“Siamo a rischio estinzione”. È questo il grido di allarme lanciato dai lavoratori e dalle lavoratrici dello spettacolo che martedì sera hanno manifestato di fronte al teatro della Scala di Milano in occasione della prima dell’Aida. Sarte di scena, tecnici luci, tenori e sceneggiatori che sono fermi da marzo e che nonostante la “ripartenza” annunciata il 15 giugno dal Ministro della cultura Dario Franceschini non sono riusciti a tornare al lavoro. “Da marzo ad agosto non ho lavorato nemmeno un giorno”, spiega Monia, tecnico delle luci. “Non abbiamo un welfare e nei nostri contratti hanno inserito una clausola Covid che prevede che in caso di chiusura noi non prendiamo un centesimo”. racconta la scenografa Elena mentre pensa alle tutele che mancavano già prima del Covid come la maternità e la malattia. Non chiedono elemosine, ma una “riforma del sistema” a partire dal reddito di continuità. “Una misura che c’è già in altri paesi come la Francia e che potrebbe aiutare a non far morire il settore”.
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