Non è bastato un prezzo doppio rispetto ai primi bandi e la promessa di un pagamento anticipato da 15 milioni di euro. La gara indetta a inizio settembre da Regione Lombardia per l’acquisto urgente di 1,5 milioni di dosi di vaccino antinfluenzale non è stata aggiudicata e così è venuta meno l’ultima chance per porre rimedio a una situazione che sembra sempre più disastrosa. Perché nella Regione più colpita dalla prima ondata di Covid-19, le strutture pubbliche non avranno un numero sufficiente di vaccini da offrire gratis a tutte le persone a rischio cui l’antinfluenzale quest’anno è fortemente consigliata. Sono infatti solo 2,3 milioni le dosi in arrivo, a fronte di una platea che la Regione stima in 2,7 milioni, ma la fondazione Gimbe fa salire a 3,4 milioni. Carenza di vaccini a cui si aggiungono i ritardi: la campagna vaccinale, che da indicazioni ministeriali sarebbe dovuta partire ai primi di ottobre, non inizierà prima di novembre, come le telefonate de ilfattoquotidiano.it a diversi centri vaccinali dimostrano. Colpa non solo di un mercato dove i fornitori hanno ormai esaurito la propria capacità di produzione in tempi ristretti, ma anche di un filotto iniziale di tre bandi sbagliati imputabili ai vertici regionali e alla coppia Fontana-Gallera.
L’ultima gara a non essere aggiudicata era stata indetta il 7 settembre. Ad Aria, la centrale acquisti regionale, è arrivata una sola offerta da parte di un’azienda cinese, la Life’On. Ma come riporta il Corriere della Sera, le dosi di vaccino sono state offerte a un prezzo superiore alla base d’asta e soprattutto la consegna non avrebbe rispettato il termine previsto del 21 novembre. Per questo l’offerta è stata considerata inappropriata. Prima di questo bando, la Regione ne aveva pubblicati altri sette per cercare di accaparrarsi vaccini antinfluenzali, essenziali quest’anno per evitare il più possibile che la somiglianza tra i sintomi di influenza e Covid portino a un sovraccarico di ospedali e laboratori di analisi.
Il filotto di errori – La ricerca inizia il 26 febbraio, pochi giorni dopo la scoperta dei primi contagi da Coronavirus nel lodigiano. Aria, diretta allora da Filippo Bongiovanni poi rimasto coinvolto nel caso camici di famiglia Fontana, pubblica un primo bando per l’acquisto di 1,35 milioni di dosi per adulti e 20mila per bambini, entrambi a un prezzo di 4,50 euro l’una. Ma come riportato a fine luglio da ilfattoquotidiano.it e denunciato dai consiglieri regionali del Pd Carmela Rozza e Fabio Pizzul, il bando contiene due errori evidenti: il numero di dosi è di poco superiore alle vaccinazioni fatte dalla Regione un anno fa (1,29 milioni), quando non c’era alcuna pandemia, e la base d’asta è di 4,50 euro a dose, meno dei 5,50 pagati nel 2019. Arriva un’unica offerta, ma a un prezzo di 5,90 euro a dose che supera la base d’asta. La gara così non viene aggiudicata.
Aria ci riprova a cavallo tra marzo e aprile, alzando il prezzo a 5,90 euro a dose, ma senza variare le quantità richieste. A maggio la direzione generale Welfare, in quel momento ancora guidata dall’ex dirigente della Squadra Mobile di Lecco Luigi Cajazzo, finalmente si accorge che le dosi non sono sufficienti. Ma anziché portare a termine la procedura in corso e parallelamente indirne una nuova, la gara viene revocata e così si riparte da capo. A fine maggio arriva il terzo bando. Le dosi per adulti richieste questa volta sono 2 milioni (lotto 1), ma ormai è difficile reperirle in giro, considerata la grande richiesta, e il bando non prevede la possibilità di fornire una quantità inferiore di dosi. Così per gli adulti non arriva alcuna offerta e viene aggiudicato solo il lotto 2, cioè 20mila dosi per bambini.
La Regione azzecca i bandi, ma ormai è tardi – Col quarto bando di metà giugno la Regione cerca 2,5 milioni di dosi per adulti, più altre 200mila destinate specificamente a operatori sanitari e 70mila ad anziani ospitati nelle Rsa. Ma ne riesce a rastrellare solo 200mila per adulti e 200mila per operatori sanitari. Arriva la quinta gara, uguale alla precedente: questa volta la Regione riesce ad accaparrarsi 1,3 milioni di dosi per adulti e 70mila per gli anziani delle Rsa, ma ormai i termini di consegna sono slittati a ottobre, con la possibilità di ritardare la fornitura fino al 15 novembre.
Con la sesta gara di fine luglio, la Regione si garantisce 410mila dosi spray per bambini. La settima gara del 7 agosto va alla ricerca di 700mila dosi per adulti, ma a vuoto. Così come l’ottava, quella per cui non è bastata la promessa del pagamento anticipato. Una formula riproposta nella gara lampo pubblicata il 30 settembre, la nona, con offerte che devono arrivare entro oggi. In attesa di conoscerne il risultato, le dosi totali di cui la Regione si è garantita la fornitura sono al momento 2,2 milioni, che salgono a 2,3 considerando che alcuni dei lotti possono essere incrementati del 20%. Un numero insufficiente per gli oltre 3 milioni di lombardi che ne avrebbero bisogno. E con tempi ancora incertissimi.