Dal movimento dei no mask a leader politici come Donald Trump, fino alle manifestazioni dei negazionisti organizzate in diverse città europee negli scorsi mesi: la teoria secondo cui la pandemia abbia imposto in tutto il mondo una “dittatura sanitaria” continua a fare proseliti. Ma nelle ultime ore ci ha pensato l’infettivologo dell’ospedale Sacco di Milano Massimo Galli a smentirne gli argomenti. “Non la vorrei buttare in politica”, ha premesso l’esperto ad Agorà su Rai3. “Non è il mio ruolo né una mia competenza, ma mi pare che questo discorso non stia in piedi per una serie di buonissimi motivi“. Per Galli “bisognerebbe che ci si facesse finalmente una ragione” del fatto che il Covid-19 ha provocato “la prima grande pandemia con cui ci si trova ad avere a che fare in un mondo globalizzato”. A suo parere, “qualcuno dovrebbe cominciare a capirlo. Con il virus non si può fare una trattativa, né politica né sindacale”.

Per quanto riguarda la situazione in Italia, secondo Galli “il sistema sanitario e le leggi e i regolamenti che attualmente abbiamo in atto ci mettono in gravissima difficoltà“. Il motivo riguarda i conflitti di competenza creati dalla regionalizzazione della sanità. “Sono così tanti da creare contraddizioni spaventose e una sostanziale ingestibilità di determinati problemi. Se non si rafforza un’autorità centrale che possa dare delle disposizioni precise, non si va da nessuna parte se non a sbattere”, ha precisato l’infettivologo. “Stiamo rischiando una situazione paragonabile per certi aspetti a quella di marzo. Vogliamo questo? Vogliamo vanificare i lunghi giorni di lockdown e tutti i sacrifici connessi per andare ad ondeggiare in un locale che con quelle caratteristiche andrebbe chiuso questa sera stessa?”. Il riferimento è a un video, mandato in onda durante la trasmissione, in cui viene documentato un episodio della movida nel capoluogo lombardo. Immagini che, secondo l’esperto, “si commentano da sole”.

La speranza, a questo punto, è che le nuove misure a cui sta lavorando il governonon siano tardive. Quello che è successo in Francia e in Spagna è sotto i nostri occhi e quello che questi Paesi dovranno fare di conseguenza è abbastanza deducibile. Non vorrei in nessun modo che si arrivasse a questo punto”, al punto cioè di dover valutare un nuovo lockdown. Secondo il docente, però, anche nel nostro Paese “sono assolutamente inevitabili nuove restrizioni“. Guardando all’andamento dei contagi, per Galli “siamo sul crinale che ci potrebbe portare a una situazione di assoluta gravità. Non possiamo chiudere le scuole, non lo vogliamo e non vorremmo trovarci nella situazione di doverlo fare. Non possiamo chiudere le attività economiche, non vogliamo farlo”. Perciò è necessario imparare a “convivere con il virus”.

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