Il padre di Matteo Renzi rischia di finire a processo. La procura di Roma ha chiuso uno dei filoni della maxindagine sul caso Consip. Tiziano Renzi è accusato di traffico di influenze illecite e turbativa d’asta insieme ad altre dieci persone. La maggior parte delle contestazioni riguarda essenzialmente due gare bandite all’epoca dalla centrale appalti della pubblica amministrazione: la Fm4 che valeva 2,7 miliardi e quella da alcune decine di milioni per i servizi di pulizia. A leggere l’avviso di conclusione indagini appare confermata la ricostruzione che vedeva all’epoca – i reati sono contestati fino al 2016 – muoversi due gruppi di pressione: uno che faceva capo a Renzi e Carlo Russo, vicini all’imprenditore Alfredo Romeo, un altro guidato da Verdini, per favorire l’imprenditore Ezio Bigotti. Ma andiamo con ordine. L’avviso di conclusione delle indagini è di solito il preludio del richiesta di rinvio a giudizio. Per questo motivo rischiano un processo anche le altre dieci persone per le quali oggi il procuratore aggiunto Paolo Ielo e il sostituto Mario Palazzi hanno chiuso l’inchiesta. Tra queste ci sono anche tre ex parlamentari: oltre a Verdini, Ignazio Abbrignani e Italo Bocchino. I primi due sono accusati di turbativa d’asta e concussione, il terzo di traffico influenze illecite, reati tributari e turbativa d’asta.
GLI INDAGATI – A chiedere nuove indagini era stato, nel febbraio scorso, il gip Gaspare Sturzo che aveva parzialmente respinto la richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura. Chiedendo nuove indagini su Renzi, il giudice per l’indagine preliminare aveva sollecitato pure l’iscrizione nel registro di Verdini, dell’ex parlamentare del suo partito Abbrignani e del’imprenditore Ezio Bigotti. I tre sono finiti sotto inchiesta per la presunta turbativa della gara Consip Fm4. Il gip chiedeva di indagare anche sulle presunte pressioni su Luigi Marroni, all’epoca amministratore delegato della centrale acquisiti della pubblica amministrazione. Bigotti e Abbrignani sono accusati di turbativa d’asta e concussione. I magistrati di piazzale Clodio hanno notificato l’atto di chiusura delle indagini anche a Carlo Russo, amico di Tiziano Renzi accusato di turbativa d’asta ed estorsione, e all’imprenditore Alfredo Romeo, indagato per traffico di influenze illecite, corruzione e turbativa d’asta. Rischia il processo anche l’ex ad di Grandi stazioni, Silvio Gizzi, per turbativa d’asta, l’ex ad di Consip Domenico Casalino per traffico di influenze illecite e turbativa d’asta, il dirigente Francesco Licci per traffico influenze illecite.
LE ACCUSE A RENZI – Agli indagati sono contestati a vario titolo un totale di 11 capi d’imputazione. Nell’avviso di conclusione delle indagini si legge che Romeo, Bocchino, Renzi, Ricci e Casalino sono indagati per traffico d’influenze in concorso perché “Russo (per il quale si procede separatamente ndr), agiva in accordo con Tiziano Renzi, sfruttando relazioni esistenti con Marroni, ottenute anche per il tramite del concorrente nel reato Renzi, come prezzo della propria mediazione illecita, costituita dall’istigare Marroni al compimento di atti contrari al proprio ufficio, consistenti nell’intervenire sulla commissione aggiudicatrice della gara Fm4, ed in particolare sul presidente Licci, anche per il tramite di Casalino, per facilitare la Romeo Gestioni, mediante l’innalzamento del punteggio tecnico nella fase in corso di valutazione tecnica dei progetti. In cambio secondo l’accusa si faceva dare da “Romeo, il quale agiva in accordo con Bocchino, utilità consistite nella stipula di un contratto di lavoro a favore di Martella Monia (non indagata ndr), sorella della propria compagna Martella Serafina (non indagata ndr), numerose ospitalità negli hotel di proprietà del gruppo Romeo, nonché si faceva promettere denaro in nero per sé e per Renzi Tiziano, nonché promettere la