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Da Bolsonaro a Trump, tutte le cure dei presidenti. Non solo Remdesivir: quali sono state scelte e perché

Johnson, Bolsonaro, Berlusconi, Trump, Lukashenko: presidenti, premier ed ex (molti dei quali scettici per non dire apertamente negazionisti) hanno avuto trattamenti farmacologici diversi. Mentre il presidente Usa forse potrebbe essere dimesso dall’ospedale oggi, ecco come i potenti della Terra contagiati hanno combattuto il virus

Scettici, negazionisti, minimalisti, molti leader politici hanno sminuito, ignorato se non proprio ridicolizzato le misure sanitarie contro il Covid-19. Almeno fino al giorno in cui hanno contratto il virus in prima persona. Il presidente bielorusso, Aleksandr Lukashenko, aveva definito “psicotiche” le norme di contenimento del virus, e che per sconfiggerlo sarebbe bastato fare la “sauna 3 volte a settimana, e vodka”, fin quando non ha dichiarato di essere positivo al coronavirus. Qualcuno ha superato indenne la malattia, come Jair Bolsonaro, mentre altri sono finiti in terapia intensiva. È il caso di Boris Johnson, mentre il presidente Usa Donald Trumpancora ricoverato all’ospedale militare Walter Reed – per due volte negli scorsi giorni ha avuto bisogno dell’ossigenoterapia.

C’è chi ha tentato la “cura del mais”, un trattamento senza alcuna prova scientifica che ha scelto di seguire il presidente dell’Honduras, Juan Orlando Hernandez. Questa terapia si basa su una combinazione sperimentale e non testata di microdacyn, azitromicina, ivermectina e zinco. Poi ci sono capi di Stato che non è chiaro se siano deceduti a causa del Covid, o meno. Il leader del Burundi, Pierre Nkurunziza, membro del gruppo etnico Hutu, è morto improvvisamente lo scorso 8 giugno ufficialmente per un infarto, ma in circostanze ancora non chiare. La cosa certa è che, come riporta il Guardian, la moglie del presidente era positiva ed è volata senza di lui a Nairobi, in Kenya, per il trattamento contro la malattia e per non destare sospetti, dal momento che il Burundi ha espulso dal paese i rappresentanti dell’Oms proprio per oscurare l’esistenza del coronavirus.

BORIS JOHNSON – Il primo ministro britannico (56 anni) ha annunciato il 27 marzo con un tweet di essere positivo al al coronavirus. Il decorso del Covid-19 è stato imprevisto, tanto che Johnson è stato costretto a tre giorni di terapia intensiva. I suoi medici non hanno mai rilasciato informazioni sui farmaci con cui è stato curato. Ufficialmente hanno detto solo che gli è stato somministrato ossigeno. Il Fatto Quotidiano ha contattato direttamente Cotton Nzinga, il responsabile della comunicazione del St. Thomas Nhs, il quale ha dichiarato di non essere autorizzato a darci informazioni – né conferme, né smentite – in merito alle “cure” somministrate all’inquilino di Downing Street: “We are not able to help with your request“. Il Daily Mail ha ipotizzato il ricorso a vari farmaci, dal Lopinavir/Ritonavir, all’idrossiclorochina fino al Remdesivir, ma senza avere alcuna conferma ufficiale. Il 13 aprile è arrivata la notizia dell’esito negativo del test effettuato da Johnson prima delle dimissioni dal St. Thomas Hospital di Londra.

JAIR BOLSONARO – Il presidente brasiliano (65 anni) ha confermato di essere positivo al Sars-Cov2 il 7 luglio, dopo il tampone fatto nell’ospedale militare di Brasilia. Aveva febbre alta e sintomatologia tipica, come grande affanno e spossatezza. La cura scelta dal presidente è stata quella sponsorizzata fino ad allora da Trump, cioè il farmaco antivirale e immunomodulante noto come idrossiclorochina (seppure non ci siano mai state conferme definitive sulla reale efficacia di questo antimalarico). A partire dal 7 luglio Bolsonaro è rimasto isolato presso la sua residenza del Palacio da Alvorada, fino al 25 luglio, quando su Twitter lo stesso presidente ha annunciato il suo terzo tampone negativo, con tanto di foto in cui è ritratto mentre tiene in mano una confezione di idrossiclorochina.

SILVIO BERLUSCONI – Il fondatore di Forza Italia (86 anni), è risultato positivo il 2 settembre: si è sottoposto al test dopo il soggiorno in Sardegna. Il 3 settembre è stato ricoverato al San Raffaele, a Milano, per una polmonite bilaterale allo stato precoce. Qui è iniziata la cura a base dell’antivirale Remdesivir, cioè l’unico farmaco anti-Covid19 approvato dall’Agenzia europea del farmaco. Come confermato dal virologo dell’istituto milanese, Massimo Clementi, Berlusconi è stato sottoposto a un ciclo di 5 giorni, come da protocollo. Oltre a questa terapia nient’altro: né ossigeno né cure sperimentali (come per Trump). Il 15 settembre Berlusconi ha lasciato l’ospedale e il 29 ha ottenuto il primo tampone negativo.

DONALD TRUMP – Come riferito dalla Cnn, Donald Trump assume il Remdesivir come antivirale, oltre a un mix di due anticorpi monoclonali (sperimentali) e a diversi integratori: zinco, vitamina D, famotidina, tavolette di melatonina e una aspirina al giorno. Il medico della Casa Bianca Sean Conley ha poi rilasciato un aggiornamento riguardante lo stato di salute del presidente, specificando di averlo sottoposto a una seconda dose di Remdesivir “senza complicazioni” (il ciclo dura 5 giorni), ma ha anche aggiunto che “il presidente non è ancora fuori pericolo”. Nelle ultime ore gli è stato somministrato pure un potente steroide, il desametasone, ed è stato reso noto che potrebbe essere dimesso in giornata. Secondo Peter Horby, professore di medicina a Oxford e principale responsabile del trial clinico sul Covid dell’università inglese, si tratta di un farmaco “salvavita”. Questo potrebbe indicare che Trump è stato colpito in modo grave dalla malattia.