I RISULTATI - I candidati sostenuti da 5 stelle e Partito democratico hanno vinto a Pomigliano d'Arco, Giugliano, Ariano Irpino, Matera, Cascina e Termini Imerese, in Sicilia. Per il ministro degli Esteri "questa è un'altra giornata simbolo per il Movimento". Esulta anche il segretario dem: "La giornata ci dà coraggio e ci fa essere ottimisti"
L’alleanza Pd-M5s ha superato la prova del ballottaggio in tre Comuni: Pomigliano, Giugliano e Ariano Irpino in Campania. Ma anche a Matera e Cascina (Pisa), dove 5 stelle e dem hanno trovato un accordo al secondo turno. L’esperimento giallorosso ha dato risultati positivi nei territori dove i partiti di governo hanno deciso di correre insieme e, in un momento di grandi difficoltà interne per il Movimento 5 stelle, i leader ne approfittano per rivendicare la strategia. Il primo a festeggiare è stato il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, nonché principale promotore delle intese: “Oggi è un’altra giornata simbolo per noi“, ha dichiarato. “Dal territorio arriva nuova linfa, nuova energia, nuove idee per tutti noi. Vince il modello coalizione, il modello dell’apertura verso gli altri, verso i territori, verso le persone. Voluto e votato fortemente dagli iscritti”. Poco dopo ha parlato il segretario Pd Nicola Zingaretti: “Dal voto emerge un’altra buona e bella notizia, i risultati dicono che con l’alleanza delle forze di governo si vince dove perdevamo da anni e dove avevamo perso negli ultimi tempi. La giornata è molto positiva, ci dà coraggio e ci fa essere ottimisti”. Un successo per l’esecutivo, soprattutto alla luce dell’ennesima botta al centrodestra che vince solo in un capoluogo su nove: al primo turno era avanti in cinque città e ne governava quattro.
I segnali che arrivano dai territori servono per rafforzare il governo, proprio mentre nei 5 stelle il clima è sempre più teso. Solo pochi giorni fa Alessandro Di Battista ha definito “la morte nera” l’idea di una alleanza strutturale col Partito democratico. Un attacco che in parte è condiviso da chi vede nel modello coalizione la fine del Movimento 5 stelle, ma che è invece respinto dalla cosiddetta “ala governista” M5s che invece sostiene sia fondamentale fare accordi per resistere sui territori. Solo ieri è intervenuto Davide Casaleggio minacciando di togliere il supporto se ci fosse la trasformazione definitiva “in partito”. Il via libera alle alleanze per le amministrative però, è arrivato dopo un voto in extremis su Rousseau il 14 agosto scorso: sono stati gli iscritti a dare la loro approvazione, ma la discussione all’interno non si è mai placata. Di Maio e addirittura Conte, hanno rilanciato vari appelli perché le forze di governo trovassero un’intesa a livello locale (in particolare per le Regionali). Non tutti però dentro i 5 stelle vedono di buon occhio l’esperimento. La débacle alle Regionali e alle amministrative, in termini di risultati di lista, ha fatto suonare più di un campanello d’allarme. Il Movimento, in molti casi, dov’è in coalizione non è mai la forza trainante e la paura di una parte dei parlamentari è che la coalizione li faccia lentamente sparire. Ora la vera partita che si apre è quella per le elezioni amministrative 2021 nelle grandi città, a partire da Roma. “Serve un tavolo nazionale”, ha detto la viceminisitra M5s Laura Castelli. E pure Zingaretti ha chiesto l’avvio di “un cantiere”. Resta da vedere se Pd e M5s lavoreranno davvero insieme.
I risultati – In Campania è dove l’accordo giallorosso ha dato più risultati. Innanzitutto c’è la vittoria di Pomigliano d’Arco, in provincia di Napoli, terra natìa di Luigi Di Maio, dove il candidato Gianluca Del Mastro ha ottenuto oltre il 61% dei consensi e dove proprio il ministro degli Esteri ed ex capo politico è andato personalmente più volte a fare campagna. Resta il risultato deludente del 20-21 settembre per la lista M5s alle Comunali: i 5 stelle sono rimasti inchiodati al 10%, mentre nello stesso giorno per le Regionali hanno ottenuto il 20%. A Giugliano invece, è in vantaggio il candidato unitario Nicola Pirozzi sullo sfidante Antonio Poziello, appoggiato tra gli altri dai renziani di Italia viva. Sempre in Campania, ad Ariano Irpino (Avellino), Enrico Franza è tornato a sedersi sulla poltrona di primo cittadino. Qui a vincere il ballottaggio è stato il candidato socialista sostenuto sia dal Partito democratico che dal Movimento 5 stelle: per lui il 65,91% delle preferenze, contro il 34,09% di Marco La Carità. Per Franza si tratta della seconda vittoria alle amministrative dopo quella del 2019 quando però si trovò ad essere un “sindaco di minoranza”, in quanto al primo turno la maggioranza dei seggi in Consiglio comunale era andata alla coalizione avversaria. La situazione di “anatra zoppa” ha portato a una rapida fine dell’amministrazione e al commissariamento, concluso oggi con la nuova vittoria di Franza.
Altro simbolo del nuovo asse giallorosso è Matera: nella città dei Sassi i dem erano fuori dal secondo turno, ma alla fine hanno deciso di appoggiare il pentastellato Domenico Bennardi, che ha così ottenuto oltre il 67% di consensi. Bennardi era candidato di Movimento 5 stelle, Volt, Europa verde-Psi, Matera 3.0. E, prima del secondo turno, aveva appunto ottenuto l’endorsement dei democratici.
Un altro successo è da segnalare in Toscana e in una cittadina simbolo come Cascina, in provincia di Pisa. Questo è stato il primo comune toscano conquistato quattro anni fa dalla Lega quando elesse Susanna Ceccardi, oggi europarlamentare del Carroccio e candidata per il centrodestra, poi sconfitta, alla presidenza della Regione Toscana. Il ballottaggio ha dato la vittoria al dem Michelangelo Betti, sostenuto dal centrosinistra, ma non solo: dopo l’apparentamento con una lista civica di sinistra e il M5s, ha conquistato il 59% dei voti superando nettamente il candidato del centrodestra, Leonardo Cosentini (Lega). Quest’ultimo era assessore uscente e si era apparentato con la lista civica di Dario Rollo, il sindaco reggente uscente che ha rotto i rapporti con la Lega poco prima del voto. Lo scrutinio delle 36 sezioni del Comune ha assegnato a Betti 11.088 voti, mentre il suo rivale si è fermato a 7699 consensi, pari al 41% dei consensi, quasi 20 punti in meno.
Infine da segnalare Termini Imerese in Sicilia: qui si votava al primo turno e come prevede la legge regionale basta il 40% per evitare il ballottaggio. Grazie a questa norma la candidata dei pentastellati Maria Terranova, sostenuta anche dai dem, ha centrato l’elezione già al primo turno. Secondo dati non ancora ufficiali, infatti, ha già superato il 44 per cento delle preferenze quando mancano 4 sezioni da scrutinare. Francesco Caratozzolo, che ha incassato il sostegno di Forza Italia, Lega e DiventeràBellissima, invece, si ferma al 28 per cento, mentre la candidata di FdI, Udc e Cantiere popolare, Anna Amoroso, al 26 per cento.