Musica

80 anni di John Lennon che una volta (incazzato) chiese: “Perché, non esisto se il mio nome non è sui giornali o non ho un disco in uscita?”

L'ex Beatle avrebbe compiuto 79 anni

Ho scritto questo pezzo esattamente un anno fa. Che altro posso aggiungere senza renderlo ancora più sentimentale? Lennon non è stato solo “quello” di questa lettera, ma di biografie che narrano il bene e il male di questo eterno ragazzo di Liverpool e cantautore universale è pieno il mondo. Auguri John, ti ha immaginato bene Danny Boyle nel suo Yesterday? Non lo so, so solo che quando ho visto sul grande schermo come saresti stato a 80 anni, ho avuto un tuffo al cuore.

Caro John,

ti scrivo un paio di volte all’anno e nel farlo ‘mando a quel paese’ tutte le regole sull’uso della prima persona perché ti sto scrivendo io, mica il giornale, mica qualcuno tenuto a raccontare i fatti in maniera obiettiva e neutrale. Oggi è il giorno in cui sei nato, il 9 ottobre. Se festeggiassi il compleanno avresti 80 anni. Non so mica se ti piacerebbe com’è diventato il mondo. Io dico di no, ma non si sa mai: magari staresti tutto il giorno sui social a farti i selfie ritoccati o saresti “ancora in palla” come Mick Jagger. Sai che c’è: senza rancore, preferisco non saperlo. Tanto oramai sei morto, non si può fare molto.

La cosa che volevo dirti è che di regali ne hai fatti più tu a me che io a te, che in effetti non te ne ho fatti neanche uno. Il più bello che m’hai fatto è Watching the wheels . La mia canzone preferita, tua. E una che arriva a scriverti una cartolina d’auguri sentimentale deve evidentemente avere un debole per te, quindi i tuoi brani li ama un po’ tutti. All’inizio del 1980, che poi è l’anno in cui muori (non è che mi piaccia ricordartelo, non ti credere: è che non siamo fra me e te, e ogni tanto tocca dare dei riferimenti a chi legge), questo brano aveva finalmente preso il titolo definitivo e tu ne facesti un demo con chitarra elettrica dandogli un ritmo boogie che poi (per fortuna, fammi dire) saltò. Il testo sembra una risposta a chi ti continuava a domandare come mai, lontani i Beatles, vicina Yoko, ti fossi preso un periodo di pausa: “Perché, non esisto se il mio nome non è sui giornali o se non ho un disco in classifica o se non mi faccio vedere nei “club giusti”? Dev’essere la stessa cosa che provano gli uomini di 65 anni quando vanno in pensione e qualcuno arriva e dice loro: “Ehi, amico, la tua vita è finita. Tempo di golf“, commentasti con una certa “incazzatura” (All We Are Saying, David Sheff).

John, (e scusa se sto continuando a chiamarti per nome come se ci conoscessimo, lo sai com’è: uno si piglia certe libertà, quando l’altro è morto), dicevo, questo tuo modo di rimarcare una specie di “diritto allo startene per i cazzi tuoi” è una cosa che sento mia, e mi sa che non solo la sola. C’è anche chi legge nel testo del brano un’altra delle tue lettere d’amore alla pigrizia o alla stanchezza. E anche qui, ti sono vicina. “Tutti pensano che io sia pigro, pazienza. Io invece penso che gli altri siano matti a correre ovunque e in fretta… finché non capiranno che non è necessario”. Dico “un’altra” perché I’m only sleeping (“Eravamo tutti stanchi, ma John ci scrisse su una canzone”, disse Paul McCartney quando componesti il brano e sempre lo stesso Paul ti definì “l’uomo più pigro d’Inghilterra“) e I’m so tired sono due ‘bandiere’ per noi indolenti. Che poi, di solito, siamo anche insonni. È un circolo vizioso, ma non devo certo spiegarlo a te. Comunque, alla fine Watching The Wheels la registrasti all’Hit Factory Studio, a New York, il 18 agosto nel 1980. La voce, il 20 settembre. Il mix fu fatto nove giorni dopo. E pensa, poco più di due mesi più tardi è il giorno in cui muori.

Non che bisogni proprio parlarne oggi: oggi sarebbe il tuo compleanno. Allora auguri, e grazie per tutte le canzoni.