La prima a pensarci è stata Ashley Lawrence, una studentessa del Kentucky, negli Stati Uniti, che in piena emergenza, insieme a sua madre, ha iniziato a cucire mascherine con una parte trasparente, che consentisse di lasciar vedere la bocca per poi donarle e aiutare la comunità di sordi e di ipoudenti. Anche in Italia, però, sono diverse le aziende che hanno iniziato a produrle dalla scorsa primavera, come ha ricordato alla Camera la deputata di Forza Italia Giusy Versace. Eppure non è così facile trovarle per chi ne ha bisogno. “Siamo in grave difficoltà per il reperimento e, soprattutto, sul discorso legato alla certificazione, nonostante stiamo sollecitando gli organi competenti da diversi mesi” racconta a ilfattoquotidiano.it Renato Di Carlo, coordinatore dell’Associazione Nazionale Sordi, sedi di Lazio, Abruzzo e Campania. Qualche giorno fa, a più di un mese dal via libera del Comitato tecnico scientifico alle mascherine trasparenti anti-Covid a scuola, per permettere di leggere il labiale degli insegnati e facilitare la comprensione e il dialogo anche in caso di alunni non udenti, la Regione Emilia-Romagna ha approvato una risoluzione per dotare gli istituti del territorio anche di mascherine ‘per lettura labiale’.
Si tratta del primo documento a livello regionale in Italia, anche se altre amministrazioni locali e associazioni si sono mosse autonomamente cercando questi dispositivi e donandoli a chi ne aveva bisogno. D’altronde, in Italia le persone con problemi di udito sono circa un milione, ma le mascherine trasparenti possono essere utili in diversi ambiti. Proprio ai docenti delle scuole, per esempio, per facilitare la comunicazione con tutti gli alunni. In estate Alessandra Locatelli, parlamentare leghista e già ministro alla Disabilità nel primo governo Conte, aveva presentato un emendamento al Decreto Agosto affinché le mascherine trasparenti fossero disponibili in tutte le scuole, proprio per garantire l’inclusione scolastica anche agli alunni con deficit uditivo.
L’APPELLO – “Riteniamo l’uso delle mascherine trasparenti un mezzo necessario a ridurre il disagio e l’isolamento delle Persone non udenti/disabili che stanno pagando un prezzo enorme di questa emergenza sanitaria” spiega Renato Di Carlo. Che aggiunge: “Questo problema era assolutamente previsto, è stato rappresentato e deve riguardare certamente la scuola, ma bisogna estenderlo ad altri importanti uffici della pubblica amministrazione, come strutture sanitarie e uffici pubblici”. Per il coordinatore Ans “la politica, senza distinzione alcuna di bandiera, deve fare uno sforzo condiviso per il bene comune e nel rispetto della dignità della persone affette da disabilità uditiva e non solo”.
LA RISOLUZIONE IN EMILIA-ROMAGNA – La risoluzione approvata all’unanimità dalla commissione Politiche per la Salute e Politiche Sociali della Regione Emilia-Romagna è un atto di indirizzo e impegna la giunta a promuovere la ricerca e la realizzazione di dispositivi di protezione individuale certificati “che contemplino il supporto alle disabilità uditive” e a provvedere, con disposizioni simili, anche nel settore sanitario, socio-assistenziale e nella pubblica amministrazione, necessità sottolineata da diversi consiglieri regionali.
“Sicuramente non risolvono tutti i problemi delle persone sorde o sordocieche – ha commentato Federico Alessandro Amico di ERCoraggiosa, primo firmatario del documento proposto dal centrosinistra -, ma questa risoluzione è un primo passo per venire incontro alle persone con difficoltà uditive in questo periodo di pandemia”. “Un impegno concreto e di valore preso in maniera bipartisan” ha sottolineato Stefano Bonaccini, presidente della Regione, tenuto conto che solo in Emilia-Romagna sono 256 gli studenti con problemi di udito per i quali la mascherina rappresenta sì la possibilità di tornare a scuola ma, allo stesso tempo, anche una barriera.
DA PIETRASANTA A TARANTO – Altre istituzioni hanno ascoltato il grido d’allarme delle associazioni che rappresentano le persone non udenti.Ma sono mesi che le associazioni che rappresentano le persone non udenti sottolineano quanto questi dispositivi possano essere utili in diversi ambiti, dai supermercati agli uffici pubblici. Un grido d’allarme raccolto da diverse istituzioni. A giugno, il Comune di Bergamo ha acquistato 900 mascherine trasparenti e le ha messe a disposizione di quelle realtà che si relazionano con bambini e persone non udenti o con disabilità. Mascherine trasparenti sono state donate alla sezione di Bergamo della Croce Rossa, a consorzi e comunità socio-sanitarie, ma anche a cooperative e associazioni. I dispositivi, prodotti in tessuto non tessuto, sono realizzati dalla Cooperativa sociale veneta Filò.
