La ministra del Lavoro Nunzia Catalfo ha detto che le modifiche arriveranno "entro due mesi". Tra i suggerimenti della commissione nominata a luglio c'è l'abolizione della cig in deroga e del Fis, l'estensione della cassa straordinaria a tutti i settori produttivi e a tutte le imprese a prescindere dal numero di occupati, l'introduzione per quella ordinaria di una nuova causale "calamità naturali e stati di emergenza dichiarati con Dpcm"
Il governo punta a mettere a punto “entro un paio di mesi” l’annunciata riforma degli ammortizzatori sociali con l’obiettivo di arrivare a un sistema “assicurativo universale ma differenziato a seconda della dimensione aziendale”. Lo ha detto la ministra del Lavoro Nunzia Catalfo in un’intervista a Radio anch’io, spiegando che si tratterà di un sistema assicurativo (quindi con un contributo a carico di aziende e lavoratori) legato fortemente a politiche attive che consentano al lavoratore la riqualificazione in tempi rapidi se l’azienda è avviata verso la chiusura. La prima tappa è garantire “un sistema assicurativo universale e differenziato, che copra tutti e sia differenziato a seconda delle dimensioni dell’azienda”. Intanto Il Sole 24 Ore pubblica le linee guida per la riforma preparate dalla commissione di esperti nominati a luglio dalla ministra. “Debole”, nelle 35 pagine di bozza, il link alle politiche attive. Tra le novità c’è invece l’allargamento degli ammortizzatori agli autonomi e il suggerimento di introdurre una soglia minima di importo (oggi spetta l’80% dello stipendio, se non superiore ai massimali) pari al reddito di cittadinanza o all’assegno sociale.
Le linee guida prevedono tra l’altro l’abolizione della troppo complicata cig in deroga gestita dalle Regioni e del Fis, l’estensione della cassa integrazione straordinaria a tutti i settori produttivi e a tutte le imprese a prescindere dal numero di occupati, l’introduzione per quella ordinaria di una nuova causale “calamità naturali e stati di emergenza dichiarati con Dpcm“. La platea dei beneficiari verrebbe poi ampliata agli autonomi, con contribuzione che a regime sarebbe a loro carico. Per il primo triennio si ipotizza che il finanziamento dei nuovi ammortizzatori sia a carico della fiscalità generale. Poi subentrerebbe per tutti il meccanismo assicurativo basato sulla contribuzione dei datori di lavoro e dei lavoratori. L’indennità Naspi sarebbe poi allargata a gran parte dei collaboratori e agli autonomi iscritti esclusivamente alla gestione separata Inps e spetterebbe per un minimo di sei mesi.