La notizia della malattia da Covid 19 di Donald Trump deve avere colpito l’immaginario di un paziente che mi ha raccontato un sogno sull’argomento. Col suo permesso lo riassumo. Nel sogno c’era appunto il presidente degli Usa che ridacchiava, in quanto era stato appena rieletto alla presidenza. Raccontava che aveva fatto finta di essere affetto dalla malattia per attirare, a un mese dalle elezioni, i favori degli elettori e ora che aveva raggiunto il suo scopo poteva confessare che il malanno era falso, ma programmato dal suo gruppo di comunicatori nei minimi dettagli. Insomma, nel sogno si trattava di un vero e proprio complotto, ordito dallo staff presidenziale.

Al di là del significato specifico che la visione assume per quel paziente, ho provato a riflettere sull’ipotesi presente in questo sogno. In effetti Trump, nei sondaggi, pareva fino a pochi giorni fa in netto svantaggio. Qualcuno però ipotizzava che, come un giocatore di poker che bara, avesse un asso nella manica, nascosto per vincere la partita. La malattia da Coronavirus pare proprio uscita nel momento giusto per tentare di ingraziarsi il pubblico.

Ci sono dei precedenti di alcuni politici quali Jair Bolsonaro e Boris Johnson che, dopo la malattia, hanno avuto un netto aumento della loro popolarità nei sondaggi. Si crea, infatti, nell’opinione pubblica una spontanea vicinanza emotiva a chi sta in quel momento soffrendo; soprattutto se rappresenta la tua nazione agli occhi del mondo intero. Se poi quel politico vince la sua battaglia contro il terribile virus apparirà, agli occhi del popolo degli elettori, come un impavido cavaliere che ha sconfitto il drago con aumento della popolarità.

Non essendo per natura un complottista ritengo che sia più probabile che la malattia sia vera e non inventata dallo staff del presidente, ma il fascino di questa ricostruzione dietrologica risulta molto forte. Negli Usa un gruppo di estrema destra – Q-anon, sostenitore di Trump, che parte dalle rivelazioni vere o false classificate Q (segrete) ed è anonimo – ha alimentato negli ultimi anni teorie complottiste sempre più strampalate. Lo stesso presidente ha diffuso in più occasioni notizie, poi rivelatesi false, per cui il limite fra la verità e la menzogna ormai è indistinguibile.

Il termine “populismo” viene usato solitamente per additare negativamente gli avversari politici. Cosa sia di preciso nessuno lo sa ben definire, in quanto sono sempre le proposte e le argomentazioni degli altri ad essere così bollate, mentre le proprie vengono ritenute corrette e democratiche. Credo che i politici populisti siano coloro che nella loro propaganda non accettano il principio di non contraddizione (A è diverso da non A) per solleticare le corde infantili in cui tutto e il suo contrario è possibile.

I tipici messaggi sono: si possono abbassare le tasse senza provocare dei deficit di bilancio; se nel mondo imperversa una malattia noi solo perché inglesi, brasiliani o americani ne saremo esentati; possiamo mandare in pensione tante persone, senza che altri cittadini debbano pagare questi emolumenti etc.

Trump è un tipico politico populista che nella scorsa campagna elettorale ha promesso che i Messicani avrebbero pagato il muro da costruire fra loro e gli Usa, che gli Europei e i Cinesi avrebbero accettato senza ritorsioni i dazi da lui imposti. Nei confronti del virus ha avuto un atteggiamento improntato alla noncuranza, affermando che si trattava di una malattia destinata in breve a scomparire. Purtroppo, la realtà ha dimostrato che almeno 200mila americani, secondo le statistiche, sono morti per il Covid 19 e che l’economia americana ha subito un crollo molto rilevante.

Questa sottovalutazione della realtà, per costruirne una immaginaria, è affascinante in quanto solletica in ognuno di noi le pulsioni profonde che rifiutano l’evidenza troppo ingombrante e rigida che non offre ciò che noi desideriamo. A ben vedere è il tipico modello dello spot pubblicitario che afferma che, senza alcuno sforzo, grazie a un prodotto reclamizzato con nomi accattivanti, riusciremo a dimagrire. Sappiamo tutti, a livello razionale, che per dimagrire occorre stare a dieta, soffrire un poco e fare attività fisica.

Lo stesso accade quando comperiamo il cellulare che costa 499 euro: inganniamo noi stessi, pensando che ne costi circa quattrocento. La pubblicità, sottilmente, collude con questa nostra volontà, più o meno inconscia, di auto illusione, ci spinge a cercare di avere l’oggetto desiderato, senza sentirci in colpa per aver sborsato troppo denaro. Coloro che ci riportano alla realtà, come spesso accade agli avversari dei politici populisti, appaiono grigi, noiosi e scialbi.

Tornando all’ipotesi, contenuta nel sogno del mio paziente, scopriremo presto se questa malattia, reale o costruita a tavolino, darà nuovo smalto al poliedrico personaggio televisivo che è “The Donald”. Soprattutto se riuscirà, poco prima delle elezioni, a tornare alla vita pubblica con l’immagine vincente di colui che ha sconfitto la malattia.

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