“Questa nuovissima supercar McLaren è il distillato di tutto ciò che abbiamo creato fino ad oggi; tutto ciò che abbiamo imparato e attuato”. È con queste parole che Mike Flewitt, Ceo del costruttore inglese, parla del nuovo bolide ibrido atteso al debutto nella prima metà del 2021. L’auto è entrata nelle fasi finali del suo sviluppo e verrà costruita su una nuova struttura di fibra di carbonio, denominata McLaren Carbon Lightweight Architecture (MCLA). Si tratta di un’architettura ottimizzata per i propulsori ibridi ad alte prestazioni e le tecnologie di guida di ultima generazione: è stata ingegnerizzata e sarà prodotta presso il McLaren Composites Technology Centre, costato 55 milioni di euro.
“Questo è un nuovo tipo di McLaren per una nuova era, un’auto straordinaria per i conducenti che offre prestazioni eccezionali e un’autonomia completamente elettrica in grado di coprire la maggior parte dei percorsi urbani”, sostiene Flewitt: “Guardiamo a questa nuova McLaren come una vera supercar di ‘prossima generazione’ e non vediamo l’ora di mostrarla ai clienti”.
La MCLA farà da base tecnica per la prossima generazione di supercar elettrificate del costruttore. Sotto la carrozzeria del bolide ci sarà, appunto, un powertrain ibrido, composto da un motore a combustione interna V6 coadiuvato da unità elettriche in grado di far marciare l’auto in modalità elettrica per tratte di medio raggio. La nuova ibrida si collocherà fra i modelli GT e 720S, sostituendo la 570S e i modelli da questa derivati, come 600 LT e la 620R.
“Per noi, la tecnologia leggera e le alte prestazioni con tecnologia ibrida vanno di pari passo per ottenere prestazioni migliori e veicoli più efficienti”, ha spiegato Flewitt: “La nostra competenza nei materiali compositi leggeri e nella produzione di fibre di carbonio, combinata con la nostra esperienza nelle tecnologie delle batterie all’avanguardia e nei sistemi di propulsione ibrida ad alte prestazioni, ci mette nella posizione ideale per fornire livelli senza compromessi di guida ibrida ad alte prestazioni che fino ad ora erano semplicemente irraggiungibili”.