stipula di un contratto di consulenza”. Gli stessi indagati per gli stessi fatti sono accusati di aver turbato la procedura competitiva, cioè quel lotto della gara Fm4. Un’altra contestazione di traffico d’influenze a Romeo, Bocchino e Renzi è legata al fatto che i tre “sfruttando relazioni esistenti con Gizzi – Presidente della commissione di gara indetta da tale società per i servizi di pulizia, a cui partecipava anche la Romeo gestioni – relazioni ottenute anche per il tramite di Gentile Maurizio, ad di Rfi, a sua volta sollecitato da Renzi Tiziano – come prezzo della propria mediazione illecita, costituita dal convincere Gizzi a favorire la Romeo gestioni, si faceva promettere da Romeo utilità consistenti in somme di denaro periodiche”. A quest’accusa è legata anche la turbativa d’asta visto che Russo, Romeo, Bocchino, Gizzi e Renzi “in concorso tra loro, mediante collusione consistente in accordi, intesi a condizionare la gara per servizi di pulizie, favorendo le ragioni della partecipante Romeo gestioni nella disamina di anomalie dell’offerta e nella fase di richiesta di chiarimenti”.
QUELLE A VERDINI – La turbativa d’asta a Verdini, Abbrignani, Bigotti e Romeo è riassunta così nell’avviso di conclusione indagini: “Per conto della Cofely, turbavano la gara Consip FM4 ancora nella fase delle valutazioni delle offerte ( che avrebbe visto detta società prima in graduatoria per il lotto 10), offrendo un accordo a Romeo Alfredo concorrente nella medesima gara anche per lo stesso lotto per rilevare la Conversion & Lighting srl, controllata da Bigotti, che avrebbe permesso a Romeo di ottenere un 30% dei lavori assegnati a Cofely nell’ambito del suddetto lotto”. La concussione a Verdini è contestata perché “all’epoca era sostenitore della maggioranza di governo“, cioè quello guidato da Matteo Renzi, “e come tale in grado di richiedere, nel contesto delle politiche connesse alle nomine in enti pubblici da parte del governo, la conferma o meno, nonché la nomina o meno, di persone ritenute fedeli alle proprie posizioni, costringeva Marroni – ad di Consip società pubblica i cui vertici vengono designati proprio dal governo– ad erogare a Bigotti l’utilità consistita nell’incontrarlo ed ascoltarlo in quanto interessato a conoscere notizie riservate sulla gara FM4- ed a sollecitare una minore resistenza di Consip nei contenziosi pendenti con le società riferibili al medesimo Bigotti. Stesso reato viene contestato ad Abbrignani che “su indicazione di Verdini aveva precedentemente incontrato Marroni a cui aveva fatto pressioni, a favore della società Cofely partecipante alla gara FM4 ed in rapporto con le società di Bigotti, per l’affidamento del lotto 10, a cui aveva fatto seguito il riferimento, da parte di Verdini a tale incontri e di come Abbrignani avesse a lui riferito che lo stesso Marroni “stava facendo un buon lavoro“, manifestando la sua soddisfazione sicché lo avrebbe favorito per ulteriori prestigiose nomine“.
LE MINACCE ALL’AD DI CONSIP – L’estorsione contestata a Russo, infine, è legata alle “minacce profferite nei confronti di Marroni consistite nel rappresentargli che, in caso non fosse intervenuto illecitamente sulla Commissione di gara di FM4, al fine di far attribuire un maggior punteggio tecnico all’offerta presentata dalla Romeo gestioni spa, facente capo a Romeo Alfredo (fine che lo stesso si era impegnato ad ottenere a fronte della promessa formulata da Romeo Alfredo di indebite utilità), sarebbero intervenuti Renzi Tiziano e Verdini Denis, persone che per ruolo relazioni e molo potevano farlo licenziare da Consip, poneva in essere atti idonei, diretti in modo non equivoco, a costringerlo a fare suddetto illecito intervento, non riuscendo nell’intento per la resistenza dello stesso Marroni”. Adesso gli indagati hanno venti giorni per presentare memorie, produrre documenti o chiedere di farsi interrogare.
