Nel gennaio del 2012 Antonio Logli uccise la moglie Roberta Ragusa e ne fece sparire il cadavere, che non è stato mai più ritrovato. Nel 2019, dopo un processo giudiziario durato 7 anni e segnato da vari gradi di giudizio, venne condannato in via definitiva a vent’anni di carcere per l’assassinio della moglie. Ma Logli si è sempre dichiarato innocente e pochi giorni fa, il 24 settembre, il suo legale ha detto di voler chiedere “la revisione del processo”. Un lavoro affidato inizialmente al detective della Falco Investigazioni, Davide Cannella, che però ha rifiutato l’incarico ricevuto dalla famiglia Logli e dal suo pool legale: “Dopo attenta lettura degli atti del procedimento penale a carico di Antonio Logli, ho deciso irrevocabilmente, di rinunciare all’incarico a me affidato di espletare indagini per un’eventuale revisione processuale, in quanto non ritengo vi siano margini operativi tali da poter concretizzare tale ipotesi di istanza revisionale. Il processo è stato celebrato in modo equo“, afferma Cannella, “Non ho ravvisato alcun appiglio per procedere all’istanza revisionale, perché dal punto di vista procedurale il processo che ha visto l’imputato Logli condannato in modo definitivo non presenta lacune tecniche, o violazioni al diritto di difesa”.
Giustizia & Impunità
Roberta Ragusa, il detective scelto dalla difesa per la revisione del processo rifiuta l’incarico: “E’ stato equo e non ci sono lacune tecniche”
Pochi giorni fa il legale di Antonio Logli, che uccise la moglie nel 2012 facendone scomparire il cadavere, ha dichiarato di voler chiedere la revisione del processo, durato 7 anni e conclusosi nel 2019 con una condanna a 20 anni di carcere nei confronti del suo cliente