Un boato fortissimo, alle 19:58 di ieri è stato avvertito dai cittadini di Capena, alle porte di Roma, ma anche in tutto il quadrante nord-est della Capitale. Il “botto”, rilevato dai sismografi dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, ha fatto registrare un lieve fenomeno sismico di magnitudo 1.7, con epicentro proprio a Capena e profondità di otto chilometri. Ma che cosa lo abbia generato resta un mistero. “Sino a questo momento (08:51 del 5 ottobre ndr) il boato non è correlabile ad uno specifico avvenimento e non si conoscono le precise cause” – scrive il Comune di Capena in un post su Facebook. Comunque non si sono registrati danni a cose o persone, né richieste o segnalazioni ai numeri di emergenza.
Sul posto si è immediatamente recata una task force composta da Protezione civile, Vigili del fuoco e Carabinieri, in compagnia del sindaco di Capena, Roberto Barbetti. Dalle prime ricognizioni effettuate sul territorio non sarebbe stata accertata nessuna esplosione, superficiale o sotterranea. “Al momento non abbiamo ricevuto alcuna segnalazione, chiamata o richiesta di aiuto – dice il sindaco – stiamo verificando le nostre zone di campagna e tutto intorno all’area della segnalazione, per cercare di capire che cosa abbia provocato quel boato. Perché se da una parte è strano che un terremoto si palesi solo con un boato di quel tipo, è altrettanto strano che un’esplosione sotterranea possa aver attivato i sismografi”. Le indagini, comunque, sono ancora in corso. E tra i cittadini di Capena, c’è qualcuno che su Facebook come causa del boato propone il “lago Puzzo” o lago di Capena, una profonda e antica faglia nel sottosuolo che ha determinato lo sviluppo di un particolare tipo di carsismo, che a sua volta ha dato origine a depressioni circolari a forma di imbuto “a seguito di forti boati e violente scosse di terremoto”.
(immagine d’archivio)
Cronaca
Roma, boato misterioso rilevato dai sismografi spaventa Capena. I cittadini: “E’ il lago Puzzo”
In seguito al "botto" di magnitudo 1,7 non ci sono stati danni a cose o persone, né segnalazioni ai numeri di emergenza
Un boato fortissimo, alle 19:58 di ieri è stato avvertito dai cittadini di Capena, alle porte di Roma, ma anche in tutto il quadrante nord-est della Capitale. Il “botto”, rilevato dai sismografi dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, ha fatto registrare un lieve fenomeno sismico di magnitudo 1.7, con epicentro proprio a Capena e profondità di otto chilometri. Ma che cosa lo abbia generato resta un mistero. “Sino a questo momento (08:51 del 5 ottobre ndr) il boato non è correlabile ad uno specifico avvenimento e non si conoscono le precise cause” – scrive il Comune di Capena in un post su Facebook. Comunque non si sono registrati danni a cose o persone, né richieste o segnalazioni ai numeri di emergenza.
Sul posto si è immediatamente recata una task force composta da Protezione civile, Vigili del fuoco e Carabinieri, in compagnia del sindaco di Capena, Roberto Barbetti. Dalle prime ricognizioni effettuate sul territorio non sarebbe stata accertata nessuna esplosione, superficiale o sotterranea. “Al momento non abbiamo ricevuto alcuna segnalazione, chiamata o richiesta di aiuto – dice il sindaco – stiamo verificando le nostre zone di campagna e tutto intorno all’area della segnalazione, per cercare di capire che cosa abbia provocato quel boato. Perché se da una parte è strano che un terremoto si palesi solo con un boato di quel tipo, è altrettanto strano che un’esplosione sotterranea possa aver attivato i sismografi”. Le indagini, comunque, sono ancora in corso. E tra i cittadini di Capena, c’è qualcuno che su Facebook come causa del boato propone il “lago Puzzo” o lago di Capena, una profonda e antica faglia nel sottosuolo che ha determinato lo sviluppo di un particolare tipo di carsismo, che a sua volta ha dato origine a depressioni circolari a forma di imbuto “a seguito di forti boati e violente scosse di terremoto”.
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Palermo, 24 dic. (Adnkronos) - Il gip di Palermo Maria Cristina Sala ha convalidato il provvedimento di fermo e ha disposto gli arresti in carcere per Francesco Lupo, 30 anni, l'uomo accusato di avere sparato a un operaio della Reset davanti al cimitero dei Rotoli a Palermo. La vittima è ancora ricoverata in ospedale con la prognosi riservata.
Roma, 24 dic (Adnkronos) - "La visita di oggi al carcere di Regina Coeli ha confermato l’insostenibile stato di degrado in cui versa il nostro sistema penitenziario. L’istituto, che comprende sezioni fatiscenti e sovraffollate, è solo l’emblema di un problema che il Governo Meloni continua colpevolmente a ignorare”. Lo dichiarano gli esponenti di Italia Viva Maria Elena Boschi, Roberto Giachetti e Luciano Nobili che oggi si sono recati in visita nell’istituto penitenziario romano.
"Chi varca le porte di un carcere, che sia un detenuto o un operatore penitenziario, entra in un luogo dove la dignità umana è costantemente calpestata. Celle sovraffollate, spazi inadeguati e condizioni di lavoro inaccettabili sono il frutto dell’immobilismo di un Governo che rifiuta di affrontare con serietà e responsabilità le gravi emergenze del sistema carcerario", proseguono.
