"Quando è scoppiata la pandemia abbiamo passato momenti terribili: ora il teatro può aiutarci a riscoprire emozioni e felicità. Non è possibile che un luogo di culto come quello rimanga chiuso. Il Salone Margherita è una grande famiglia, capeggiata da Pingitore", le parole della showgirl
Cala il sipario sul Salone Margherita: è la fine di un’era? La crisi dovuta al Coronavirus e la pressioni della Banca d’Italia hanno costretto la società Cinema teatrale Marino & Co a chiudere i battenti. Lo storico teatro di via Due Macelli a Roma, dai primi del Novecento in avanti ha ospitato i più grandi del ventesimo secolo: da Totò a Petrolini, fino a tutti gli spettacoli del “Bagaglino” diretti da Pier Francesco Pingitore, che stava già lavorando a un nuovo spettacolo e che ora commenta: “Per il teatro è un momento tragico. Con la limitazione dei posti dovuta al covid, con la paura che ha la gente, è molto difficile e complicato per chi fa teatro. Ma, come per il cinema, questo sembra non interessare a nessuno. Fra tutte le disposizioni che vengono date dal governo, dai ministeri, non c’è una parola sul teatro, non c’è una parola sul cinema, a parte le limitazioni dei posti”, ha detto all’Adnkronos.
Valeria Marini, che ha interpretato l’ultimo spettacolo della compagnia, “La Presidente”, è dispiaciuta per questa situazione. FqMagazine è riuscito a strapparle poche battute: “Il Coronavirus ha purtroppo paralizzato tutti i settori, specialmente quelli legati al mondo dello spettacolo e del teatro. Sono stati creati dei danni enormi. Confidiamo nell’arrivo del vaccino, dobbiamo combattere ancora per alcuni mesi, ma il Salone Margherita deve riaprire. Quando è scoppiata la pandemia abbiamo passato momenti terribili: ora il teatro può aiutarci a riscoprire emozioni e felicità. Non è possibile che un luogo di culto come quello rimanga chiuso. Il Salone Margherita è una grande famiglia, capeggiata da Pingitore: siamo tutti dispiaciuti e vicini a Ninni. Ci stiamo tutti muovendo per cercare di sbloccare questa situazione. Speriamo che la Banca d’Italia si metta una mano sul cuore per dare una possibilità al Bagaglino”.
Anche Pamela Prati confida che i riflettori si possano riaccendere: “Sono sconvolta al solo pensiero che il Salone, in cui ho mosso i primi passi della mia carriera ed al quale mi sento legata da splendidi ricordi e da propositi di lavoro per il futuro possa chiudere. Non e’ possibile che la Banca d’Italia non si ponga il problema di conservare al pubblico un teatro così bello e così amato”, ha detto.