La rivolta nel centro accoglienza Villaggio Mosè di Agrigento? Adesso la situazione è rientrata, ma ora bisogna trovare soluzioni diverse, anche se sono 4 mesi che facciamo segnalazioni alla prefettura“. Sono le parole pronunciate ai microfoni di “Cosa succede in città”, su Radio Cusano Campus, dal sindaco di Agrigento Lillo Firetti, che spiega: “Il centro di accoglienza si trova in un’area dove non dovrebbe stare. A più riprese abbiamo segnalato che un posto di questo tipo lì non può stare, coi blindati dei carabinieri che sostano costantemente, creando problemi e preoccupazioni per le persone che ci vivono. Ci sono una serie di incompatibilità fisiologiche che andrebbero eliminate. Un centro di accoglienza di quel tipo non lo metti in una palazzina di civile abitazione e in promiscuità con attività commerciali. Non si fa”.

E aggiunge: “I miei concittadini hanno avuto sin troppa pazienza. E lo dico da sindaco, perché mi prendo anche la mia parte di responsabilità per non essere salito sopra i tavoli a gridare, ma ho scelto le forme più coerenti di rapporti istituzionali con la prefettura. Adesso, dopo questo ulteriore episodio, anche il livello di tensione da parte del Comune sale e quindi presenteremo in forma ancora più energica lo stato di sofferenza che adesso sta vivendo quella zona. Non puoi mettere i blindati, non puoi fare in modo che dai balconi vengano buttati pezzi di frutta e quant’altro, non va bene”.

Il sindaco di Agrigento smentisce categoricamente che ci siano migranti positivi al coronavirus nella sua città: “In una realtà come la nostra i positivi non sono arrivati coi flussi di extracomunitari, perché vengono seguiti e gli vengono fatti i test. Sono invece arrivati dai nostri concittadini che sono tornati da luoghi di villeggiatura, come da Porto Cervo e dalla Svizzera. In città di positivi legati al fenomeno migratorio, mesi fa abbiamo avuto un solo caso che è poi andato su Palermo”.
Anche sul presunto picco di sbarchi, Firetti puntualizza: “Sono stato sindaco di Porto Empedocle e ora di Agrigento. Tra il 2006 e il 2009 ci sono stati dei flussi migratori veramente vertiginosi, alcuni dei quali sono stati documentati da Andrea Camilleri, che era di Porto Empedocle. Quindi, non mi sentirei di dire che adesso ci sia il momento di massima acme“.

Commento finale del primo cittadino sull’attacco del presidente della Regione Sicilia Nello Musumeci nei confronti del governo, accusato di aver abbandonato la regione: “C’è stato un momento particolare della crisi estiva in cui qui le condizioni erano veramente impossibili per i migranti, per i medici, per le forze dell’ordine. In quel periodo io sono stato tra quelli che più gridato fortemente, invitando lo Stato a fare lo Stato. Se poi penso all’ordinanza che Musumeci ha fatto sullo svuotamento dei centri di accoglienza – conclude – lì, secondo me, ha pigiato troppo l’acceleratore per andare fuori dai ranghi istituzionali e indossando le vesti della militanza politica. E quando si vestono i panni della militanza politica su un tema di questo tenore, si sbaglia, perché le istituzioni devono spogliarsi delle coloriture politiche ed esercitare il ruolo che sono chiamati a svolgere”.

Articolo Precedente

Coronavirus, Conte: “In casa con amici e familiari vulnerabili raccomando fortemente di indossare la mascherina”

next
Articolo Successivo

Conte: “Se il contagio peggiora può essere un problema votare la Nadef in Parlamento. Sileri? Nessuna polemica col Cts”

next