“Juve-Napoli? Il Napoli non aveva alternative. La Asl Napoli 2 ha imposto alla squadra di non partire, con delle prescrizioni forti e paventando anche responsabilità di natura penale. Poi è chiaro che ci sono le dietrologie: se questa è stata una decisione autonoma dell’Asl, lo lascio al ragionamento, all’intuizione e alla sagacia di molti“. Sono le parole del sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, intervenuto a “Omnibus”, su La7.
E rincara: “La verità è che c’è una confusione totale, dalla presenza dei tifosi allo stadio alla gestione delle partite. Io mi chiederei, da italiano e da sindaco, cosa è stato fatto in questi mesi per evitare che l’emergenza possa diventare qualcosa di cui ci si abitua e ci si approfitta, comprimendo altri diritti e consentendo di proseguire senza dare poi delle risposte. Il tema del calcio è qualcosa che ha a che fare con l’approssimazione con la quale sono stati affrontati alcuni temi e con le corsie preferenziali che per ragioni economiche hanno alcuni settori, come il calcio – prosegue – Non si è compreso perché per i giocatori siano state previste regole diverse, cioè che non si va in quarantena se una persona sta a contatto diretto con un positivo, e qui si arriva all’origine di ciò che ha anticipato Juventus-Napoli, che è la partita Napoli-Genoa. Se si fossero applicate le regole che valgono per tutti i cittadini, non saremmo arrivati a questo”.
“Trovo anche sgradevole che si assegnino partite a tavolino – conclude de Magistris – Ormai di calcio c’è molto poco. Io non riesco nemmeno a guardare più le partite senza tifosi. Scusate, ma perché su uno stadio che può contenere 60mila spettatori si deve mettere il limite di 1000, quando con 20mila si potrebbe arrivare a un distanziamento di 3 metri e scaglionare le presenze allo stadio e poi, allo stesso tempo, nelle strade di ogni città ci sono migliaia di persone che stanno tutte quante insieme?”.