Danielle Frederique Madam si era sfogata su Facebook dopo aver letto l’inchiesta della procura di Perugia sull’esame “farsa” di Luis Suarez per ottenere la cittadinanza italiana. Lei, che vive nel nostro Paese da 16 anni, frequenta l’università ed è campionessa di lancio del peso, quel pezzo di carta ancora non l’ha ottenuto. Poi è stata costretta pure a subire, nel bar in cui lavora, gli insulti di un cliente che se l’è presa con il suo desiderio di diventare italiana anche davanti allo Stato. Una richiesta che però adesso arriverà direttamente sul tavolo del capo dello Stato. Il sindaco leghista di Pavia, Fabrizio Fracassi, ha scritto una lettera al presidente Sergio Mattarella per chiedere il suo intervento, nonostante il suo partito sia da sempre contrario all’introduzione dello ius soli e dello ius culturae. L’atleta 23enne, spiega il primo cittadino, “è una sportiva di assoluto valore e può già vantare tre titoli nazionali di lancio del peso nelle categorie giovanili, oltre a un attaccamento spiccato e più volte manifestato nei confronti dei colori azzurri“. La sua speranza è che Mattarella possa concederle la cittadinanza “in virtù degli eminenti servizi resi al Paese e per l’eccezionale interesse dello Stato che ne discende”.

Madam è nata a Douala, in Camerun, ma è arrivata in Italia all’età di 7 anni insieme al fratello gemello dopo la morte del padre. Qui ha frequentato le scuole, si è diplomata e si è iscritta all’università (le mancano 3 esami per la laurea triennale in Comunicazione, innovazione e multimedialità). Nel frattempo è diventata una campionessa nello sport, gareggia nella Bracco Atletica Milano e ha vinto diverse competizioni nazionali. Per mantenersi, oltre a lavorare al bar è anche baby sitter e fa le pulizie in un condominio di Pavia. Dopo l’esplosione del caso Suarez, ha scritto un post sui social spiegando aver sempre sperato “di poter indossare la maglia azzurra”. Ma nel nostro Paese, dice, “ci sono extracomunitari di serie A (in tutti i sensi) ed extracomunitari di serie B. Ci sono tanti giovani che come me hanno passato la più parte della loro vita qui, studiano o lavorano ma sono fantasmi per lo Stato”.

Parole che però non sono andate giù a un suo concittadino, che nei giorni scorsi l’ha riconosciuta nel bar in cui lavora e le ha urlato: “Tu non sei italiana“, “a che cosa ti serve diventare italiana?”. La scena nel locale, ha poi raccontato lei stessa, è avvenuta “nel mio più assoluto silenzio, reagire non sarebbe servito a nulla. Mi ha fatto però male il fatto che gli stessi (pochi) messaggi che leggo sui social fossero arrivati in modo così irrompente nella mia vita vera. La verità è che avevo messo in conto la possibilità che potessero accadere questi episodi nei miei confronti, ma la vera sorpresa è la quantità di persone che mi sostengono”. Tra queste, ora c’è anche il sindaco Fracassi, esponente locale della Lega e alla guida di una giunta di centrodestra, che ha deciso di incontrarla in municipio per ufficializzare insieme a lei la richiesta inviata al Quirinale.

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