Nella Curia romana c’è già chi l’ha ribattezzata la “dama del cardinale”. Ad alimentare le cronache delle già intricate indagini finanziarie dei pm vaticani è una donna cagliaritana 39enne, Cecilia Marogna, titolare di una società che fa missioni umanitarie e ha sede in Slovenia. Stando alle accuse, ha ricevuto 500mila euro dalle casse della Segreteria di Stato con lo scopo di sostenere missioni umanitarie in Africa e in Asia. Ma i soldi le sono serviti unicamente a rinnovare il guardaroba e l’arredamento della casa: borse, scarpe, accessori lussuosi, tra i quali una costosissima poltrona in pelle. Il tutto per volontà dell’allora sostituto della Segreteria di Stato, Angelo Becciu, poi nominato cardinale, nel 2018, da Papa Francesco e quale recentemente lo stesso Bergoglio ha tolto i diritti connessi alla porpora. Becciu si dice “truffato” dalla donna e respinge ogni accusa al mittente. Gli inviati de Le Iene, Gaetano Pecoraro e Riccardo Festinese, hanno seguito la cosiddetta “dama del cardinale”, che in Vaticano si spacciava per la nipote di Becciu. La scoperta è stata clamorosa: al posto delle millantate attività benefiche, la Marogna spendeva i soldi della Segreteria di Stato nei negozi di marca più costosi. Il porporato ha smentito anche che la donna fosse una sua parente e si dice incredulo di questa ulteriore accusa. Tra i documenti ritrovati, però, c’è anche una lettera di presentazione su carta intestata della Santa Sede nella quale Becciu dichiara di conoscerla e di riporre in lei massima fiducia e stima.
Il porporato replica alle accuse dicendo di essere stato sempre convinto che i 500mila euro accreditati alla donna in diversi bonifici sarebbero serviti per finanziare la liberazione di missionari rapiti. Ma così non è stato. Cecilia Marogna respinge, però, tutte le accuse: “Li ho spesi per viaggi diplomatici, pagamenti di fonti di informazione, mediazioni e bonifici a fondazioni umanitarie”. E aggiunge: “Quelle su di me? Tutte falsità! Io amante del cardinale? Assurdo. Sono un’analista politica e un’esperta di intelligence, che lavora onestamente e che vive in affitto mantenendo sua figlia. Ho alle spalle una formazione scientifica poi studi di geopolitica perfezionati in Libano. Ho dei forti valori cattolici e una formazione clericale, pur se mia figlia è nata fuori dal matrimonio. Una studiosa di temi internazionali”. E su Becciu spiega: “Gli ho scritto una mail, era il 2015, per capire se le mie analisi fossero corrette, e quali fossero i problemi di sicurezza delle nunziature e delle missioni. Mi ha ricevuto a Roma in Segreteria di Stato, doveva essere un colloquio di 20 minuti, ma è durato un’ora e mezzo. Mi disse: ‘Mi sembra strano che una giovane donna come lei si interessi di questi temi’. Nacque un rapporto di stima sfociato in una collaborazione operativa. Mancava una diplomazia parallela nei Paesi nordafricani e medio-orientali, ma io sapevo cosa fare e come muovermi, anche per ridurre i pericoli derivanti alle nunziature dalle cellule terroristiche presenti in quei Paesi”.
Intanto, mentre procedono le indagini dei pm vaticani, il Papa vuole vederci chiaro. Per questo motivo, Francesco ha istituito la Commissione di materie riservate che dovrà occuparsi dell’assegnazione degli appalti, ma anche di indagare sulla gestione delle finanze della Santa Sede. A presiederla sarà il cardinale Kevin Farrell, prefetto del Dicastero per i laici, la famiglia e la vita e camerlengo di Santa Romana Chiesa. Come segretario è stato nominato monsignor Filippo Iannone, presidente del Pontificio Consiglio per i testi legislativi. La commissione sarà composta anche da monsignor Fernando Vérgez Alzaga, segretario generale del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano, monsignor Nunzio Galantino, presidente dell’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica, e padre Juan Antonio Guerrero Alves, prefetto della Segreteria per l’economia. “La gestione degli affari – ha affermato il Papa nel giorno della nomina della commissione – richiede sempre da parte di tutti una condotta leale e limpida, che non ceda alla corruzione. Nell’esercizio delle proprie responsabilità è necessario saper distinguere il bene dal male. Infatti, anche nel campo dell’economia e della finanza, retta intenzione, trasparenza e ricerca dei buoni risultati sono compatibili e non devono mai essere disgiunte. Si tratta di individuare e percorrere con coraggio linee di intervento rispettose, anzi, promozionali della persona umana e della società”.