Ha confessato tutto. Ha approfittato del periodo di lockdown dovuto al Covid-19 per abusare della 26enne gravemente disabile mettendola incinta. Stanotte è stato convalidato dalla procura di Enna il fermo di un operatore socio-sanitario con l’accusa di violenza aggravata ai danni di una donna disabile. Si tratta di un 39enne di Enna, L.A., che lavorava nell’Irccs Oasi di Troina già da un paio di anni. E’ sposato e ha un figlio piccolo.
L’uomo a fine marzo aveva chiesto alla direzione sanitaria il permesso di accedere alla struttura dichiarata “zona rossa” per dare aiuto ai colleghi e ai degenti. Vista la carenza di personale, pochi giorni dopo la direzione sanitaria aveva accordato il permesso. Così nei primi giorni di aprile, cioè nei giorni di massima emergenza sanitaria, veniva assegnato al reparto dove erano stati trasferiti tutti i contagiati da Covid-19. Tra questi anche la donna di 26 anni adesso incinta di sei mesi. Era ospite del centro da 5 anni, qualche giorno fa i sanitari hanno notato che la donna era ingrassata ma lo avevano attribuito ai farmaci e ad un’alimentazione che dopo il Covid era stata più abbondante. Alla fine hanno sospettato e poi accertato lo stato di gravidanza avanzato a quasi sette mesi della donna, che ha subito un arresto nello sviluppo nei primi anni di vita. Per questo sono scattate subito le indagini della polizia.
I vertici dell’Oasi di Troina hanno avvertito subito la famiglia e avviato un’indagine interna. I familiari si sono rivolti all’Autorità giudiziaria. Sono scattate immediatamente le indagini della squadra Mobile, guidata da Nino Ciavola, e coordinate dalla procura di Enna. Gli agenti hanno interrogato gli operatori della struttura e prelevato campioni di Dna. Dopo avere ascoltato decine di persone ieri mattina hanno sentito pure l’indagato che è parso subito incerto nella testimonianza. Un’incertezza che ha subito insospettito gli agenti, che si sono soffermati sul suo interrogatorio. Il 39enne ha infine confessato di avere abusato della ragazza. Incurante della positività di lei, approfittando dell’assenza dell’infermiere professionale, l’uomo si è spogliato dei dispositivi di sicurezza e ha consumato il rapporto sessuale con la disabile. Anche lui ha contratto il virus dopo l’atto ed è stato isolato a seguito del contagio. Per questo non ha contagiato la moglie e il figlio.
I pm Stefania Leonte e Orazio Longo, al termine dell’interrogatorio, hanno disposto il fermo del 39enne accusato di violenza sessuale aggravata dall’aver commesso il fatto ai danni di una donna disabile e nel momento in cui la stessa era a lui affidata. “L’Istituto si costituirà parte civile – scrivono in una nota i vertici dell’Oasi di Troina – perché parte lesa in questa triste e dolorosa vicenda che ha sorpreso e sconvolto la dirigenza e il personale tutto, che svolge con responsabilità il proprio lavoro. Vogliamo rassicurare le famiglie sull’operato della nostra struttura che ha sempre custodito e salvaguardato i propri ospiti, come le stesse famiglie da sempre hanno testimoniato”.