivo per alzarsi e per vivere? Tutto questo è stato fatto per un punto di share in più, questo sistema mi fa schifo“, attacca Tarallo. Ma tocca ancora una volta a Giletti insistere e arrivare a capire com’è nato l’Ares Gate, qual è la miccia che ha fatto scoppiare il caso mediatico e spinto Morra a definirlo addirittura Lucifero. “Alla base c’è molto rancore perché dopo la fine delle fiction Ares non hanno avuto occasioni lavorative. Penso che qualcuno abbia lavorato su rancore per architettare qualcosa contro di me. Di solito non mi sbaglio, ho un intuito molto forte. Non centrano né Mediaset né gli autori del Grande Fratello, è qualcosa che arrivo dal passato: sono sospetti non prove, ma il mio avvocato Daria Pesce si sta muovendo bene e arriveremo a capire da dove nasce la macchinazione”, rivela il produttore.
Tradotto, c’è un “mandante” che si cela dietro queste dichiarazioni e Tarallo lo dice apertamente, guardando dritto in camera: “A chi ha macchinato questo, so chi sei e perché l’hai fatto, dicono solo: vergognati. So chi c’è dietro queste dichiarazioni“, aggiunge ipotizzando che la Del Vesco sia stata manipolata. Poi arriva il momento più duro e spiazzante di tutta l’intervista, quella in cui Giletti apre il capitolo del suicidio di Teodosio Losito, lo sceneggiatore che per vent’anni è stato il compagno di Tarallo. “Al Grande Fratello si è parlato di istigazione al suicidio», gli ricorda Giletti. Un’accusa grave e infamante, che spinge il produttore ad aprirsi a una confessione intima e spiazzante, ripercorrendo gli ultimi giorni della vita di Losito. “Provo un senso di ribrezzo acuto e doloroso. Teo era depresso da un anno, ma il suicidio è stato un lampo a ciel sereno. La mattina in cui si è tolto la vita ci siamo visti e abbiamo lavorato, negli ultimi giorni era rilassato e sembrava che il peggio fosse finito. “Ricordati che io ti amo e ti amerò per sempre”, sono state le sue ultime parole. È stata la sua ultima dichiarazione d’amore”, rivela Tarallo. Che, a sorpresa, legge poi la lettera di addio di Losito, una missiva straziante in cui lo sceneggiatore spiega l’epilogo doloroso. “È una mia scelta e tu non hai colpe. Sono io che ha rimorsi e rimpianti. È un anno che lottiamo contro i mulini a vento, ci hanno preso per il culo, hanno usato una cattiveria più estrema per farmi e farci del male e ancora non riesco a capirne il motivo. Come da prassi si è creato il vuoto intorno a me, a noi. Il carro non è più quello dei vincenti. A chi abbiamo dato tutto di noi stessi ci ha sputato in faccia e oggi giudica e siamo dei rami secchi. Che pena. Sono stanco di vivere nello squallore degli altri e sentirmi fuori luogo in imbarazzo con te o per me stesso. È una vergogna insopportabile a volte ingestibile”. Dalla lettera emerge insomma tutta la delusione per le persone vicine, gli amici più cari, anche attori famosi, che dopo vent’anni di sodalizio artistico sono spariti e li hanno lasciati soli. Ma la domanda delle domande resta senza una risposta: chi è il “mandante” di questo caso mediatico? Tarallo non lo dice ma chiude graffiando: “Le persone che hanno distrutto Teo non distruggeranno me“. Il finale è ancora tutto da scrivere.