Microsoft potrebbe acquisire Nokia. Di nuovo. A lanciare l’indiscrezione è stata Forbes, che ha ripreso una tesi avanzata dalla società di analisi CSS Insight, secondo cui la società finlandese potrebbe essere acquistata nel 2021 da un importante colosso tecnologico statunitense: a competere infatti con il gigante di Redmond ci sarebbe una vecchia conoscenza, Intel. A fare gola però stavolta non sarebbe più la divisione smartphone, come accade nel 2013 quando fu acquistata da Microsoft per 7 miliardi di dollari, ma la divisione dedicata alle reti, importanti nella corsa al 5G, soprattutto in seguito ai divieti imposti dagli Stati Uniti alla rivale cinese Huawei, che negli USA gestiva la maggior parte delle infrastrutture.
Sappiamo tutti che quello di sette anni fa non fu un matrimonio felice. Windows Phone arrivò troppo tardi sul mercato per riuscire a interrompere il duopolio Google/Apple e la divisione smartphone fallì, con migliaia di posti di lavoro perduti. Questa volta però Nokia si trova in una posizione di grande competitività per quanto riguarda il 5G e – più in generale – le infrastrutture di rete. Ed è proprio questo il ramo che sta attirando le attenzioni delle società statunitensi che, acquisendo il know how Nokia, potrebbero colmare l’importante gap tecnologico che le separa dalla Cina in materia di infrastrutture di rete, soprattutto ora che qualcuno dovrà riempire l’importante vuoto tecnologico lasciato nel Paese da Huawei.
“È chiaro” – dichiara l’analista Kester Mann di Ccs – “che gli Stati Uniti sono alla ricerca di alternative a Huawei, c’è stata molta preoccupazione al riguardo e Nokia potenzialmente potrebbe essere una buona occasione”. D’altronde, la società finlandese sta proseguendo la propria espansione. Proprio la scorsa settimana, ha chiuso un accordo di fornitura con BT, la più grande telco nel Regno Unito.
Come già detto, se Microsoft dovesse davvero essere interessata ad acquisire Nokia, dovrà affrontare la concorrenza di Intel che – secondo CSS – sarebbe molto interessata al settore delle telecomunicazioni. Ad ogni modo, per il momento nessuna delle aziende coinvolte ha espresso posizioni ufficiali, non resta quindi che attendere sviluppi.