C’è anche un inasprimento della pena per chi favorisce i detenuti sottoposti al regime di 41 bis nel decreto sicurezza approvato dal Cdm nella notte. Viene così introdotto questo elemento di novità, proposto dal ministro della Giustizia Alfonso Bonafede. Nel testo sono dunque previste pene più severe per chi agevola il detenuto al 41bis: si passa da 1 a 4 anni al da 2 a 6 anni. Nei casi di ipotesi aggravata, ovvero se il reato è commesso da un pubblico ufficiale, un incaricato di pubblico servizio o da chi esercita la professione forense, il reato da 2 a 5 passa da 3 a 7 anni. Si stabilisce, infine, un rafforzamento delle sanzioni applicate in caso di comunicazioni dei detenuti al carcere duro e si prevede una nuova fattispecie di reato che sanziona chi introduce o detiene all’interno di istituti penitenziari telefoni cellulari o dispositivi mobili di comunicazione. Contestualmente sono previste disposizioni per rendere più efficace l’esercizio delle attività del Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale.

L’introduzione nel dl sicurezza del reato per chi introduce in carcere un cellulare è una “innovazione normativa a livello penale che finalmente pone un argine a prassi criminali che stavano fiaccando l’efficacia del regime carcerario del 41-bis ed anche dell’alta sicurezza, in un contesto in cui anche culturalmente si sta cercando di screditare tali regimi, figli delle intuizioni di Giovanni Falcone in particolar modo” dice il presidente della commissione parlamentare Antimafia. Secondo Nicola Morra, “nel corso degli ultimi anni si sono centuplicati i ritrovamenti di microcellulari” anche perché finora non c’era alcun reato che “sanzionava tale comportamento”. Inoltre, ha sottolineato Morra, “la possibilità di comunicare con altri garantita da un cellulare rappresenterebbe una leva formidabile di recupero d’efficacia criminale”. “Altro discorso sarebbe schermare, con strumenti che tecnologicamente già oggi lo consentono, gli ospiti degli istituti di pena da tentativi di comunicazione non via cavo. Ma intanto – conclude il presidente della commissione antimafia – si è fatto un passo in avanti con l’introduzione di questo nuovo reato“.

Il decreto su sicurezza e immigrazione introduce norme che rafforzano i dispositivi a garanzia della sicurezza pubblica, mettendo in pratica le misure del divieto di ingresso nei pubblici esercizi e nei locali di pubblico trattenimento o nelle loro adiacenze, nonché le misure di contrasto al fenomeno dello spaccio di stupefacenti attraverso siti web. Si stabilisce inoltre la inapplicabilità della causa di non punibilità per “particolare tenuità del fatto” ad alcune fattispecie di reato. Si estende il meccanismo dell’oscuramento, già utilizzato per il contrasto alla pedopornografia online, a quei siti che, sulla base di elementi oggettivi, devono ritenersi utilizzati per la commissione di reati in materia di stupefacenti. Inoltre, si inaspriscono le pene per i soggetti coinvolti in risse, prevedendo che, qualora qualcuno resti ucciso o riporti lesioni personali, il solo fatto della partecipazione alla stessa sia punibile con la reclusione da sei mesi a sei anni.

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