C’è chi non ha ancora nessun banco ed è costretto a far lezione solo sulla sedia e chi ne ha troppi. Accade nelle scuole del Veronese dove molti istituti scaligeri hanno fatto doppia domanda, al ministero e alla Provincia, trovandosi alla fine con un sovrannumero di arredi scolastici.
A fare i calcoli sbagliati, in buona fede, sono stati i dirigenti scolastici: i presidi, nell’ipotesi che i banchi promessi dal Commissario straordinario per l’emergenza sanitaria, Domenico Arcuri, potessero arrivare troppo tardi o forse mai, hanno pensato di approvvigionarsi del materiale necessario alla ripartenza grazie alla Provincia che da anni con il progetto “Rigenera” ristruttura dei vecchi banchi per metterli a disposizione delle scuole.
Il problema è nato quando Arcuri ha smentito i presidi: in questi giorni, infatti, in molte scuole scaligere sono arrivati gli arredi acquistati dal Commissario. A quel punto i capi d’istituto si sono ritrovati con troppi banchi e hanno chiesto alla Provincia di riprendersi i suoi. Un’operazione impossibile per i costi che richiederebbe il ritiro degli arredi.
A spiegare com’è andata è David Di Michele, vicepresidente della Provincia con delega all’Istruzione e all’edilizia scolastica: “A giugno avevamo capito che i banchi dovevano essere forniti dal Miur, poi abbiamo compreso che non ci sarebbero state garanzie sulla consegna. A quel punto i dirigenti scolastici si sono preoccupati e hanno richiesto a noi una fornitura. La nostra Provincia da anni ha un progetto di recupero dei banchi e così abbiamo pensato di dare alle scuole che ne avevano fatto richiesta il materiale necessario”.
Dalla Provincia sono partiti 1986 sedie ribaltine, cioè quelle con il banchetto incorporato e ribaltabile, e 890 banchi rigenerati con tanto di sedie. Un quantitativo che ha permesso a molte scuole di riaprire senza lasciare i ragazzi con la sola sedia. All’arrivo nelle aule dei banchi del Commissario, però, i presidi hanno pensato di chiedere all’amministrazione provinciale di riportarsi a casa i suoi banchi. “Abbiamo parlato – spiega Di Michele – con il dirigente dell’ufficio scolastico territoriale e abbiamo trovato una soluzione: aiuteremo le scuole a sistemare il materiale in qualche magazzino e lo conserveremo per eventuali necessità che si manifesteranno sicuramente nel corso dell’anno”.
I presidi hanno preferito usare quelli inviati dal ministero dell’Istruzione perché sono nuovi e di una misura perfetta per assicurare il distanziamento previsto dalle norme. “Noi – specifica il vice presidente – non abbiamo alcun problema se le scuole scelgono di utilizzare i banchi nuovi anziché i nostri recuperati ma non possiamo pensare che dopo averceli richiesti ora ci chiedano di riprenderceli. Si tratta comunque di materiale che potrà ancora essere usato in futuro”.