“State gettando fango su una città e su una comunità. Ma noi denunceremo tutti, sappiatelo. E ora scusate, ho cose più serie cui pensare: devo andare a fare il tampone”. Al telefono con Ilfattoquotidiano.it, Francesco Zicchieri – coordinatore regionale della Lega – è una furia. Nella sua Terracina, in provincia di Latina, ci sono 6 positivi al Sars-Cov-2 e un presunto cluster, una cena elettorale del 25 settembre con 75 persone, fra cui i vertici della Lega del Lazio e il leader nazionale Matteo Salvini. La Asl di Latina, secondo quanto riportano i quotidiani locali, ha richiamato tutti i partecipanti – fra quelli residenti nella provincia pontina – che non abbiano già effettuato il test negli ultimi 11 giorni.

Matteo Salvini era negativo, state strumentalizzando le sue parole”, afferma ancora Zicchieri. Il riferimento è alle frasi che l’ex ministro dell’Interno ha pronunciato quella mattina stessa a Formello, in provincia di Roma, in avvio di una lunga giornata di campagna elettorale nel Lazio, quando ha confidato di essere “un po’ febbricitante”. “Circolano ricostruzioni giornalistiche che in barba alle indagini Asl ricostruiscono ‘link elettorali’ il giorno del voto, prontamente sbandierate da qualche amministratore da cui ci aspetteremo ben altro in giorni come questo”, si legge sul profilo Facebook Lega-Salvini Premier Terracina, città dove ieri si è votato al ballottaggio e oggi si aspetta il responso per l’elezione del nuovo sindaco. E ancora: “Approfittare della salute delle persone al solo scopo di condurre una ‘bassa’ propaganda elettorale è una delle più squallide bassezze che si possano compiere in questo momento”. Il giorno successivo Salvini e alcuni esponenti della Lega sono partiti per Catania.

In realtà, altre fonti del Carroccio confermano la presa di posizione della Asl nei confronti dell’incontro. Sebbene l’azienda sanitaria pontina da questa mattina si sia trincerata nel silenzio, decidendo di rimandare le richieste di verifica dei cronisti a un indirizzo e-mail generico dal quale non sono mai arrivate risposte. Presente all’incontro del 25 settembre, come detto, c’era tutto lo stato maggiore romano e laziale della Lega. Fra i presenti anche l’ex ministro Claudio Durigon e il capogruppo alla Regione Lazio, Angelo Orlando Tripodi. Quest’ultimo, a quanto spiegano dal suo entourage, “non ha ricevuto alcuna comunicazione dalla Asl” essendo “costantemente sotto controllo”. Sempre fonti della Lega Lazio, spiegano che “dopo 11 giorni i presenti sono tutti asintomatici, quindi pensiamo che l’autorità sanitaria abbia agito per precauzione”.

La situazione nella provincia pontina del Lazio, in generale, preoccupa. Il bollettino regionale di domenica parlava di 73 casi accertati “di cui 21 con link familiare o contatto di un caso già noto, un caso di rientro dalla Sicilia”. Il direttore generale dell’Asl di Latina domenica sera ha dichiarato all’Ansa che nel territorio di sua competenza c’è “un aumento preoccupante” dei contagi, e che “in questo momento, fino a quando non ci sarà un quadro chiaro, invito a uscire solo in caso di necessità e a evitare le uscite superflue”. Anche l’assessore alla Sanità del Lazio, Alessio D’Amato, ha parlato di una “impennata dei casi nella Asl di Latina dove a seguito delle indagini epidemiologiche verranno studiate eventuali ulteriori misure”.

Il cosiddetto “mini-lockdown” non è più un’ipotesi così remota, anche se bisognerà comprenderne bene le modalità. Durante i mesi più duri dell’epidemia, proprio nel territorio pontino si erano registrati i casi più difficili legati al Covid, la cittadina di Fondi fu dichiarata zona rossa. Qui si sono verificati diversi episodi significativi, dalla cena al centro anziani che ha avviato, di fatto, il lockdown nel Lazio, ai contagi nel mercato ortofrutticolo più grande d’Europa.

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