Mentre tutta l’attenzione dell’opinione pubblica si concentra sull’eterno tormentone dell’immigrazione – i migranti sono stati individuati come i principali “nemici” verso i quali indirizzare il nostro odio – il problema della criminalità e il fenomeno mafioso continuano a restare ai margini del dibattito politico. Mi riferiscono che, durante l’ultima campagna elettorale, il problema dei “clandestini” sia stato tra i più gettonati anche in Puglia, dove peraltro non mi risulta ci siano stati molti sbarchi negli ultimi tempi. Quindi mi permetto di sostenere che nella mia regione andrebbero dedicate piuttosto maggiori energie nella lotta alle mafie che, a causa dell’attuale crisi, accresceranno con buona probabilità il loro potere e la capacità attrattiva verso giovani e disoccupati.
I segnali che arrivano in particolare dalla provincia di Foggia e di Barletta-Andria-Trani non sono affatto positivi. A Cerignola (FG), dopo i due assalti a portavalori lungo l’autostrada di cui vi ho parlato ad agosto, ce ne sono stati altri due: il primo fallito sulla A16 (24 agosto) e il secondo riuscito, in centro abitato, con un bottino di centomila euro (2 settembre). A Canosa (BAT) invece, nella notte tra il 9 e il 10 settembre, è scoppiata una bomba nel parcheggio del Commissariato: per fortuna non ci sono stati feriti, ma l’esplosione ha danneggiato un’auto di servizio e un’altra di proprietà di un poliziotto.
Sempre a Canosa, il 12 settembre un pregiudicato è stato assassinato, in pieno giorno e nella piazza centrale della cittadina, con un colpo di pistola al cuore: per fortuna il killer è stato arrestato nel giro di poche ore grazie alle indagini della Squadra Mobile di Foggia.
Colpisce ancora una volta la sfrontatezza dei malavitosi pugliesi, aspetto che non è sfuggito al Siulp della Polizia di Stato, che in una nota del 14 settembre ha lanciato un grido d’allarme per la situazione della criminalità organizzata nella provincia BAT. Secondo il sindacato di polizia, i due episodi di settembre a Canosa sono “il sintomo inequivocabile di una vera e propria sfida alle Istituzioni“, contro la quale è necessaria una reazione concreta e immediata da parte dello Stato. Per la Segreteria Nazionale del Siulp non è infatti sufficiente l’istituzione della nuova Questura di Barletta-Andria-Trani, che comunque non vedrà la luce prima del 2021; è invece necessario assegnare subito in via straordinaria un opportuno numero di rinforzi agli uffici di polizia già esistenti. “Nutriamo il fondato timore che l’istituenda Questura BAT – si legge nel comunicato stampa – non potrà essere una adeguata risposta alla richiesta di sicurezza di questi territori se non sarà accompagnata da una coerente iniezione di risorse umane e logistiche”. Dunque ogni ritardo sarebbe incompatibile, secondo il sindacato, con una “efficace azione di contrasto della forza intimidatrice manifestata con sprezzante arroganza da una delinquenza organizzata che ha approfittato di una colpevole sottovalutazione del fenomeno”.
Nelle province di Foggia e di Barletta-Andria-Trani – quest’ultima è descritta nell’ultima relazione della Direzione Investigativa Antimafia come il “punto d’incontro tra i sodalizi mafiosi locali e quelli delle vicine province di Bari e Foggia” – sono in corso pericolosi processi di ‘mafiosizzazione’ di bande criminali radicate sul territorio, che vanno fermati prima che sia troppo tardi. In Puglia certo non mancano gli ‘anticorpi’, se pensiamo che il caso dell’omicidio di Canosa è stato risolto – come ha sottolineato il Procuratore Capo di Trani, Renato Nitti – anche grazie alla collaborazione di alcuni cittadini testimoni oculari. Ma è indispensabile una maggiore attenzione da parte del governo.
Luciano Violante ha spiegato bene, nel suo Non è la piovra (Einaudi, 1994), come la stessa nascita della mafia pugliese negli anni Ottanta sia stata favorita da una “irresponsabile sottovalutazione del fenomeno” e dalla sonnolenza degli apparati statali. Ebbene questo non deve più accadere. Fa bene il Siulp a stimolare il dibattito su questo tema. Discutiamone fino alla nausea, perché finalmente la lotta alle mafie possa costituire una priorità assoluta dell’agenda politica nazionale.