Solo dopo il secondo tampone negativo, arrivato sabato, è stato ricoverato in ospedale, quando però era già in coma. Amnesty International: "Il Covid-19 si può contenere anche sulla terraferma, chi viene salvato ha bisogno di cure immediate"
Era denutrito e disidratato, aveva il corpo “martoriato da segni di tortura“. È morto oggi in ospedale, a Palermo, dove era ricoverato dal 18 settembre, giorno dello sbarco dalla nave quarantena Allegra. Aveva 15 anni e proveniva dalla Costa d’Avorio. Lo racconta la tutrice del giovane, che lo aveva seguito dopo il ricovero a seguito dello sbarco. Secondo il suo racconto, Abou – questo il nome diffuso da Open Arms – era stato tenuto a bordo della nave per i tamponi Covid nonostante lo stato “grave” di salute e con il corpo “martoriato da segni di tortura”, oltre a “segni di denutrizione e disidratazione”. Solo dopo il secondo tampone negativo, arrivato sabato, è stato ricoverato in ospedale, quando però era già in coma.
“Siamo costernati e addolorati per la morte di Abou, un ragazzo di 15 anni con il sogno di raggiungere l’Europa – dichiara Open Arms Italia in una serie di tweet pubblicati sulla morte del 15enne soccorso in mare dalla Ong – Le persone che soccorriamo sono tutte in condizioni di salute precarie, hanno subito abusi e violenze, hanno affrontato giorni di attesa in mare“. Open Arms ribadisce la necessità che queste persone vengano fatte sbarcare in un porto sicuro e nel più breve tempo possibile. “Deve essere permesso loro di trascorrere i giorni di quarantena in strutture adeguate”, dove vengano garantite loro le cure necessarie e “dove i loro diritti vengano rispettati”, prosegue la Ong, che sta fornendo tutte le informazioni necessarie alle autorità competenti, “sperando che qualcosa cambi davvero”.
Anche Amnesty International Italia è intervenuta sulla morte del giovane Abou: “NO alla quarantena in mare per i migranti! – scrive sul suo profilo Twitter – La detenzione di persone senza base giuridica e in condizioni inadeguate non è giustificabile. Il Covid-19 si può contenere anche sulla terraferma. Abou, 15 anni, è una vittima di questo sistema crudele e inefficace”.