Giustizia & Impunità
Consip, chiuse le indagini su Tiziano Renzi e Denis Verdini: rischiano il processo per turbativa d’asta e traffico d’influenze
I pm di piazzale Clodio hanno chiuso l’indagine nei confronti del padre dell'ex premier, accusato di traffico di influenze illecite e turbativa d’asta, e per altre dieci posizioni tra cui anche l’ex senatore di Ala (turbativa d’asta e concussione) e l’ex parlamentare Italo Bocchino (traffico influenze illecite, reati tributari e turbativa d’asta). Ecco tutte le contestazioni contenute nelle carte
Il padre di Matteo Renzi rischia di finire a processo. La procura di Roma ha chiuso uno dei filoni della maxindagine sul caso Consip. Tiziano Renzi è accusato di traffico di influenze illecite e turbativa d’asta insieme ad altre dieci persone. La maggior parte delle contestazioni riguarda essenzialmente due gare bandite all’epoca dalla centrale appalti della pubblica amministrazione: la Fm4 che valeva 2,7 miliardi e quella da alcune decine di milioni per i servizi di pulizia. A leggere l’avviso di conclusione indagini appare confermata la ricostruzione che vedeva all’epoca – i reati sono contestati fino al 2016 – muoversi due gruppi di pressione: uno che faceva capo a Renzi e Carlo Russo, vicini all’imprenditore Alfredo Romeo, un altro guidato da Verdini, per favorire l’imprenditore Ezio Bigotti. Ma andiamo con ordine. L’avviso di conclusione delle indagini è di solito il preludio del richiesta di rinvio a giudizio. Per questo motivo rischiano un processo anche le altre dieci persone per le quali oggi il procuratore aggiunto Paolo Ielo e il sostituto Mario Palazzi hanno chiuso l’inchiesta. Tra queste ci sono anche tre ex parlamentari: oltre a Verdini, Ignazio Abbrignani e Italo Bocchino. I primi due sono accusati di turbativa d’asta e concussione, il terzo di traffico influenze illecite, reati tributari e turbativa d’asta.
GLI INDAGATI – A chiedere nuove indagini era stato, nel febbraio scorso, il gip Gaspare Sturzo che aveva parzialmente respinto la richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura. Chiedendo nuove indagini su Renzi, il giudice per l’indagine preliminare aveva sollecitato pure l’iscrizione nel registro di Verdini, dell’ex parlamentare del suo partito Abbrignani e del’imprenditore Ezio Bigotti. I tre sono finiti sotto inchiesta per la presunta turbativa della gara Consip Fm4. Il gip chiedeva di indagare anche sulle presunte pressioni su Luigi Marroni, all’epoca amministratore delegato della centrale acquisiti della pubblica amministrazione. Bigotti e Abbrignani sono accusati di turbativa d’asta e concussione. I magistrati di piazzale Clodio hanno notificato l’atto di chiusura delle indagini anche a Carlo Russo, amico di Tiziano Renzi accusato di turbativa d’asta ed estorsione, e all’imprenditore Alfredo Romeo, indagato per traffico di influenze illecite, corruzione e turbativa d’asta. Rischia il processo anche l’ex ad di Grandi stazioni, Silvio Gizzi, per turbativa d’asta, l’ex ad di Consip Domenico Casalino per traffico di influenze illecite e turbativa d’asta, il dirigente Francesco Licci per traffico influenze illecite.
