Quegli stessi permessi di soggiorno che erano stati loro revocati dal Decreto sicurezza, Isaac Kwaku, Prince Donkor, Patrick Ameyaw e Cinthia se li sono visti consegnare oggi direttamente dalle mani del presidente del Consiglio, nella sala di Palazzo Chigi. Un riconoscimento che avviene a distanza di quattro mesi dalla tragedia di Castel Volturno (Caserta), quando in un cantiere abusivo di Pianura un crollo travolse e uccise il loro compagno di lavoro e marito, Thomas Daniel, 41 anni, morto insieme all’operaio italiano, Ciro Perrucci. Al tempo le indagini accertarono che la vittima e altri tre migranti impiegati nel cantiere erano irregolari e che, avendo perso per il Decreto Sicurezza i permessi per motivi umanitari di cui godevano, avevano continuato a lavorare in nero, senza alcun tipo di tutela.
“Questo è un gesto di sostanza che però, sono consapevole, non le restituirà Thomas”, ha detto Conte rivolgendosi a Cinthia, vedova di Thomas, che aveva raccontato a Repubblica la storia di suo marito, “trattato come un fantasma per 40 euro al giorno”. Al momento della firma sul documento, la donna non ha trattenuto le lacrime: “Per me è un gesto d’amore. Mi sento finalmente amata” ha detto. “Non c’è una sola causa per la morte di Thomas e Ciro – ha proseguito il premier Conte – ma tante cause: criminalità sullo sfondo, il caporalato che vi comprime nei diritti; c’è anche l’abusivismo, c’è uno sfondo di comportamenti razzisti che dobbiamo combattere, c’è un’economia sommersa. È l’intreccio di queste realtà la causa della loro morte e anche una grave irresponsabile disattenzione verso le condizioni di sicurezza nei luoghi di lavoro”.
Come Cinthia, anche per Isaac, Patrick e Prince – scampati per miracolo al crollo nel cantiere abusivo di giugno – è arrivato il permesso di soggiorno provvisorio, che ha sei mesi di validità, rinnovabili per un altro anno. Un riconoscimento dovuto, arrivato anche grazie all’impegno di tante associazioni, come il Centro sociale ex Canapificio e la Caritas tramite il Centro per migranti Fernandes che, sostenuti dal parlamentare Sandro Ruotolo, dopo la tragedia di giugno hanno invitato il premier Conte a Castel Volturno, comune casertano dove viveva Thomas. E dove ad oggi risiedono quasi ventimila immigrati irregolari. E’ stata poi la Procura di Napoli, con il procuratore Giovanni Melillo, a rompere gli indugi e a richiedere alla questura di Caserta l’emissione di quattro permessi di soggiorno, avendo riconosciuto i quattro ghanesi come vittime dello sfruttamento lavorativo. Il questore Antonio Borrelli ha dato poi seguito alla richiesta emettendo i permessi.
«Oggi – dice Mimma D’Amico del Centro sociale Ex Canapificio, presente alla cerimonia – dovrebbe essere approvata la riforma dei decreti sicurezza; il premier ci ha confermato che così dovrebbe essere. Abbiamo chiesto al premier di trovare un provvedimento per rendere giustizia, anche in nome di Thomas, a quanti in questi due anni hanno perso il permesso di soggiorno umanitario a causa dei decreti sicurezza. In Italia si stima siano circa 100mila gli uomini e le donne con un radicamento sociale che vanno tutelati, duemila solo a Castel Volturno. Conte ha garantito che sarà sempre in ascolto per trovare una soluzione per queste ‘persone diventate irregolari’; queste le sue parole, che ci hanno colpito”. “Ora che Thomas non c’è più, desidero riabbracciare i miei figli”, dice Cinthia prima di lasciare Palazzo Chigi. Non li vede da 18 anni.