"Il 26 dicembre Papa Francesco aprirà simbolicamente la “Porta della Speranza” a Rebibbia. Un gesto potente - sottolineano - che richiama l’attenzione sull’urgenza di restituire umanità e dignità a chi vive in carcere. Ci auguriamo che questo Governo si lasci finalmente “illuminare” da quel faro acceso dal Pontefice, rompendo il silenzio e l’indifferenza che lo hanno caratterizzato fino ad ora”.
(Adnkronos) - "Se il grado di civiltà di un Paese si misura osservando lo stato delle sue carceri, l’Italia, sotto il Governo Meloni, sta fallendo questa prova fondamentale. Serve un cambio di rotta immediato, con interventi concreti per garantire condizioni dignitose non solo a chi è privato della libertà, ma anche a chi, ogni giorno, lavora tra mille difficoltà. Noi continueremo a batterci affinché il nostro sistema carcerario diventi finalmente all’altezza di una Repubblica che si definisce democratica e civile. Il tempo delle scuse è finito: è ora di agire”, concludono gli esponenti di Iv.
Mosca, 24 dic. (Adnkronos) - Vasyl Nechet, capo, nominato dai russi, del consiglio di occupazione della città di Berdiansk, nell'oblast di Zaporizhia, è rimasto ferito dopo l'esplosione della sua auto. Lo ha riferito Suspilne, citando Mykola Matvienko, capo ad interim dell'amministrazione militare della città di Berdiansk. La causa dell'esplosione non è nota. L'auto di Nechet è esplosa in un cortile fuori da una casa. A seguito dell'esplosione, Nechet è stato ricoverato in ospedale, secondo il canale Telegram del movimento di resistenza femminile Zla Mavka. Le sue attuali condizioni non sono note.
La Russia ha occupato Berdiansk dall'inizio del 2022. La città si trova sul Mar d'Azov e funge da snodo di trasporto chiave per le autorità occupanti.
Mosca, 24 dic. (Adnkronos) - Il gruppo Nord ha colpito le formazioni di 14 brigate ucraine nella regione di confine di Kursk. Lo ha riferito il Ministero della Difesa russo, precisando che, "durante le operazioni offensive, le unità del gruppo di truppe Nord hanno sconfitto formazioni di una brigata meccanizzata pesante, cinque meccanizzate, tre brigate d'assalto aereo, una brigata marina e quattro brigate di difesa territoriale delle forze armate ucraine".
Inoltre - afferma ancora la nota ministeriale - i combattenti russi hanno respinto quattro contrattacchi da parte di gruppi d’assalto delle forze armate ucraine. L'aviazione e l'artiglieria hanno colpito il personale e l'equipaggiamento nemico nelle aree di nove insediamenti nella regione di Kursk e tre nella regione di Sumy. L'esercito russo continua a sconfiggere le formazioni delle forze armate ucraine che hanno invaso il territorio della regione di Kursk, ha sottolineato il Ministero della Difesa.
Roma, 24 dic (Adnkronos) - "I centri storici delle nostre città sono un patrimonio inestimabile, fatto di botteghe artigiane e non solo, che portano avanti tradizioni millenarie. Mestieri ed arti che si tramandano di padre in figlio e che rappresentano un fiore all'occhiello del nostro Paese. Forza Italia è sempre stata al fianco dei negozianti in questa battaglia grazie anche all'impegno e al sostegno di Maria Spena. Finalmente si dà loro pieno riconoscimento anche attraverso sostegni specifici, per far sì che tradizioni, mestieri ed arti non vadano dispersi, ma siamo promossi e rilanciati". Lo dice Paolo Barelli, presidente dei deputati di Forza Italia.
Mosca, 24 dic. (Adnkronos) - Mosca non sta chiudendo il suo confine con l'Estonia, né ha sottoposto i cittadini russi in possesso di passaporti Ue a un controllo più rigoroso all'ingresso. Lo ha affermato la portavoce del Ministero degli Esteri russo Maria Zakharova, aggiungendo che "i valichi di frontiera russi vicino al confine estone funzionano normalmente".
"L'Estonia sta diffondendo informazioni completamente inventate ai suoi cittadini, che stanno attualmente pianificando di visitare la Russia, tramite social e mass media, sostenendo che la Russia sta chiudendo i suoi confini. Anche le affermazioni secondo cui le guardie di frontiera russe stanno sottoponendo i russi con passaporti Ue a un controllo più rigoroso sono false", ha affermato la Zakharova in una dichiarazione pubblicata sul sito web del Ministero degli Esteri russo in risposta a un'inchiesta dei media.
Roma, 24 dic (Adnkronos) - "Un altro detenuto è morto a Sollicciano: aveva meno di 30 anni ed era fra i 100 che avevano fatto ricorso per le condizioni di detenzione inumane. Una tragedia -di cui non si conoscono ancora le cause- che riporta alla luce il terribile stato in cui vivono i detenuti nel carcere fiorentino. Un carcere che dovrebbe essere chiuso perché viola qualunque standard di umanità". Lo dice Francesco Bonifazi, deputato di Italia viva.
"Il Governo continua ad essere cieco e sordo di fronte al dramma carcerario italiano e anzi, le parole del sottosegretario Del Mastro, secondo il quale ai detenuti non dovrebbe essere consentito respirare- dimostrano quale sia la filosofia che li ispira. Noi continueremo a batterci perché la pena sia certa ma dignitosa. Mi appello al Ministro Nordio: passi dalle parole ai fatti e intervenga affinché Sollicciano sia chiuso e i detenuti trasferiti in una struttura adeguata”, conclude Bonifazi.