LE ACCUSE A RENZI – Agli indagati sono contestati a vario titolo un totale di 11 capi d’imputazione. Nell’avviso di conclusione delle indagini si legge che Romeo, Bocchino, Renzi, Ricci e Casalino sono indagati per traffico d’influenze in concorso perché “Russo (per il quale si procede separatamente ndr), agiva in accordo con Tiziano Renzi, sfruttando relazioni esistenti con Marroni, ottenute anche per il tramite del concorrente nel reato Renzi, come prezzo della propria mediazione illecita, costituita dall’istigare Marroni al compimento di atti contrari al proprio ufficio, consistenti nell’intervenire sulla commissione aggiudicatrice della gara Fm4, ed in particolare sul presidente Licci, anche per il tramite di Casalino, per facilitare la Romeo Gestioni, mediante l’innalzamento del punteggio tecnico nella fase in corso di valutazione tecnica dei progetti. In cambio secondo l’accusa si faceva dare da “Romeo, il quale agiva in accordo con Bocchino, utilità consistite nella stipula di un contratto di lavoro a favore di Martella Monia (non indagata ndr), sorella della propria compagna Martella Serafina (non indagata ndr), numerose ospitalità negli hotel di proprietà del gruppo Romeo, nonché si faceva promettere denaro in nero per sé e per Renzi Tiziano, nonché promettere la stipula di un contratto di consulenza”. Gli stessi indagati per gli stessi fatti sono accusati di aver turbato la procedura competitiva, cioè quel lotto della gara Fm4. Un’altra contestazione di traffico d’influenze a Romeo, Bocchino e Renzi è legata al fatto che i tre “sfruttando relazioni esistenti con Gizzi – Presidente della commissione di gara indetta da tale società per i servizi di pulizia, a cui partecipava anche la Romeo gestioni – relazioni ottenute anche per il tramite di Gentile Maurizio, ad di Rfi, a sua volta sollecitato da Renzi Tiziano – come prezzo della propria mediazione illecita, costituita dal convincere Gizzi a favorire la Romeo gestioni, si faceva promettere da Romeo utilità consistenti in somme di denaro periodiche”. A quest’accusa è legata anche la turbativa d’asta visto che Russo, Romeo, Bocchino, Gizzi e Renzi “in concorso tra loro, mediante collusione consistente in accordi, intesi a condizionare la gara per servizi di pulizie, favorendo le ragioni della partecipante Romeo gestioni nella disamina di anomalie dell’offerta e nella fase di richiesta di chiarimenti”.
QUELLE A VERDINI – La turbativa d’asta a Verdini, Abbrignani, Bigotti e Romeo è riassunta così nell’avviso di conclusione indagini: “Per conto della Cofely, turbavano la gara Consip FM4 ancora nella fase delle valutazioni delle offerte ( che avrebbe visto detta società prima in graduatoria per il lotto 10), offrendo un accordo a Romeo Alfredo concorrente nella medesima gara anche per lo stesso lotto per rilevare la Conversion & Lighting srl, controllata da Bigotti, che avrebbe permesso a Romeo di ottenere un 30% dei lavori assegnati a Cofely nell’ambito del suddetto lotto”. La concussione a Verdini è contestata perché “all’epoca era sostenitore della maggioranza di governo“, cioè quello guidato da Matteo Renzi, “e come tale in grado di richiedere, nel contesto delle politiche connesse alle nomine in enti pubblici da parte del governo, la conferma o meno, nonché la nomina o meno, di persone ritenute fedeli alle proprie posizioni, costringeva Marroni – ad di Consip società pubblica i cui vertici vengono designati proprio dal governo– ad erogare a Bigotti l’utilità consistita nell’incontrarlo ed ascoltarlo in quanto interessato a conoscere notizie riservate sulla gara FM4- ed a sollecitare una minore resistenza di Consip nei contenziosi pendenti con le società riferibili al medesimo Bigotti. Stesso reato viene contestato ad Abbrignani che “su indicazione di Verdini aveva precedentemente incontrato Marroni a cui aveva fatto pressioni, a favore della società Cofely partecipante alla gara FM4 ed in rapporto con le società di Bigotti, per l’affidamento del lotto 10, a cui aveva fatto seguito il riferimento, da parte di Verdini a tale incontri e di come Abbrignani avesse a lui riferito che lo stesso Marroni “stava facendo un buon lavoro“, manifestando la sua soddisfazione sicché lo avrebbe favorito per ulteriori prestigiose nomine“.
