Inviti simili ai governi arrivano anche da Banca centrale europea e Fondo monetario internazionale. Per ora la Fed non porterà i tassi in territorio negativo ma non ha "nessuna fretta" di ridurre i sostegni monetari all'economia
Meglio troppo che troppo poco. E’ il messaggio lanciato al Congresso Usa, da Jerome Powell governatore della banca centrale statunitense (Federal Reserve). Powell ha esortato i politici a fare di più per la contrastare la crisi economica indotta dalla pandemia affermando che Il “rischio di concedere troppi aiuti è minore di quello di concederne troppo pochi”. Il governatore ha sottolineato che gli effetti di spinta della politica monetaria, di sua competenza, si moltiplicano se sono accompagnati da interventi pubblici. “Non e’ il momento di preoccuparsi del deficit federale” ha detto Powell, durante il discorso tenuto oggi al National Association of Business Economics. Il budget federale, sul lungo periodo, e’ su un percorso “insostenibile”, ma “non e’ il momento di dare priorita’ a questa preoccupazione”. Il banchiere centrale ha anche precisato che per ora la Fed non ha intenzione di portare i tassi in territorio negativo, come accade invece in Europa o Giappone. Continueranno però gli interventi di supporto all’economia: “non c’è alcuna fretta di mettere fine agli strumenti a sostegno” .
Non troppo diverse le parole pronunciate dalla presidente della Banca centrale europea Christine Lagarde in un’intervista rilasciata giovedì scorso a un evento online organizzato dal Wall Street Journal e diffusa oggi. La ripresa è ancora a rischio e “temiamo che le misure di contenimento che devono essere prese dalle autorità avranno un impatto” negativo sulla ripresa, ha detto Lagarde. “E’ fondamentale che in questo momento le politiche fiscali e monetarie lavorino mano nella mano ed evitino quell’effetto caduta che avremmo se le misure venissero ritirate troppo presto”, ha spiegato la presidente. La direttrice generale del Fondo monetario internazionale Kristalina Georgieva, ha ricordato come i governi abbiano sinora stanziato per l’emergenza 12mila miliardi di dollari. “Ma alcuni sono in grado di fare più di altri. Per le economiche avanzate è il whatever it takes”, fare tutto il possibile a ogni costo, mentre per i “paesi più poveri è whatever is possibile”, cercare di fare quanto possibile, ha spiegato la direttrice generale. E’ il momento di “spendere e conservare le ricevute” perché solo così si può aiutare la crescita a superare la “calamità” della pandemia, ha spiegato Georgieva rimarcando come secondo nuovi studi dell’Fmi aumentare gli investimenti pubblici dell’1% del prodotto interno lordo nelle economie avanzate ed emergenti può creare fino a 33 milioni di posti di lavoro.