Anche il Comune di Pietrasanta, in provincia di Lucca, è stato tra i primi a distribuire gratuitamente mascherine trasparenti. A maggio le prime 350 alla Consulta del Volontariato incaricata dal Comune di ridistribuirle, gratuitamente, alle associazioni del territorio che si occupano in particolare di disabilità. Poi è stata la volta di quelle riutilizzabili (non a uso sanitario) distribuite dalla Protezione civile del Molise ai Centri di salute mentale regionali, alla rete delle persone con disturbi dello spettro autistico, ad alcuni centri diurni, alla neuropsichiatria infantile e all’Ente sordomuti.
IL PROGETTO DI UNDER SHIELD ALL’ISTITUTO MAGAROTTO – Un progetto importante è quello sviluppato dall’azienda Under Shield di Fontaniva (Padova), che produce capi tecnici per gli sportivi e basato sulla collaborazione con l’Istituto per sordi Magarotto di Padova e Roma. “L’istituto aveva sollevato il problema degli allievi che avevano difficoltà di comunicazione e sono stato contattato dal presidente della Provincia” racconta a ilfattoquotidiano.it Paolo Pandin, fondatore di Under Shield. In principio sono state prodotte poche centinaia di mascherine e si pensava di distribuirle agli istituti di persone non udenti. Poi è arrivata la telefonata da parte del team del commissario straordinario Domenico Arcuri. “Mi hanno chiesto tutta la documentazione e l’hanno sottoposta al Cts. Il Comitato ci ha chiesto il marchio CE che la mascherina ancora non aveva e noi ci siamo adeguati”, continua. Si è partiti da un prodotto inclusivo didattico da distribuire agli insegnanti delle scuole per sordomuti, ma oggi l’azienda ne produce circa 30mila al mese. “Tra i clienti ci sono soprattutto le istituzioni, le scuole, ma anche rivenditori di farmaci, defibrillatori, materiale infortunistico, cartolibrerie, aziende commerciali”, spiega Pandin sottolineando che “non si tratta di una mascherina chirurgica, ma di un DPI. Per evitare l’effetto appannamento, poi, negli istituti gli insegnanti dovranno avere l’accorgimento di cambiarla durante il giorno, ma poi potranno riutilizzarle”.
DOVE TROVARLE, LA MAPPA DI INTENDIME – Sono diversi in Italia i produttori di mascherine trasparenti. E, anche se nella stragrande maggioranza dei casi non si tratta di dispositivi di protezione individuale, considerando le esigenze particolari di chi ne fa richiesta, c’è molta domanda. Come fare a trovarle? È venuto incontro a questa esigenza il sito Intendime, che nasce da un’iniziativa di tre ragazzi: Alessandra, figlia di genitori sordi, Giorgia e Antonio. I fondatori hanno ideato e sviluppato una soluzione che migliorasse la quotidianità delle persone non udenti: KitMe, un sistema di rilevazione dei suoni che avvisa in tempo reale di tutti i suoni emessi intorno.
Sul sito è oggi possibile consultare un elenco, regione per regione, che illustra dove poter trovare queste mascherine speciali e, in alcuni casi, ne indica anche il prezzo. L’elenco è stato elaborato durante il lockdown. Come specificano gli amministratori “non ha alcuna pretesa di completezza, né di rigore metodico”, ma resta un servizio semplice, utile e gratuito per la comunità dei sordi, che qui può trovare diversi fornitori. Si va dai 2 euro (più spese di spedizione) ai 20 e in alcuni casi sono disponibili anche mascherine per bambini. Nell’elenco ci sono farmacie, ma anche associazioni e cooperative, oppure sartorie. In caso dovessero servire per esigenze specifiche o dove è richiesto l’utilizzo di mascherine certificate come DPI (dagli ambienti scolastici alle strutture sanitarie), occorre verificare che la mascherina che si vuole acquistare abbia questo requisito, attraverso i contatti telefonici o i siti internet dei singoli produttori, perché il prezzo più alto non è un indicatore, ma dipende più che altro dai materiali utilizzati.
Tra chi in questi mesi ha creato mascherine per le persone sorde c’è anche la stilista di Gallipoli (Lecce) Irene Coppola, nominata Cavaliere della Repubblica dal Presidente Mattarella per averne donate migliaia, mentre in piena emergenza tutti ne alzavano i prezzi, a un’associazione per sordi. Anche la Dress Code di Guidonia (Roma), dei fratelli Vernaglia, produce mascherine trasparenti con lettura labiale per i non udenti che hanno già donato a diverse associazioni.