LE MINACCE ALL’AD DI CONSIP – L’estorsione contestata a Russo, infine, è legata alle “minacce profferite nei confronti di Marroni consistite nel rappresentargli che, in caso non fosse intervenuto illecitamente sulla Commissione di gara di FM4, al fine di far attribuire un maggior punteggio tecnico all’offerta presentata dalla Romeo gestioni spa, facente capo a Romeo Alfredo (fine che lo stesso si era impegnato ad ottenere a fronte della promessa formulata da Romeo Alfredo di indebite utilità), sarebbero intervenuti Renzi Tiziano e Verdini Denis, persone che per ruolo relazioni e molo potevano farlo licenziare da Consip, poneva in essere atti idonei, diretti in modo non equivoco, a costringerlo a fare suddetto illecito intervento, non riuscendo nell’intento per la resistenza dello stesso Marroni”. Adesso gli indagati hanno venti giorni per presentare memorie, produrre documenti o chiedere di farsi interrogare.
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Roma, 22 feb. (Adnkronos) - "Quando la libertà è a rischio, l'unica cosa che puoi fare è metterla nelle mani più sagge. Ecco perché i conservatori continuano a crescere e stanno diventando sempre più influenti nella politica europea. Ed ecco perché la sinistra è nervosa. E con la vittoria di Trump, la loro irritazione si è trasformata in isteria". Lo ha detto la premier Giorgia Meloni al Cpac.
"Non solo perché i conservatori stanno vincendo, ma perché ora i conservatori stanno collaborando a livello globale. Quando Bill Clinton e Tony Blair crearono una rete liberale di sinistra globale negli anni '90, furono definiti statisti. Oggi, quando Trump, Meloni, Milei o forse Modi parlano, vengono definiti una minaccia per la democrazia. Questo è il doppio standard della sinistra, ma ci siamo abituati. E la buona notizia è che le persone non credono più alle loro bugie".
"Nonostante tutto il fango che ci gettano addosso. I cittadini continuano a votarci semplicemente perché le persone non sono ingenue come le considera l'ultimo. Votano per noi perché difendiamo la libertà", ha ribadito.
Roma, 22 feb. (Adnkronos) - "La sinistra radicale vuole cancellare la nostra storia, minare la nostra identità, dividerci per nazionalità, per genere, per ideologia. Ma non saremo divisi perché siamo forti solo quando siamo insieme. E se l'Occidente non può esistere senza l'America, o meglio le Americhe, pensando ai tanti patrioti che lottano per la libertà in America Centrale e Meridionale, allora non può esistere nemmeno senza l'Europa". Lo ha detto la premier Giorgia Meloni al Cpac.
Roma, 22 feb. (Adnkronos) - "Il Cpac ha capito prima di molti altri che la battaglia politica e culturale per i valori conservatori non è solo una battaglia americana, è una battaglia occidentale. Perché, amici miei, credo ancora nell'Occidente non solo come spazio geografico, ma come civiltà. Una civiltà nata dalla fusione di filosofia greca, diritto romano e valori cristiani. Una civiltà costruita e difesa nei secoli attraverso il genio, l'energia e i sacrifici di molti". Lo ha detto la premier Giorgia Meloni alla conferenza dei conservatori a Washington.
"La mia domanda per voi è: questa civiltà può ancora difendere i principi e i valori che la definiscono? Può ancora essere orgogliosa di sé stessa e consapevole del suo ruolo? Penso di sì. Quindi dobbiamo dirlo forte e chiaro a coloro che attaccano l'Occidente dall'esterno e a coloro che lo sabotano dall'interno con il virus della cultura della cancellazione e dell'ideologia woke. Dobbiamo dire loro che non ci vergogneremo mai di chi siamo", ha scandito.
"Affermiamo la nostra identità. Affermiamo la nostra identità e lavoriamo per rafforzarla. Perché senza un'identità radicata, non possiamo essere di nuovo grandi", ha concluso la Meloni.
