Auto e finanza: due settori che stanno provando in tutti i modi a diventare sempre più sostenibili, con il Next Generation EU che ha dato una bella spinta a entrambi

Cosa sono i green bond?

Auto green da finanziare con i green bond, ma cosa sono i “titoli verdi”? Si tratta di obbligazioni che vengono emesse con uno scopo ben preciso, che deve essere rigorosamente legato al finanziamento di progetti di sostenibilità ambientale: efficienza energetica, il trattamento dell’acqua e dei rifiuti, la produzione di energia da fonti pulite ecc. Esistono già da diversi anni ma fino ad ora erano emessi principalmente da istituzioni finanziarie sovranazionali, come la Banca Mondiale o la Banca Europea per gli Investimenti.

Anche gli Stati si sono affacciati a questo mercato, alcuni già qualche anno fa, come la Polonia, la Francia, l’Irlanda, il Belgio, l’Olanda e, ultima in ordine cronologico, la Germania. Anche l’Italia sta pensando alle proprie emissioni di Titoli di Stato Green e, da qualche tempo, anche le aziende si stanno avvicinando a questo strumento, incluse quelle del settore auto.

Il vantaggio di questo strumento rispetto alle obbligazioni classiche è che, almeno per il momento, hanno un costo inferiore per chi le emette e quindi riescono a risparmiare sugli interessi da erogare a chi li compra. Certo definire un green bond non è ancora molto facile poiché non esiste ancora uno standard globale per certificare come “green” un titolo, esistono delle linee guida ma la materia è ancora in divenire. Intanto però anche le case auto si stanno attrezzando.

Il Green Finance Framework di Volvo

E’ il caso di Volvo. Da sempre un brand attento alla sicurezza e alla sostenibilità, è tra i primi anche ad aver istituito un “Green Finance Framework” che specifica in che modo vengono individuati, selezionati e gestiti i progetti legati al clima e all’ambiente. All’interno di questo piano ecco quindi che la Casa di Stoccolma ha emesso il suo primo Green Bond, i cui proventi saranno utilizzati per finanziare nuovi modelli di auto elettriche, nuove piattaforme per veicoli e tecnologie di propulsione, oltre che per aumentare la capacità produttiva di batterie e auto elettriche.

La portata di questo piano è molto alta: non si tratta più solo di produrre auto a basse emissioni grazie all’elettrificazione, ma anche di occuparsi delle emissioni di carbonio nella rete di produzione, nelle attività operative in senso più ampio e nella sua catena di fornitura, impegnandosi anche nel riciclo e nel riutilizzo dei materiali. Il concetto di “circular economy” sta davvero entrando a gamba tesa, in un mondo in cui le parole non bastano più.

Volvo, nell’ambito della sua visione, per il 2040 punta a ridurre del 40% l’impronta di carbonio nel ciclo di vita di ciascuna automobile tra il 2018 e il 2025. Ciò include, per ogni vettura, una riduzione del 50% delle emissioni di gas di scarico, una riduzione del 25% delle emissioni di carbonio operative, anche da parte della produzione e della logistica, e una riduzione del 25% delle emissioni di carbonio nella catena di fornitura. Fino ad ora questo si è tradotto nel fatto che le vendite delle auto ibride plug-in di Volvo rappresentano quasi un quarto delle vendite europee nella prima metà del 2020.

Green bond di Volvo: non sono i primi ma è un passo importante per il settore

E adesso arriva anche il green bond. Altri produttori hanno già utilizzato questo strumento di finanziamento, come Daimler, Volkswagen, Porsche e Toyota, ma l’arrivo di Volvo è molto importante perché apre la strada ad altri emittenti del settore auto che hanno un rating più basso rispetto rispetto alle tedesche e alla giapponese. Si tratta di quella categoria chiamata “high yield”; questa emissione serviva al settore anche per tastare il polso dell’interesse.

Volvo XC40 seconda in classifica, e il green bond?

Se la Volvo XC40 plug-in hybrid, in base ai dati Unrae di settembre, è la seconda auto ibrida plug-in più venduta in Italia, anche il green bond non è andato niente male. Infatti l’obbligazione ha avuto richieste pari a cinque volte l’importo emesso, che è di 500 milioni di euro e ha scadenza ottobre 2027 con la cedola fissa pari al 2,5%.

Tutti contenti quindi, sia l’emittente che gli investitori. Il primo perché rispetto agli altri titoli già in circolazione ha risparmiato sul costo, i secondi perché si sono accaparrati rendimenti comunque interessanti. Nel frattempo è partita la produzione della Volvo XC40 Recharge, il primo modello elettrico di Volvo in arrivo sul mercato quest’anno. Il primo di una lunga serie, visto che entro il 2025 Volvo Cars punta a portare al 50% la quota di modelli esclusivamente elettrici sul totale delle vendite globali, con il resto che saranno solo modelli ibridi.

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