“Non serve se non ce l’hanno tutti”. Bastano queste poche parole al neo-governatore delle Marche, Francesco Acquaroli, per liquidare la App Immuni, inutile a suo dire, visto che nessuno la scarica. A dichiararlo lo stesso presidente marchigiano, durante un programma di approfondimento di RaiNews24, come riporta Il Resto del Carlino. Per questo, ammette il braccio destro di Giorgia Meloni, lui non l’ha scaricata, e non intende farlo. E dire che da mesi ormai istituzioni ed esperti sottolineano proprio il valore dell’utilizzo dell’App, che permette il contact tracing, individuando così velocemente i contatti di un eventuale positivo.

“Io credo che noi dobbiamo essere molto attenti nell’utilizzo di tutte le precauzioni: il distanziamento, le mascherine… Io stesso sono molto attento. Credo che l’App Immuni sia utile se la scaricano tutti”, ha detto Acquaroli. E, al giornalista in studio che faceva notare che solo cominciando a scaricarla si potrà raggiungere una copertura ampia, ha risposto: “Il suo ragionamento è logico, ma è logico anche aspettarsi che non tutti la scaricheranno mai. D’altronde non si può costringere il cittadino a farlo”. L’esempio fatto da Acquaroli è quello dell’80enne che difficilmente “avrà un cellulare”. “Questo strumento avrebbe una sua efficacia solo se ogni cittadino italiano, di ogni età, avesse l’App sul proprio smartphone – ha continuato – Ma siccome sappiamo che così non è, non credo che l’App Immuni possa essere uno strumento di prevenzione”.

Una linea diversa da quella assunta negli ultimi mesi dalla Regione che anzi, al lancio dell’Applicazione era stata una delle regioni pilota per il progetto, tanto che sia i dirigenti dell’Asur che gli ex vertici di Palazzo Raffaello avevano consigliato a tutti i cittadini di scaricarla. Ad oggi, secondo i dati diffusi dal ministero della Salute, 197.859 marchigiani hanno scaricato l’applicazione, su una popolazione di un milione e mezzo, rappresentando così una delle regioni con la più alta percentuale di utilizzatori del servizio.

Acquaroli, che prima del nuovo dpcm nazionale aveva già introdotto l’obbligo di utilizzo di mascherine all’aperto, ha poi concluso l’intervento sulla rete all-news sottolineando la sua idea di prevenzione che dovrebbe essere basata sul “coordinamento tra Stato e Regioni” “Abbiamo davanti a noi 3 o 4 mesi che saranno fondamentali per la tenuta del nostro paese e della nostra economia, sicurezza e salute – ha chiosato – Non credo sia opportuno misurarsi sugli strumenti, ma entrare nel merito della questione, dando lo stesso segnale ai cittadini, ciascuno in base alle proprie responsabilità, senza ingenerare confusione”.

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