(Adnkronos) - "Il nostro governo - ha detto Meloni - sta lavorando instancabilmente per ripristinare il legittimo posto dell'Italia sulla scena internazionale. Stiamo riformando, modernizzando e rivendicando il nostro ruolo di leader globale".
"Puntiamo a costruire un'Italia che stupisca ancora una volta il mondo. Lasciate che ve lo dica, lo stiamo dimostrando. La macchina della propaganda mainstream prevedeva che un governo conservatore avrebbe isolato l'Italia, cancellandola dalla mappa del mondo, allontanando gli investitori e sopprimendo le libertà fondamentali. Si sbagliavano", ha rivendicato ancora la premier.
"La loro narrazione era falsa. La realtà è che l'Italia sta prosperando. L'occupazione è a livelli record, la nostra economia sta crescendo, la nostra politica fiscale è tornata in carreggiata e il flusso di immigrazione illegale è diminuito del 60% nell'ultimo anno. E, cosa più importante, stiamo espandendo la libertà in ogni aspetto della vita degli italiani", ha concluso.
Roma, 22 feb. (Adnkronos) - L'Italia è "una nazione con un legame profondo e indistruttibile con gli Stati Uniti. E questo legame è forgiato dalla storia e dai principi condivisi. Ed è incarnato dagli innumerevoli americani di discendenza italiana che per generazioni hanno contribuito alla prosperità dell'America". Lo ha detto la premier Giorgia Meloni al Cpac a Washington. "Quindi, a loro, permettimi di dire grazie. Grazie per essere stati ambasciatori eccezionali della passione, della creatività e del genio italiani".
Roma, 22 feb. (Adnkronos) - Standing ovation dalla platea della convention Cpac a Washington al termine dell'intervento video della premier Giorgia Meloni. Un intervento nel quale la presidente del Consiglio ha richiamato valori e temi che uniscono conservatori europei e americani, a partire dalla difesa dei confini, ribadendo la solidità del legame tra Usa e Ue. "I nostri avversari - ha detto Meloni- sperano che il presidente Trump si allontani da noi. Ma conoscendolo come un leader forte ed efficace, scommetto che coloro che sperano nelle divisioni si smentiranno".
"So che alcuni di voi potrebbero vedere l'Europa come lontana o addirittura lontana o addirittura perduta. Vi dico che non lo è. Sì, sono stati commessi degli errori. Le priorità sono state mal riposte, soprattutto a causa delle classi dominanti e dei media mainstream che hanno importato e replicato nel Vecchio Continente", ha affermato la premier.
La presidente Meloni ha fatto un passaggio sull'Ucraina ribadendo "la brutale aggressione" subito dal popolo ucraino e confidando nella collaborazione con gli Usa per raggiungere una "pace giusta e duratura" che, ha sottolineato, "può essere costruita solo con il contributo di tutti, ma soprattutto con forti leadership".
Roma, 22 feb. (Adnkronos) - Le "elite di sinistra" si sono "recentemente indignate per il discorso di JD Vance a Monaco in cui il vicepresidente ha giustamente affermato che prima di discutere di sicurezza, dobbiamo sapere cosa stiamo difendendo. Non stava parlando di tariffe o bilance commerciali su cui ognuno difenderà i propri interessi preservando la nostra amicizia". Mo ha sottolineato la premier Giorgia Meloni nel suo intervento al Cpac.
"Il vicepresidente Vance stava discutendo di identità, democrazia, libertà di parola. In breve, il ruolo storico e la missione dell'Europa. Molti hanno finto di essere indignati, invocando l'orgoglio europeo contro un americano che osa farci la predica. Ma lasciate che ve lo dica io, da persona orgogliosa di essere europea - ha detto ancora - Innanzitutto, se coloro che si sono indignati avessero mostrato lo stesso orgoglio quando l'Europa ha perso la sua autonomia strategica, legando la sua economia a regimi autocratici, o quando i confini europei e il nostro stile di vita sono stati minacciati dall'immigrazione illegale di massa, ora vivremmo in un'Europa più forte".