Riceve dai vigili urbani un centinaio di multe da pagare, nell’arco di un anno e mezzo, per un importo che supera i 16mila euro. Ma non può impugnarle perché altrimenti aprirebbe un contenzioso con l’amministrazione comunale e rischierebbe di risultare incompatibile con la carica non solo di presidente del Consiglio comunale, ma anche di semplice consigliere. A Verona scoppia il caso di Ciro Maschio, che è anche deputato dei Fratelli d’Italia. L’elenco delle contravvenzioni è molto lungo e inizia a febbraio 2018, per concludersi nello scorso mese di agosto.
Ci sono soprattutto violazioni del divieto di circolazione in zone pedonali vicine a piazza Erbe, che un tempo era consentita dai permessi per gli amministratori. Dopo che la voce si è diffusa in città, Maschio ha dichiarato al Corriere di Verona: “Non c’è nessun caso politico-istituzionale, la questione è praticamente già conclusa. Non capisco perché qualcuno si agiti per nulla, visto che sono stato proprio io per primo ad attivarmi su questa cosa, come da richiesta scritta con data certa, avendo ricevuto una serie di verbali”. Contestazioni fondate? “C’erano alcuni equivoci, ma non potevo opporne neanche uno per non incorrere in incompatibilità per lite pendente con l’amministrazione. Quindi ho deciso di pagare e amen”.
Maschio spiega ancora: “Buona parte dei verbali sono già stati pagati, e per la parte rimanente sto aspettando dagli uffici gli ultimi chiarimenti su calcolo interessi e coordinate, per poter chiudere tutto con esattezza”. Poi una puntualizzazione: “In 30 anni di politica non ho mai usato l’auto blu, né l’auto elettrica del Comune, né ho mai usato l’auto di servizio, muovendomi sempre con la mia auto con tantissimi spostamenti e incontri: a Verona, a Roma e in giro per il Veneto”. Infine, la giustificazione: “Mesi fa mi sono operato ai legamenti del ginocchio e quindi avevo necessità di muovermi ancor di più in auto non potendo camminare a lungo”.
Secondo quanto prevede la legge, “non può ricoprire la carica di consigliere comunale chi abbia un debito liquido ed esigibile per imposte, tasse e tributi nei riguardi del Comune stesso”. E 16mila euro costituiscono un debito di una certa entità. Per questo Maschio ha deciso di saldare il conto. Di professione avvocato, è coordinatore provinciale dei Fratelli d’Italia e in consiglio comunale è presente ininterrottamente dal 1998 (quando venne eletto con Alleanza Nazionale) salvo l’intervallo di una legislatura.