Trump contagiato che non può partecipare fisicamente al duello con lo sfidante. La commissione per i dibattiti presidenziali che stabilisce quindi che il confronto previsto per il 15 ottobre ci sarà, ma sarà da remoto. Trump però rifiuta questa proposta, ma accetta quella che arriva dallo staff di Biden di rinviare tutto al 22 ottobre – data nella quale si sarebbe dovuto svolgere il terzo ed ultimo dibattito tra i due contendenti. Per quella data, una volta lasciato alle spalle il contagio da Covid-19, il tycoon potrà essere faccia a faccia col rivale. A convalidare l’intesa dovrà essere la commissione per di dibattiti presidenziali.
Nel day after del confronto tra Kamala Harris e Mike Pence, la discussione è tutta centrata sul prossimo incontro tra i due sfidanti della Casa Bianca, dopo il primo che ha lasciato sbigottiti analisti e opinione pubblica, tra insulti e interruzioni. La campagna di Trump ha quindi insistito che il terzo dibattito si svolga il 29 ottobre, a pochi giorni dalle elezioni del 3 novembre. “Gli americani meritano di ascoltare direttamente entrambi i candidati alla presidenza il 22 e il 29 ottobre”, ha affermato in un comunicato Bill Stepien, il direttore della campagna del presidente. Ma dallo staff di Biden frenano: “Donald Trump non decide i dibattiti, lo fa la commissione. Abbiamo accettato tre date – il 29 settembre e il 15 e 22 ottobre – in giugno. Trump ha scelto oggi di ritirarsi dal dibattito del 15 ottobre. Il suo comportamento non gli consente di riscrivere il calendario e scegliere nuove date. Parteciperemo al dibattito finale il 22 ottobre. Donald Trump può presentarsi o no. È una sua scelta“.
Il rifiuto di Trump – Al telefono con Fox News, Trump aveva bollato come “inaccettabile” la proposta del dibattito da remoto, assicurando che per quella serata avrebbe tenuto un comizio. “Mi sento perfettamente, non penso di essere contagioso. Non perderò il mio tempo con un dibattito virtuale”, aveva aggiunto, accusando la commissione organizzatrice di voler “proteggere” il candidato democratico Joe Biden. Tanti gli attacchi rivolti a Harris, definita “una comunista” che vuole far entrare assassini e violentatori negli Stati Uniti, in riferimento alle politiche in materia di immigrazione della senatrice. “Vuole aprire i confini per permettere a killer, assassini e violentatori di entrare nel Paese”, ha affermato. L’ha anche definita “un mostro”, sottolineando che “tutto quello che dice è una menzogna”, e convinto che il suo vice “l’ha demolita” nel confronto.
Il calcolo dei grandi elettori – Il candidato democratico Joe Biden supera per la prima volta la soglia critica dei 270 grandi elettori necessaria per la vittoria alle elezioni presidenziali di novembre, secondo le previsioni elettorali della Cnn. Sulla base dei sondaggi, l’emittente classifica come “solidamente democratici” 17 stati che pesano per 203 elettori, a cui si aggiungono nove stati e distretti elettorali tendenti verso i democratici che portano in dote altri 87 voti. In totale si arriva a 290. Il presidente Donald Trump può contare su 20 stati “saldamente repubblicani”, che però portano solo 125 voti, mentre solo il Texas con i suoi 38 voti figura nella categoria degli stati tendenti verso i repubblicani. Florida, Georgia, North Carolina, Iowa e Ohio sono considerati Stati in bilico. Secondo la Cnn, Biden è in gran vantaggio fra le donne, gli indipendenti, i laureati e non bianchi, ma è ormai anche competitivo fra gli elettori maschi, i bianchi e gli anziani, dove Trump era in vantaggio nel 2016. Cnn sottolinea che l’ex vice presidente sembra aver costruito la propria forza sul cosiddetto ‘blue wall’del Midwest, che Trump aveva sfruttato nel 2016 per conquistare la vittoria.
Un recente sondaggio, sempre della tv americana, dà il candidato democratico in vantaggio di 16 punti rispetto al presidente (57% contro 41%). Chi si spinge oltre è il sito FiveThirtyEight, la società che fa capo al guru dei sondaggi Nate Silver, secondo cui le chance di Joe Biden di vincere il collegio elettorale salgono all’84,4%, in aumento rispetto all’84% del 7 ottobre. Il candidato democratico potrebbe vincere 352 dei 538 voti del collegio elettorale. Trump ha invece il 15,1% di chance di vittoria, in calo rispetto al 15,6% del 7 ottobre.